Facciamo curare i pazienti nella nostra terra”: questo lo slogan con il quale i dipendenti della Fondazione Campanella hanno manifestato, a partire dalle ore 8:30 e sino alle 14:30, davanti gli uffici dell’assessorato alla sanità di Via Buccarelli. Una protesta garbata, ma certamente significativa e chiassosa. Presenti anche numerosi pazienti oncologici. Il sit-in era stato promosso dalle sigle sindacali Ugl sanità, Cisl Fp e Uil Fpl, e dal comitato spontaneo dei dipendenti, per tentare di trovare una soluzione accettabile per i 270 lavoratori che non percepiscono lo stipendio da tre mesi e che rischiamo il posto di lavoro.
Intorno alle ore 13:00, i rappresentanti sindacali (Vincenzo Ursini per l’Ugl sanità, Sergio Maida e Antonio Bevacqua per la Cisl Fp, e Francesco Maltese per la Uil Fpl), unitamente a tre dipendenti della Fondazione sono stati ricevuti dal dirigente generale dell’Assessorato, Antonino Orlando. Orlando ha confermato che la regione Calabria ha già predisposto una delibera di anticipazione di 2 milioni di euro, relativa alle prestazioni dei primi due mesi del 2012, delibera che comunque non può ancora considerarsi tecnicamente perfezionata perché necessita della comunicazione scritta autorizzativa da parte del sub-commissario per il piano di rientro. Si è altresì impegnato a programmare una seconda delibera nel corso dei prossimi giorni, non appena la Fondazione Campanella avrà inviato i rendiconti del mese di marzo. Il fondo complessivo per il 2012, assegnato alla Fondazione, sarebbe comunque di 20 milioni di euro, fondo sicuramente insufficiente ad assicurare la sopravvivenza della struttura. Per quanto riguarda il mantenimento degli attuali livelli occupazionali i dubbi rimangono tutti. Il direttore regionale dell’assessorato ha comunque rassicurato le organizzazioni sindacali che farà di tutto per cercare possibili soluzioni.
In questo senso le organizzazioni sindacali si aspettano molto dal nuovo protocollo d’intesa che dovrebbero firmare i due soci della Fondazione: regione e università. I lavoratori, d’accordo con i sindacalisti, hanno comunque deciso di mantenere lo stato di agitazione e di programmare assemblee quotidiane, sino a quando non avranno risposte certe sul loro futuro. “Ormai – hanno detto tutti – ci hanno ridotto all’osso e non abbiamo più nulla da perdere. Chi crede che le sorti della Fondazione siano segnate si sbaglia di grosso perché siamo pronti ad attivare forme più eclatanti di contestazione”.