Intervistiamo

In corso il seminario organizzato dall’ASP Catanzaro sull’ autismo infantile

Si sta svolgendo in questi giorni a Lamezia Terme il secondo modulo del seminario di formazione metodologica sull’autismo infantile, che ha l’obiettivo di approfondire la conoscenza del metodo di intervento D.I.R. (Developmental Individual difference Relationship-based) e dello spettro autistico, uno dei trattamenti utilizzati per questa patologia che porta a una condizione di isolamento e incomunicabilità .

Il corso di aggiornamento è stato organizzato dall’unità operativa Formazione e Qualità dell’Asp di Catanzaro in collaborazione con l’unità operativa Neuropsichiatria infantile di Catanzaro, per quelle figure professionali che, a vario titolo, si trovano coinvolte nel percorso diagnostico e terapeutico dei bambini che hanno disturbi della relazione e della comunicazione: neuropsichiatra, fisiatra, psichiatra, pediatra, psicologo, terapista riabilitazione, infermiere pediatrico fisioterapista, logopedista, terapista della neuro e psicomotricità dell’età evolutiva, educatore professionale e assistente sociale. Gli aspetti fondamentali del trattamento dell’autismo infantile attraverso il metodo D.I.R., sono esaminati con il qualificato contributo della relatrice dott.ssa Maria Teresa Sindelar, psicologa e psicoterapeuta FSP (Federazione Svizzera delle psicologhe e degli psicologi), al fine di apprendere le fasi del percorso, un lavoro in equipe, che dalla valutazione conduce al trattamento.

Il modello D.I.R., un approccio ancora poco diffuso in Italia, rappresenta un metodo di comprensione e di intervento globale che tiene conto della definizione del livello di sviluppo funzionale ed emozionale raggiunto dal bambino, delle differenze individuali nelle modalità attraverso le quali egli riceve, elabora e risponde alle informazioni sensoriali e motorie,  elementi chiave per la costruzione di pattern (insieme di stimoli) per il rapporto con l’esterno e con le persone. Si tratta anche di un modello centrato sulla creazione di relazioni emotive significative come veri promotori di sviluppo e d’apprendimento. Il modello D.I.R. si basa su un’attenta osservazione dell’interesse naturale del bambino, delle sue motivazioni e del suo peculiare modo di interagire con l’esterno per consentire all’operatore di entrare nel suo mondo e, pian piano, portarlo verso un universo di condivisione. Cosa impossibile se non si conosce il profilo individuale di ciascun bambino. Per questo si lascia la generalità per entrare nel mondo d’ogni singolo paziente, elaborando un intervento “su misura”, in accordo col profilo individuale di quel bambino.

Fabrizio Scarfone

Autore

Redazione

Dal 2002 il portale più letto e amato dai tifosi giallorossi del Catanzaro

Scrivi un commento