Diecimila visitatori in un mese: la mostra sull’arte orafa di Gerardo Sacco, organizzata dall’assessorato alla cultura del Comune, si avvia a battere il record delle presenze medie mensili al San Giovanni e si trasforma sempre di più in un grande evento popolare. Più visitatori, in media, della mostra su Mattia Preti, il Cavaliere Calabrese (ottomila presenze al mese) e dell’esposizione sulla civiltà della Magna Graecia (settemilacinquecento presenze al mese).
Un motivo di straordinaria soddisfazione per il maestro crotonese che in questa settimana, e precisamente dal 27 al 29 gennaio, sarà presente al San Giovanni per accogliere alcune delle tante scolaresche che da ogni parte della Calabria annunciano la loro presenza a Catanzaro.
Osserva Gerardo Sacco: “E’ un’occasione questa, per molti giovani, di riscoprire, attraverso il percorso artistico dell’orafo, le loro radici culturali, un modo importante per riprendersi quell’orgoglio antico di essere figli della Magna Grecia, culla della civiltà antica”.
Le visite guidate, coordinate dalla Crono’s, coinvolgeranno anche associazioni e club service come Lyons e Fidapa.
Si annunciano anche presenze eccellenti, soprattutto del mondo ecclesiastico calabrese: quella del vescovo di Locri-Gerace, monsignor Morosini, e dei Minimi del Santuario di San Francesco di Paola.
La mostra, diretta e curata da Oreste Sergi, è articolata in dieci sezioni: L’arte contadina: dalla ceramica popolare di Seminara alla vita domestica; la Calabria di Gerardo Sacco: dai gioielli arberesh alle pacchiane di Calabria; Studi, disegni, bozzetti: dalle origini alle ultime realizzazioni per il cinema; La Magna Graecia: da Caulonia a Crotone; Il Mare e il Mito: la mitologia e il mare della Calabria nelle creazioni di Gerardo Sacco; L’Arte Sacra: dal Codex Purupureus Rossanensis al V Centenario di S. Francesco di Paola; La Calabria e il Cinema; I Pezzi Unici; gli Argenti; e a concludere la Calabria e il Natale: la Calabria di Gerardo Sacco nei presepi del Maestro Ferrigno di Napoli.
Scrive il curatore della mostra, Oreste Sergi: “È un modo diverso di celebrare un artista contemporaneo e nello stesso tempo di far emergere una Calabria la cui storia è stata fermata in opere uniche e straordinarie le quali, più che ammirate, meriteranno di essere “lette” attraverso passaggi e vibrazioni che solo questi oggetti sanno evocare. La mostra, quindi, non è dedicata a Gerardo Sacco, “orafo delle dive” del cinema internazionale, bensì a Gerardo Sacco “il calabrese” che, quasi come un novello Mattia Preti, con i colori delle perle scaramazze, le trasparenze delle paste vitree, la lucentezza delle pietre preziose, il cremisi dei coralli, la lucentezza dell’argento e l’incorrutibilità dell’oro, parla di se stesso e della sua terra a tutti coloro i quali, visitando la mostra, vorranno entrare nel suo intimo, nella sua memoria, nelle sue radici e nella sua identità avita”.