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Intervista al presidente Lega B: Costi, Giovani e Stadi i temi caldi [Video]

Scritto da Danilo Petrolino

Paolo Bedin a Radio TV Serie A con RDS, ospite della rubrica “Goal Economy” di Marco Bellinazzo

CRESCITA DEI RICAVI, MA ANCHE DEI COSTI

Aspetto fondamentale, che però si estende anche alla serie A e alla serie C. Il nostro è un settore industriale, perché il calcio ormai va trattato come comparto economico. Il calcio ha vissuto negli ultimi anni un paradosso, un incremento dei ricavi e quindi un allargamento della capacità di creare e intercettare valore. Ma anche, come spesso succede al nostro settore, un incremento ancora più significativo di costi. Che ha portato ad un preoccupante deficit e un ancora più grave indebitamento.

IN CHE DIREZIONE SI PUÒ ANDARE PER RITROVARE SOSTENIBILITÀ

Facendo una premessa fondamentale, siamo un sistema aperto con promozioni e retrocessioni che deriva da una cultura sportiva europea. È un valore. Il valore del turnover può creare delle criticità in termini di stabilità, ma è un valore che permette il sogno al tifoso, la crescita di una società sportiva, l’approdo in campionati che generano più valore economico. Che va difeso. Certamente va trovato un equilibrio difficile, complesso, perché i club si trovano in una situazione di compromesso tra la competitività sportiva, che porta ad investimenti e costi nell’area tecnica con rose importanti di giocatori e tecnici, e la sostenibilità del conto economico. È un compromesso difficile da trovare.

PENSARE A UNA QUOTA PIÙ FLESSIBILE DELLO STIPENDIO LEGATA AI RISULTATI

Mediamente tra Serie A, B, C l’incidenza degli emolumenti, degli stipendi sportivi, degli atleti, da un minimo del 75% addirittura a oltre il 100%. Vuol dire che in taluni casi erodono il 100% dei ricavi dell’azienda. È ovvio che questa situazione non è più sostenibile. Per due motivi: per le proprietà attuali che non riescono a farne fronte e perché non permette di intercettare proprietà sane future.
Responsabilizzare l’atleta in quello che possiamo definire il rischio d’impresa, legato alle promozioni e retrocessioni, che determinano un crollo dei ricavi.

LE POLITICHE SUI GIOVANI

Va seminato il culto del settore giovanile, del vivaio, dello scouting nel senso buono del termine, specie nel territorio di riferimento. È un valore sociale e di comunità. Avere una squadra professionistica di riferimento in ogni provincia, che è in grado di essere da collettare di centinaia di società dilettantistiche che lavorano bene sul settore giovanile, diventa non importante, ma fondamentale.
Va spinto l’investimento in strutture per il settore giovanile e quello in professionalità a livello di allenatori, preparatori atletici e tutto il personale, lo staff tecnico che supporta il settore giovanile.

TEMA STADI

Ogni società cerca assieme al comune o all’amministrazione di far fronte ai requisiti minimi che i criteri FIGC impongono, sono investimenti per essere a norma. Ma questa non è una riqualificazione globale della nostra impiantistica sportiva. Il ministro sta cercando di operare in questo senso, per costruire un progetto globale. C’è un tema importante di investimenti perché per costruire nuove strutture o riqualificare quelle esistenti bisogna investire decine di milioni con un ritorno a 20/30 anni. Convengo con il ministro che ci voglia una progettualità centrale che possa dare regole e tempistiche certe e dare un aiuto sull’accesso al credito e al reperimento degli investimenti che sia uniforme.

Ci sono delle realtà che si stanno muovendo, ho un po’ più di fiducia rispetto a dieci anni fa. Mi auguro che ci sia una accelerata forte su questo tema perché non è solo una questione di strutture da sostituire, ma più in generale un elemento di appealing di quegli impianti verso i tifosi, oltre che anche economico per generare nuovi ricavi. Se dobbiamo riequilibrare il conto economico, gli altri sistemi ci hanno dimostrato che gran parte dei ricavi provengono dal match day e derivano dall’organizzazione dell’evento e dall’occupazione di quell’impianto per più ore e più giorni. Una riqualificazione dell’impiantistica porta innumerevoli benefici al sistema.

Lo stadio si porta dietro da decenni il concetto di operazione speculativa, mentre spesso è una operazione di investimento dal ritorno incerto. Spesso si parte dalla parte architettonica, senza studio di fattibilità, senza studio sull’impatto ambientale, senza business plan adeguati che permettano di capire la sostenibilità dell’investimento. Ci vuole uno sforzo affinché il tema sia posto nella maniera corretta a tutta la collettività, ci vuole unione tra pubblico e privato e possibilmente una regia centrale che dia tempi e modalità certi per l’operazione.

Fonte Lega B, Video Lega A

Autore

Danilo Petrolino

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