Intervistiamo

Il Catanzaro che verrà nelle parole del ds Logiudice

Scritto da Davide Greco

Il nuovo Catanzaro ha iniziato da qualche giorno la preparazione nel ritiro di Gubbio. Mentre dal campo arriva forte e chiara la voce di Auteri, sugli spalti assolati incontriamo il direttore sportivo Lo Giudice con il quale cerchiamo di fare il punto della situazione.

La receptionist dell’hotel è la cognata di Banelli. Sa che il figlio si sposa in Calabria ad agosto? Non faccio in tempo ad arrivare nella struttura (ndr l’hotel Beniamino Ubaldi che ospita il ritiro dei giallorossi) che già sento l’eco della storia piovermi addosso.

Percorro il vialetto che porta al campo di allenamento e sugli spalti trovo già qualche tifoso con la famiglia al seguito. Nessun parco giochi, nessuna attrazione, solo un prato verde e un nutrito gruppo di giocatori che inizia ad allenarsi. I bambini sui gradoni iniziano a canticchiare un timido “forza Catanzaro, alè alè”, poi si liberano dalla mano del padre e corrono lungo i gradoni, rincorrendo quei calciatori che non conoscono ma che hanno già eletto a propri beniamini.

Poco più distante Pasquale Lo Giudice segue con attenzione la sessione di allenamento, ne approfitto per avvicinarlo e fare una chiacchierata che diventerà una vera e propria intervista. Sono tante le domande, come sono grandi le aspettative della tifoseria, che nutre una passione sconfinata e se vogliamo fin troppo invadente. Ma Pasquale non si nasconde e cosi inizia a raccontare del suo amore.

pasquale lo giudice

Un amore che viene dal passato, dall’epilogo amaro delle finali play-off alla carriera di DS iniziata con risultati di prestigio e decisioni non comuni a tutti i suoi colleghi. Dopo l’esperienza con le vespe e il lutto che lo ha colpito, Pasquale torna dove aveva lasciato un pezzo del suo cuore.

Come sta vivendo questa nuova avventura in giallorosso? Con l’entusiasmo di chi ha continuato a seguire le sorti del Catanzaro anche quando la carriera professionale mi vedeva lontano dalla città sui tre colli. Posso guardare negli occhi il più tifoso dei tifosi, perché ho dato l’anima da giocatore prima e da direttore sportivo dopo.

Una carriera (ndr quella di DS) che lo ho consacrato molto presto con i traguardi della Juve Stabia e una serie di operazioni di mercato di tutto rispetto. Oggi Pasquale è nuovamente in giallorosso. Nel gennaio del 2016 lasciai la Juve Stabia perché non c’erano più le condizioni per lavorare bene. Sono disposto ad accettare le critiche, poi però bisogna motivarle e io per quello che riguarda il mio lavoro posso vantare di aver scovato talenti come Polak, Migliorini e Cancellotti. Quando me ne sono andato ho lasciato la squadra prima in classifica, non come quelli che abbandonano la nave quando affonda oppure che vogliono essere pagati fino all’ultimo centesimo.

Ho letto molto di quella vicenda e se non ricordo male alla base di tutto c’erano dei dissidi con la società. Non solo, ho avuto delle diversità di vedute con l’allenatore (ndr Fontana). Per lui Montalto non era all’altezza della situazione e adesso sai dove gioca? in serie B. Ma vedi per come sono fatto io, ho preferito mettermi da parte e rinunciare all’incarico.

Sei stato fermo più di un anno e adesso di nuovo a Catanzaro. Ho lasciato la Juve Stabia e  a distanza di pochi mesi ho perso mia moglie, quindi ho preferito dedicarmi per qualche tempo ai miei figli. Il mio legame con il Catanzaro non si è mai interrotto, in passato mi cercò anche Cosentino, poi lo scorso anno ho incontrato il presidente Noto in più occasioni. Finchè sono subentrato a stagione ormai in corso.

Ritieni che al Catanzaro di oggi manchi la figura del DG? Sto provvedendo in prima persona ad organizzare tutto quello che è necessario, a far quadrare i conti. Mi piace tenere sotto controllo la situazione. Il ritiro qui a Gubbio l’ho organizzato io e con gli stessi soldi che si sono spesi in passato in strutture meno adeguate.

I ricordi da giocatore sono ancora nitidi. Due spareggi persi malamente… poi a 35 anni divenni uno dei più giovani direttori sportivi d’Italia e riuscii a vincere il campionato di C1 con una squadra costruita per la C2. All’inizio Corona non convinceva e già si iniziavano a sentire i primi mugugni, poi è diventato quello che conosciamo. Ho pianto per non aver avuto la chance di lavorare in serie B, poi nel 2007 sono tornato ma i tempi non erano ancora maturi e alla fine ho strappato il contratto che mi legava alla società per altri 2 anni, rinunciando alle mie spettanze.

Il suo attaccamento al Catanzaro non è in discussione, eppure sembra che Pasquale abbia voglia di togliersi qualche sassolino dalla scarpa. Forse percepisce le perplessità della tifoseria come una critica diretta al suo operato. A volte i tifosi non si guardano indietro e non riescono a capire la difficoltà di allestire una squadra di calcio senza incorrere negli stessi errori che hanno accompagnato le società negli ultimi anni. Le cose vanno fatte con criterio, aspettando il momento opportuno, vincendo la concorrenza e soprattutto concordando con l’allenatore le figure davvero utili alla squadra.

Nonostante la fiducia e la stima, non si può negare che serpeggi un certo malcontento. Il mercato langue, le altre squadre si rinforzano mentre noi viaggiamo con un basso profilo. Quando sono arrivato ho detto subito che il prossimo (ndr l’attuale stagione) sarebbe stato l’anno zero. Non era un modo di mettere le mani avanti, ma io non sono abituato a fare promesse campate in aria. Il presidente è rimasto scottato dalla sua prima esperienza nel mondo del calcio professionistico ed è normale che adesso si cerchi di fare bene e senza fretta.

Probabilmente anche un esperto imprenditore come Noto doveva pagare lo scotto del primo anno, ma a pensarci bene si poteva e si doveva fare decisamente meglio. Quando sei arrivato tu la situazione era già decisamente preoccupante. Al presidente Noto era stato proposto di spendere 4mln di euro a gennaio garantendo play-off certi o addirittura la promozione in B. Telefonicamente mi chiese cosa ne pensavo e io risposi che se era certo del risultato allora avrebbe fatto meglio a spendere 4mln e mezzo.

Quindi avevi già contatti con Noto. Ma si, nel mondo del calcio è normale scambiarsi opinioni. Il presidente voleva arrivare almeno nei play-off, ma temeva di ricevere qualche punto di penalizzazione. Avendo seguito la squadra dissi al presidente che invece dei play-off forse era il caso di guardarsi le spalle.

Cos’è che non ha funzionato dal punto di vista tecnico lo scorso anno? Non giudico il lavoro degli altri, però posso affermare con certezza che il risultato sul campo dipende da moltissimi fattori. Promettere i play-off oppure basare la forza di una squadra solo sul valore del cartellino dei giocatori non è il mio modo di lavorare.

Pur riconoscendo la difficoltà di ricostruire una squadra da zero, il ritiro di Gubbio è iniziato con pochissimi effettivi. Quali sono le difficoltà del mercato? Le difficoltà arrivano se lavori in fretta. La struttura in cui ci troviamo mette a disposizione il campo di allenamento, la piscina, le attrezzature, lo studio medico e tutto ciò che serve per dare ai calciatori l’idea di trovarsi in un ambiente serio. Loro sono il nostro primo biglietto da visita, infatti è normale che fra di loro parlino e si diano consigli, in passato la piazza di Catanzaro non era ben vista. Questo è un nuovo inizio.

E’ vera la storia che alcuni calciatori rifiutano il Sud perché le mogli non vogliono trasferirsi?  Io vivo a Soverato e non la cambierei con nessun’altra città, ma questo vale anche al contrario. Tanti preferiscono restare al centro nord, spesso per motivi familiari.

Nell’ultimo mese sono girati i nomi di tantissimi calciatori, alcuni ambiti anche in cadetteria. Catanzaro è una piazza cosi terribile oppure è normale che per avere un giocatore del calibro di Doumbia bisogna aspettare tempi lunghi? Il lavoro del direttore sportivo non è cosi semplice come si crede. Per alcune trattative occorre seguire con attenzione le dinamiche che legano i procuratori ai calciatori e i calciatori alle società di appartenenza. E’ normale che ciascuno cerchi di portare l’acqua al proprio mulino dilatando i tempi con l’obbiettivo di guadagnare il più possibile.

Dal campo di sente forte e chiara la voce di Auteri. Come viene percepito dai giocatori, più autorevole o autoritario? Nel calcio è sicuramente un allenatore molto valido. Ascoltandolo da qui può sembrare un po’ rude, in alcune occasioni addirittura sopra le righe, ma in realtà quando si rivolge ai calciatori non è mai autoritario. Non dice mai le cose con rancore. auteri

Alcuni della vecchia guardia sono dati per partenti, eppure si impegnano come i nuovi arrivati. Se da un lato i più giovani sono mossi dall’entusiasmo, quelli con più anni e più esperienza potrebbero risentire di questa nuova situazione che non li vede del tutto coinvolti. Cosa ne pensi di Infantino, potrebbe tornare utile alla causa giallorossa? Questo dev’essere il mister a stabilirlo. E’ chiaro che un giocatore come Infantino ha un certo contratto e non è semplice ricollocarlo perché le eventuali pretendenti chiederebbero ovviamente di tagliare lo stipendio.

Parliamo del mercato attuale. Ad esempio la scelta di Figliomeni non convince del tutto per via del fatto che nelle ultime stagioni è stato poco impegnato. Giuseppe è un difensore di categoria superiore. Negli ultimi anni ha trovato poco spazio perché si è aggregato a squadre che avevano già una propria ossatura e non ha avuto la possibilità di esprimersi con continuità. Ha patito anche qualche infortunio, ma resta un elemento molto valido che tra l’altro Auteri conosce bene per averlo avuto nella Nocerina.

Restando sulla difesa, dopo l’arrivo di Pambianchi, che abbiamo apprezzato la scorsa stagione a Rende, alla corte di Auteri arriva anche Baldan. Il reparto può considerarsi al completo? Nessun reparto è ancora al completo, sto lavorando per dare al mister le figure di cui ha bisogno e Baldan è una di queste. Un ragazzo molto promettente fortemente voluto proprio dal mister che lo ha allenato ai tempi della Nocerina.

Se per Riggio, Nicoletti e Posocco è arrivata la firma, di Murano da un paio di giorni si sono perse le tracce. Dobbiamo considerarlo un giocatore del Catanzaro? Si, Jacopo è un giocatore del Catanzaro. Ha accusato un affaticamente muscolare e sta svolgendo un lavoro differenziato in piscina.

Dopo il promettente Golubovic è arrivato anche Elezaj. Al momento sono 5 i portieri, non sono un po’ troppi? Elezaj e Golubovic saranno i nostri portieri, poi c’è Clemente, Pellegrino (classe 99) in prova e infine Nordi con cui stiamo valutando il da farsi.

Si è parlato tanto di Strambelli e di Casoli per rinforzare la linea d’attacco e il centrocampo, però il primo si può dire quasi ufficiale alla Viterbese, mentre il secondo non sembra nemmeno sul mercato. Si tratta di una situazione un po’ delicata perché Strambelli e Casoli hanno lo stesso procuratore e in più Strambelli ha intentato una causa giudiziaria contro la società del Matera (ndr vincendola) che già di suo versa in condizioni precarie. E’ normale che la società cerchi di cautelare il proprio parco giocatori dopo che Strambelli ha ottenuto di essere svincolato d’ufficio.

La nostra cantera riesce a sfornare pochi validi elementi, era necessario privarsi di Furina e Caliò? Furina è rientrato nell’affare con la Spal e Caliò è stato ceduto al Pescara in serie B. Per entrambi ci siamo riservati delle opzioni in base al loro rendimento, cosi da avere un ritorno economico in futuro. In questo momento è un sacrificio necessario. Fra i giovani che si allenano con noi è rimasto Ielo.

Si è parlato di calciatori come Polak, Atanasov, Pezzi ed altri. Addirittura un calciatore brasiliano ha postato sul proprio profilo social di essere vicino all’uesse. Negli ultimi giorni si è parlato di un clamoroso ritorno di Russotto, che potrebbe arrivare qui in ritiro domani stesso. Ci sono stati accostati tanti calciatori che non abbiamo mai cercato.

I tifosi aspettano la prima amichevole. Dovremmo organizzarla per domenica prossima. La società del Gubbio si è proposta, ma credo che Auteri preferisca fare una prima uscita con un altro tipo di avversario.

Quali sono ancora i ruoli da coprire? C’è da fare ancora molto lavoro per completare la squadra. Stiamo cercando 2 profili come esterni d’attacco, 2 centrocampisti e 2 difensori.

Auteri fa suonare il suo fischietto, decretando il rompete le righe della sessione pomeridiana. Termina anche la mia chiacchierata con Pasquale. Nei prossimi giorni il presidente Noto farà visita alla truppa, probabilmente vorrà accertarsi che la preparazione si svolge in un clima sereno. E le mie impressioni in tal senso sono positive. La squadra risponde bene alle direttive di Auteri, che fa ripetere i movimenti con cura manicale. Non c’è nessuno che si lamenta, nessuno che sbuffa, al contrario tutti i calciatori cercano di ritagliarsi un posto perché forse iniziano ad intravedere i contorni di un progetto ambizioso.

Il nuovo Catanzaro sta nascendo fra gli intricati meccanismi di uno staff nuovo, che merita di essere giudicato a tempo debito. Il direttore sportivo sta cercando di mediare le esigenze del mister con un budget che ci consente di strappare Giannone e Statella alla concorrenza, di trattare Doumbia, di acquisire due portieri davvero talentuosi. Certo non siamo al completo, ma i tempi per far bene ci sono tutti.

Gli addetti ai lavori sono fiduciosi, ma anche consapevoli che molto presto finiranno sotto la lente d’ingrandimento di un ambiente caldo come quello giallorosso. La quiete della verde Umbria sta plasmando il Catanzaro del futuro, finalmente lontano dalle vicende extra-calcistiche che in questi giorni vedono coinvolte tantissime società. Non la si può chiamare una vittoria, ma una buona premessa sicuramente si.

 

 

 

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Davide Greco

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