In questa situazione è arduo scrivere del Catanzaro, ma nessuno può tirarsi indietro almeno nell’intento di denunciare l’apogeo dello squallore che sta vestendo la vicenda post-playoffiana dell’F.C. Catanzaro e della classe imprenditoriale e politica del capoluogo di regione.
Sin da bambino mio padre mi diceva sempre:” Giuseppe impara: la politica sta anche nel sugo dei maccheroni che stai mangiando”. Io lo guardavo incredulo ma incuriosito, senza peraltro snobbare del tutto quella strana massima.
Purtroppo la condizione attuale nella quale versa il calcio a Catanzaro non è molto lontana da quei maccheroni, con l’aggravante dell’arrivismo di molti protagonisti e dell’improvvisazione di dilettanti allo sbaraglio, che rischia in un solo colpo di cancellare tutto e tutti.
Comunicati stampa come fossero caramelle, tavoli apparecchiati e sparecchiati, istituzionali e non, imbanditi ad arte da tutte le parti in causa, perché conviene un po’ a tutti, con una partita che si gioca alle spalle, o per meglio dire sul potenziale cadavere del Catanzaro Calcio e sull’ansia estrema di un Popolo sclerato dalle innumerevoli fonti/notizie/illazioni/decisioni ritrattate. Per essersi incancrenita la situazione in questa maniera, l’unica cosa certa è che dietro tutto questo qualcuno si augura di fare la parte del leone. Molto probabilmente l’assassino (nella migliore tradizione spielberghiana) sarà proprio il vincitore/salvatore finale…(?)
A Catanzaro ci saranno le elezioni. Si tutti lo sanno, ma è bene dirlo e ripeterlo, benedetto Dio! Destra e Sinistra ehm, pardon, oggi si preferisce dire centro-destra e centro- sinistra, hanno giocato e stanno continuando a giocare su un ipotetico manto erboso offerto loro da una situazione oramai cronica. Sarebbe stata un’opportunità per entrambe, ma entrambe la stanno giocando pessimamente, rischiando di emulare il “Lippone nazionale” che lascia a casa il meglio (checchè ne dicano lui ed i suoi lecchini) per rimandare all’ultimo respiro la potenziale qualificazione agli ottavi del mondiale africano. Nel caso del Catanzaro non mancano né i “Lipponi”, né i lecchini, né aggiungiamo noi i venditori di fumo/giocatori d’azzardo.
Classe imprenditoriale locale che sposerebbe solo una sponsorship caritatevole, senza intervenire direttamente nella gestione pur avendone le possibilità (vedi portali Web con tanto di contabilità sbandierata ai quattro venti…), classe politica sostanziata da personaggi che fondano nel narcisismo estremo la loro stessa essenza, perdendo di vista l’obiettivo per improvvisare partite di poker ad alto rischio. Situazione debitoria votata più al “nero” che al “bianco” ancora indecifrabile ai più. Creditori (potenziali…) pronti ad avere qualcuno da cui pretendere per presentare conti più salati… Il grande bluff da parte di tutti, principianti sprovveduti che prima o poi (i tempi finalmente stringono), dovranno cimentarsi con i fatti. E gli imprenditori eventualmente interessati in carne ed ossa? Da Roma a Reggio Calabria, lo “S”tivale è prodigo di interessati senza nome e senza volto. I mister “X” li raccontassero a chi crede ancora a Babbo Natale.
Tutti protagonisti innanzi a spettatori sbigottiti ed a narratori spiazzati da improvvise accelerate ed altrettanto repentine retromarce. Una preghiera: abbiate almeno la dignità di tacere. Vietateci certi teatrini paesani di basso profilo. In questa sede, almeno per ora (a tempo dovuto un riepilogo documentato) preferiamo che si taccia, perché disconosciamo realmente cosa stiate combinando e quale altro, straennesimo tavolo stiate apparecchiando. Il tempo trascorre ed il futuro ci consegnerà l’ennesimo responso insieme ai colpevoli/salvatori della patria giallorossa.
Giuseppe Mangialavori