“Il Comune ha prodotto uno sforzo incredibile per mettere in sicurezza lo stadio “Ceravolo”, rastrellando una cifra considerevole, quasi 6 miliardi di vecchie lire, in un momento di acuta crisi finanziaria di tutti gli enti locali italiani. Lo ha fatto – su forte imput del sindaco Rosario Olivo – per conseguire due obiettivi fondamentali: garantire il massimo della sicurezza a tutti coloro che assistono alle partite di calcio e sostenere la nuova società giallorossa nella sua rincorsa a prestigiosi traguardi degni della sua tradizione. Le polemiche e le strumentalizzazioni di questi giorni lasciano il tempo che trovano. La verità è che, dopo la morte dell’ispettore Raciti, l’inadeguatezza di gran parte degli stadi italiani è esplosa drammaticamente.
Anche i recentissimi episodi teppistici di Roma dovrebbero fare riflettere quanti, a mio parere con molta superficialità, sottovalutano l’impegno profuso dall’Amministrazione per fare del “Ceravolo” un impianto dotato dei requisiti essenziali per la sicurezza. Ciò non significa che la disputa delle prime gare ufficiali a porte chiuse ci abbia fatto piacere. Ma, ritengo, era indispensabile – anche sotto il profilo morale – rispettare la superiore esigenza di evitare scontri tra ultras o incidenti nelle partite casalinghe delle Aquile. Chi va allo stadio ha il diritto di vedere salvaguardata la propria incolumità. I genitori dei ragazzi che si recano allo stadio con sciarpe e bandiere devono poter dormire sonni tranquilli. E’ stato pertanto necessario rispettare parametri e prescrizioni scaturite dal cosiddetto “decreto Raciti”, ma anche da decisioni recentissime dell’Osservatorio nazionale sulle manifestazioni sportive. E’ stata una corsa contro il tempo, ma il risultato finale sarà uno stadio omologato per una capienza di 14.592 spettatori. Stupiscono perciò le polemiche e le strumentalizzazioni venute da alcuni settori politici che hanno direttamente sostenuto, fino a qualche anno fa, la dirigenza che porta la responsabilità storica del fallimento della gloriosa Unione Sportiva Catanzaro 1929. Si tratta degli stessi settori politici che favorirono l’operazione immobiliare della cessione gratuita del “Ceravolo” proprio a quei dirigenti responsabili del fallimento. Se quell’operazione fosse andata in porto, oggi Catanzaro non avrebbe né una squadra di calcio né uno stadio. E’ bene ricordare che, in tutti quegli anni, nessun intervento strutturale è stato effettuato, tanto che lo stadio è giunto progressivamente all’attuale stato di degrado. Appena insediato, il sindaco Olivo ha dovuto fronteggiare situazioni drammatiche e spendere tutta la sua autorevolezza per evitare la fine del calcio a Catanzaro. Anche il problema dell’agibilità di uno stadio vecchio e vetusto, palesemente inadeguato ad ospitare le attività professionistiche, anche alla luce delle severe normative antiviolenza, è stato affrontato con grande determinazione. Non era assolutamente facile recuperare una somma così importante e finalizzarla in tempi rapidi alla realizzazione del progetto di sicurezza.
Oggi siamo vicini al traguardo. Comune e Fc Catanzaro stanno lavorando con grande spirito di collaborazione, in considerazione del fatto che la squadra di calcio non è un fatto privato, ma un patrimonio di tutta la città e soprattutto dei tifosi. Proprio ai nostri impareggiabili sostenitori giallorossi, che mai hanno abbandonato il Catanzaro, chiediamo un pizzico di comprensione e di collaborazione. La riapertura del “Ceravolo” alle gare ufficiali è ormai imminente e presto le Aquile potranno nuovamente avvalersi dell’aiuto dei loro tifosi. Strumenti sofisticati come i tornelli, l’emissione di biglietti nominativi, la videosorveglianza permetteranno a tutti di godere lo spettacolo calcistico in tutta sicurezza, senza il terrore che eventuali scontri tra facinorosi possano trasformare una domenica di festa in una domenica di morte.
Sento il dovere, come presidente della commissione allo sport, di rivolgere a tutti coloro che hanno a cuore le sorti del Catanzaro un appello perché contribuiscano, ognuno per la propria parte, a rasserenare il clima. La squadra di calcio – partita benissimo nonostante l’handicap della gara a porte chiuse – ha bisogno appunto di serenità e fiducia per esprimere al massimo le proprie potenzialità ed aspirare ad un grande campionato. La politica resti fuori da queste vicende e non alimenti un clima di tensione tra gli sportivi”.
Anche i recentissimi episodi teppistici di Roma dovrebbero fare riflettere quanti, a mio parere con molta superficialità, sottovalutano l’impegno profuso dall’Amministrazione per fare del “Ceravolo” un impianto dotato dei requisiti essenziali per la sicurezza. Ciò non significa che la disputa delle prime gare ufficiali a porte chiuse ci abbia fatto piacere. Ma, ritengo, era indispensabile – anche sotto il profilo morale – rispettare la superiore esigenza di evitare scontri tra ultras o incidenti nelle partite casalinghe delle Aquile. Chi va allo stadio ha il diritto di vedere salvaguardata la propria incolumità. I genitori dei ragazzi che si recano allo stadio con sciarpe e bandiere devono poter dormire sonni tranquilli. E’ stato pertanto necessario rispettare parametri e prescrizioni scaturite dal cosiddetto “decreto Raciti”, ma anche da decisioni recentissime dell’Osservatorio nazionale sulle manifestazioni sportive. E’ stata una corsa contro il tempo, ma il risultato finale sarà uno stadio omologato per una capienza di 14.592 spettatori. Stupiscono perciò le polemiche e le strumentalizzazioni venute da alcuni settori politici che hanno direttamente sostenuto, fino a qualche anno fa, la dirigenza che porta la responsabilità storica del fallimento della gloriosa Unione Sportiva Catanzaro 1929. Si tratta degli stessi settori politici che favorirono l’operazione immobiliare della cessione gratuita del “Ceravolo” proprio a quei dirigenti responsabili del fallimento. Se quell’operazione fosse andata in porto, oggi Catanzaro non avrebbe né una squadra di calcio né uno stadio. E’ bene ricordare che, in tutti quegli anni, nessun intervento strutturale è stato effettuato, tanto che lo stadio è giunto progressivamente all’attuale stato di degrado. Appena insediato, il sindaco Olivo ha dovuto fronteggiare situazioni drammatiche e spendere tutta la sua autorevolezza per evitare la fine del calcio a Catanzaro. Anche il problema dell’agibilità di uno stadio vecchio e vetusto, palesemente inadeguato ad ospitare le attività professionistiche, anche alla luce delle severe normative antiviolenza, è stato affrontato con grande determinazione. Non era assolutamente facile recuperare una somma così importante e finalizzarla in tempi rapidi alla realizzazione del progetto di sicurezza.
Oggi siamo vicini al traguardo. Comune e Fc Catanzaro stanno lavorando con grande spirito di collaborazione, in considerazione del fatto che la squadra di calcio non è un fatto privato, ma un patrimonio di tutta la città e soprattutto dei tifosi. Proprio ai nostri impareggiabili sostenitori giallorossi, che mai hanno abbandonato il Catanzaro, chiediamo un pizzico di comprensione e di collaborazione. La riapertura del “Ceravolo” alle gare ufficiali è ormai imminente e presto le Aquile potranno nuovamente avvalersi dell’aiuto dei loro tifosi. Strumenti sofisticati come i tornelli, l’emissione di biglietti nominativi, la videosorveglianza permetteranno a tutti di godere lo spettacolo calcistico in tutta sicurezza, senza il terrore che eventuali scontri tra facinorosi possano trasformare una domenica di festa in una domenica di morte.
Sento il dovere, come presidente della commissione allo sport, di rivolgere a tutti coloro che hanno a cuore le sorti del Catanzaro un appello perché contribuiscano, ognuno per la propria parte, a rasserenare il clima. La squadra di calcio – partita benissimo nonostante l’handicap della gara a porte chiuse – ha bisogno appunto di serenità e fiducia per esprimere al massimo le proprie potenzialità ed aspirare ad un grande campionato. La politica resti fuori da queste vicende e non alimenti un clima di tensione tra gli sportivi”.