Che la curva Massimo Capraro non abbia mai dimenticato i tifosi che non ci sono più, lo si sapeva già da tempo.
Ma anche nel giorno della festa rimandata e del concedo della squadra dal pubblico di casa, nessuno di questi tifosi, che oggi sono spettatori che guardano la partita da spalti molto speciali, è stato dimenticato.
Non si sono dimenticati di Mirko gli undici che sono scesi in campo indossando le magliette che, lo stesso papà del bambino scomparso precocemente, venerdì’ scorso aveva regalato alla squadra.
C’era anche il ricordo di Giovanni e Bruno in curva, due giovani vite spezzate in maniera diversa ma ugualmente orrenda.
E c’erano due striscioni che hanno riportato alla memoria dei presenti la tragedia di Vinicio Caliò, il ragazzo scomparso nella tragedia del camping Le giare ed il cui corpo non è stato mai ritrovato.
La curva Massimo Capraro ha definito Vinicio un angelo custode, ma ha anche sottolineato come anni di cause rinvii e promesse non siano serviti a restituire Vinicio alla famiglia per consentirgli così di avere una sepoltura degna. Si, c’erano davvero tutti nella curva Massimo Capraro, anche quelli che non ci sono più. E tra ricordi e promozioni invocati, nella mitica curva ovest dello stadio Ceravolo, c’è stato spazio anche per Pierino Braglia a cui il pubblico di casa ha voluto dire grazie con due striscioni.
Uno su cui erano scritte le espressioni che hanno reso tipico ed originale questo mister toscano approdato per la seconda volta nella sua lunga carriera calcistica in terra catanzarese. Il secondo dove invece campeggiavano tre aggettivi riferiti a Pierino la peste “burbero, schietto e sincero” , le tre caratteristiche che lo hanno fatto, nel bene e e nel male entrare nel cuore del pubblico giallorosso.
g.z.