C’è una vera e propria spada di Damocle che pende sul capo di due ex direttori generali del dipartimento regionale Politiche della salute. La Corte dei Conti, infatti, ha ipotizzato un danno erariale dell’importo choc di 253 milioni di euro a carico del catanzarese Peppino Biamonte e del modenese Andrea Guerzoni, entrambi citati a giudizio dalla procuratrice regionale Cristina Astraldi de Zorzi. A Biamonte vengono chiesti esattamente 158 milioni 942mila 175 euro, a Guerzoni “appena”94 milioni 181mila 571 euro. Somme da capogiro, tali da innescare una feroce battaglia legale. Il caso nasce da una relazione della Guardia di Finanza di Catanzaro, secondo la quale i due ex dg avrebbero speso, nel 2006 e nel 2008, somme derivanti da “premialità” per la Regione che effettivamente il “Tavolo Massicci” non aveva ancora autorizzato. I due incolpati, difesi dagli avvocati Alfredo Gualtieri ed Enzo Paolini, sostengono che si è trattato solo di un’anticipazione di somme alle aziende sanitarie e ospedaliere in estrema difficoltà; non ci sarebbe stato danno erariale visto che poco dopo il “Tavolo Massicci” ha comunque autorizzato la movimentazione delle somme.
La Corte dei Conti ha adesso disposto ulteriori accertamenti sia alla Regione che al Ministero della Salute.