Con il proscioglimento dalle accuse per gli ultimi cinque imputati rimasti sotto processo – per rispondere di associazione a delinquere -, è definitivamente crollato, oggi a Catanzaro, il processo nato dall’inchiesta per presunti illeciti connessi alla gestione delle graduatorie del personale Ata (ausiliario-tecnico-amministrativo) da parte del Csa (Centro servizi amministrativi – ora Ufficio scolastico provinciale) del capoluogo calabrese.
Il tribunale collegiale del capoluogo, ieri pomeriggio, ha accolto le richieste avanzate alla scorsa udienza del 22 gennaio dai difensori dei cinque imputati (gli avvocati Enzo Attisani, Enzo Savaro e Ilda Spadafora), facendo cadere la più grave accusa mentre per la maggior parte delle altre era gia’ intervenuto l’effetto dello scorrere del tempo con l’inevitabile dichiarazione di estinzione dei reati contestati.
Prescrizione che, fin dai mesi scorsi, aveva fatto sì che molti imputati uscissero via via di scena, assieme alle contestazioni loro mosse. L’inchiesta sul personale Ata è stata conclusa nel 2007 – alcune contestazioni risalivano fino al 2004.
Fu avviata anni prima dall’allora sostituto procuratore della Repubblica Luigi de Magistris a seguito di denunce sporte dalla Cgil, e portò la Procura ad ipotizzare reati che, complessivamente, andavano dall’associazione a delinquere finalizzata a una serie di abusi d’ufficio, falsi e truffe ai danni della Pubblica amministrazione, alla corruzione continuata, alla tentata concussione, a varie altre ipotesi di falso, abuso d’ufficio e truffa, e che hanno riguardato a vario titolo dirigenti, funzionari e operatori amministrativi del Csa, dirigenti scolastici, titolari di scuole private, e una lunga serie di Ata che sarebbero stati ingiustamente favoriti. (AGI)