Non ci è piaciuto lo scarso spazio dedicato dai media nazionali alla fantastica giornata di mobilitazione sindacale calabrese, indetta dalle Segreterie Nazionali di CGIL, CISL e UIL, che si è tenuta lo scorso 13 ottobre nella Città di Catanzaro che, con una organizzazione impeccabile sotto tutti punti di vista, ha saputo accogliere degnamente gli oltre venticinquemila dimostrantii che hanno sfilato per le strade del Capoluogo di regione per testimoniare che i calabresi sono compatti nel sostenere e dare forza alla vertenza Calabria che le tre organizzazioni sindacali hanno racchiuso nello slogan “Ridare una speranza alla Calabria”.
Quel che ci è piaciuto di meno è che I TG nazionali della RAI, a corredo del resoconto giornalistico della partecipata manifestazione che si è tenuta a Catanzaro, hanno utilizzato delle immagini che non hanno dato conto dell’enorme partecipazione di dimostranti e del bel colpo d’occhio che offriva di sé il grande palco innalzato in Piazza Prefettura, gremito di dirigenti nazionali sindacali, dal quale ha pronunciato il suo coraggioso ed accorato discorso la Segretaria Nazionale CGIL Susanna Camusso.
Ci viene il dubbio – ma gradiremmo essere smentiti – che la redazione cosentina della RAI abbia selezionato e riversato, alle consorelle redazioni nazionali dei TG RAI, solo alcune inquadrature scelte secondo uno strano criterio che, in tutta sincerità, a noi sfugge totalmente. Non riusciamo a capire, infatti, come mai, nessun TG RAI nazionale abbia messo in onda inquadrature della fiumana di gente che ha costituito il corteo e neppure una visione d’insieme del palco.
Ci auguriamo che la Sede di Cosenza di RAI TRE non sia stata ispirata da motivazioni di carattere politico e nemmeno da scelte campanilistiche perché, altrimenti, nel primo caso, saremmo in presenza di una sorta di “censura” preventiva e, nel secondo, ci troveremmo di fronte ad una riproposizione di quell’atteggiamento retrivo e dannoso cui, purtroppo, la RAI cosentina ci ha abituati nel tempo e che è stato oggetto di numerose proteste provenienti da più parti, sia dalla società civile che dal mondo politico calabresi.
In entrambi i casi, comunque, si tratterebbe della negazione di una corretta e imparziale informazione da parte del Servizio pubblico televisivo, con ricadute negative ai danni della nostra amata terra, già relegata alle ultime posizioni negli scenari nazionale ed europeo e che, questo sì, viene proposta sui media, con dovizia di particolari e senza alcun taglio, esclusivamente per fatti di cronaca nera e, proprio in questi ultimi giorni, per lo scioglimento per contiguità mafiosa del Consiglio comunale di Reggio Calabria, evento che ha provocato un terremoto istituzionale che potrebbe anche innescare un effetto domino in altre amministrazioni e che ha gettato fango su tutti i calabresi onesti.