Non amiamo la retorica, eppure oggi ci ritroviamo a scrivere di Massimo Capraro. Siamo stati sollecitati dai nostri amici, guardiani delle storie del Catanzaro, a condividere questo tributo. Avremmo potuto scegliere di tacere, ma il tempo e la memoria sono sfide che affrontiamo insieme, e scrivere diventa un modo per custodire il nostro patrimonio comune.
Lasciare la propria terra sembra mai un addio per sempre. Si immagina sempre un ritorno, eppure alcune assenze, come quella di Massimo, diventano definitive. Il Catanzaro ha colmato queste distanze, riportandoci ogni domenica nella nostra città e nel nostro stadio, rafforzando i legami che resistono al tempo.
Per chi lo ha conosciuto, Massimo era più di un amico; era una presenza costante, un punto di riferimento. La sua mancanza è ora una lacuna nel tessuto della nostra comunità, ma il suo spirito anima ogni angolo del Catanzaro. In lui, vedevamo l’essenza di una passione che unisce, un amore per il gioco che trascende le sole partite.
Queste parole sono un inno a Massimo, un impegno collettivo a non lasciare che il tempo cancelli ciò che abbiamo vissuto insieme. Nel ricordo di Massimo, nei momenti di trionfo e nei periodi di dolore, scopriamo una promessa di immortalità. Non permetteremo che il tempo eroda i nostri ricordi. Perché, finché il nostro cuore batte, lui vivrà con noi, nel canto della curva, nel colore delle nostre bandiere, nel palpito di ogni partita.
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Harp
