Potrebbe crollare il procedimento giudiziario nato dall’inchiesta sulle presunte firme false inserite nella dichiarazione di presentazione della lista “Per Catanzaro” alle elezioni comunali del 2012 del capoluogo calabrese. Oggi, infatti, all’avvio dell’udienza preliminare a carico delle tredici persone indagate per reati che vanno dalle violazioni delle leggi speciali in materia elettorale al favoreggiamento personale, fra le questioni preliminari sollevate dai difensori, l’avvocato Enzo Savaro ha eccepito, in particolare, una questione di asserita incompetenza per territorio e per funzione del giudice catanzarese, dal momento che, ha sottolineato il penalista, in base all’ordinamento rispetto ai reati contestati si devono considerare “persone offese” tutti gli elettori catanzaresi, e dunque anche i giudici interessati a vario titolo dal procedimento.
La posizione di persone offese dei giudici in servizio negli uffici giudiziari del capoluogo, ove venisse confermata, li renderebbe dunque incompetenti a pronunciarsi – in favore della competenza dei colleghi di Salerno – e porrebbe anche un problema di validità di tutti gli atti autorizzati in fase di indagini. La decisione del giudice dell’udienza preliminare, Pietro Scuteri, sulla determinante questione si conoscerà alla prossima udienza del 28 gennaio. Le persone per le quali il sostituto procuratore titolare dell’inchiesta, Gerardo Dominijanni, ha chiesto il rinvio a giudizio sono: l’ex assessore comunale Massimo Lomonaco, e la segretaria del movimento “Per Catanzaro” Barbara Veraldi, entrambi ritenuti “istigatori” del progetto illecito, e il dipendente comunale dell’ufficio Anagrafe, Onofrio Dominiaci, i quali, secondo le ipotesi d’accusa, avrebbero “falsamente attestato che le firme relative alla dichiarazione di presentazione della lista Per Catanzaro dei candidati al consiglio comunale per l’elezione del sindaco erano state apposte in sua presenza previa identificazione dell’identità dei dichiaranti”; e poi l’ex vicepresidente del consiglio provinciale, Maurizio Vento, che come pubblico ufficiale avrebbe falsamente attestato che due firme “erano state apposte in sua presenza previa identificazione dei dichiaranti”.
Ed ancora, quanto all’accusa di favoreggiamento, sono stati indagati: Michele Leone, Angelica Mauro, Tommaso Caruso, Immacolata Dolce, Giovanni Dolce, Elena Leone, Emanuela Carioti, Giulia Montesano, Filippo Lacanna, che secondo l’Ufficio del pubblico ministero “sentiti quali persone informate sui fatti dalla Digos della questura di Catanzaro dichiaravano falsamente di aver sottoscritto gli elenchi di presentazione dei candidati della lista denominata Per Catanzaro presso il Comune di Catanzaro alla presenza di Dominiaci, pubblico ufficiale che procedeva alla loro identificazione”. Le accuse formulate dagli inquirenti riguardano, in particolare, 90 firme balzate alla loro attenzione dopo che decine di cittadini non le hanno riconosciute come proprie nonostante comparissero nei documenti presentati a supporto della presentazione della lista “incriminata”. (AGI)