Nel 2008 sarebbe stata eletta grazie ai voti del clan Arena in cambio di provvedimenti favorevoli.
Con questa accusa pesantissima è stata arrestata l’ex sindaco di Isola Capo Rizzuto Carolina Girasole, considerata, probabilmente soltanto fino ad oggi, simbolo della lotta alla ‘ndrangheta. Ma specialmente in Calabria i simboli sembrano non resistere troppo a lungo. Sono in tutto 13 le persone raggiunte dall’ordinanza di custodia cautelare emessa dal gip di Catanzaro su richiesta del sostituto procuratore generale Salvatore Curcio.
Le persone indagate devono rispondere a vario titolo di associazione per delinquere, corruzione elettorale, turbativa d’asta, usura, favoreggiamento e rivelazione di atti d’ufficio. Tra gli arrestati figurano il boss Nicola Arena ma anche un poliziotto.
E sugli attentati subiti dalla Girasole, il Corriere della sera di oggi scrive: “[…] è stato possibile accertare che i danneggiamenti sono stati opera di criminalità comune e non della ‘ndrangheta. Addirittura, quando al Municipio i ladri hanno portato via i computer, la cosca Arena si è prodigata a farli ritrovare. Il sindaco si sarebbe rivolto a Francesco Gentile, uomo degli Arena, per riottenere tutti i computer. Un anonimo con una telefonata ai carabinieri, qualche giorno dopo il furto, ha permesso il ritrovamento della refurtiva”.
Red