CATANZARO  Sfortuna e “piedi molli” sotto porta. A voler essere estremamente sintetici, lo strano momento attraversato dal Catanzaro si potrebbe spiegare così. Da qualche partita non riesce a vincere per pochi centimetri, per isolate distrazioni o per quel pizzico di cattiveria calcistica che serve per portare a casa i punti necessari a compiere un’impresa. Anche a Fermo, dopo 90′ passati ad aspettare il gol, i tre punti sono rimasti un’illusione. Inutilmente, i vari Corona, Luiso, Morello, Toledo, Biancone e via via dicendo hanno provato a scardinare il bunker marchigiano.
A leggere in fila gli attaccanti giallorossi, viene spontaneamente da chiedersi perché tanta difficoltà a far gol. E dire che Piero Braglia era pure riuscito a recuperare in extremis Pastore e Morello, entrambi autori (ancora una volta) di una gara sopra le righe. Ma domenica non è servito, come oggi non serve rammaricarsene, e in fondo di spiegazioni vere e proprie per questo pareggio quasi inatteso non se ne trovano poi tante.
Si dice spesso che il calcio è fatto di episodi, e che conta soprattutto buttarla dentro. Beh, il Catanzaro lo fa col contagocce o non lo fa affatto, e gli altri ne approfittano. Chi per guadagnare un punto, chi alternandosi in cima al girone, altri inseguendo più o meno costantemente.
Al Catanzaro manca l’acuto, gli altri vivacchiano. Per questione di centimetri, o di quel pizzico di cattiveria in più che adesso bisogna tirar necessariamente fuori dal Giulianova in poi.
Ivan Montesano