Precisa denuncia del Tecnico giallorosso:” se si vuole programmare qualcosa di importante e giocare a calcio, bisogna partire dalle strutture”
di Giuseppe Mangialavori
In tempi non sospetti chi scrive aveva rivolto un appello accorato a coloro i quali si occupano e hanno precise responsabilità in riferimento al terreno di gioco del Nicola Ceravolo. La situazione è peggiorata e palesa l’assoluto menefreghismo e negligenza da parte di chi per tempo era stato avvisato e non ha provveduto alla cura del manto erboso a vantaggio di seggiolini/tornelli e tempistiche di realizzazione tra l’altro mai rispettate. Fa senso vedere una persona pacata e misurata come Provenza “straripare” (ed ha pienamente ragione) nel denunciare l’insufficienza dell’impianto di drenaggio ed aggiungere al suo dire “oggi non si è fatto calcio”. All’incalzare di domande da parte di un collega sulla gara con la Vibonese, il Mister giallorosso ribatte il concetto senza mezzi termini, quasi irritato.
Se avesse parlato in tal senso adducendo a scusante le condizioni del terreno un altro allenatore, forse avremmo potuto minimizzare, ma le parole di una persona seria, professionale e misurata come quelle proferite da Nicola Provenza suonano come un preciso allarme. Le prestazioni del Catanzaro tra le mura amiche provano l’impossibilità di fare gioco da parte delle Aquile. Anche il tecnico ha citato gare come quella contro il Gela o il Noicattaro. Ha addirittura confessato di avere subordinato (nella seconda frazione di gara) gli schemi e il posizionamento in campo dei suoi uomini al fine di consentire agli stessi di giocare nelle zone meno gibbose del campo. Saremmo curiosi di conoscere le responsabilità di tutto ciò, anche se (ne siamo più che certi) nel riduzionismo che attanaglia questo Paese, avremmo i soliti ping pong e rimbalzi di responsabilità. Ma l’accusa è netta, palese e quasi gridata dal tecnico giallorosso che dichiara ai microfoni:”…questo non è un terreno pesante, questo è un terreno dove non si può giocare a calcio ed è bene dirlo una volta per tutte, perché se il Catanzaro vuole costruire un futuro deve partire dalle strutture. Io sono, come sapete, una persona che cerca con calma ed in maniera ponderata di dire le cose però ci sono dei limiti a questo e io penso che in questo momento la condizione del terreno di gioco rende impossibile qualsiasi tipo di situazione…Ovviamente c’è stata una volontà da parte della Società e da parte anche di quelli che possono darci una mano. Io ieri ho addirittura parlato con Pino Crapella che sta facendo i salti mortali per tenere questo manto erboso, ma il problema non è l’erba il problema è il sistema di drenaggio che è saltato e non da adesso…Il problema è che se si vuole programmare qualcosa di importante e giocare a calcio, per giocare a calcio c’è un terreno sul quale si gioca a calcio, se voi pensate che questa sia stata una partita di calcio abbiamo visuali diverse ”.
I membri delle varie “commissioni” che proprio poco tempo addietro hanno palesato la propria soddisfazione in riferimento ai miracolosi (???)… passi avanti fatti per la messa a norma del Ceravolo, si preoccupassero di delineare le responsabilità di quanto denunciato dal Tecnico giallorosso e di provvedere a fornire i dovuti rimedi nei tempi giusti. Le carriere politiche si fanno, si disfano o possono lievitare (a noi non interessa), i danni causati a legamenti insieme ai muscoli ed alle speranze di un Popolo troppo spesso preso per i fondelli, il più delle volte, ahimè possono essere irreparabili (come già lo sono stati in passato e ne stiamo ancora pagando le conseguenze).
Il Catanzaro anche per gli allenamenti è nomade tra campetti che minacciano la salute dei propri atleti. Più di una volta da queste colonne (vedi l’ottimo lavoro del collega Ferragina del 5 febbraio scorso:“Allenamento al CAMPO… “) si è palesemente denunciata questa problematica. Non solo, ora si aggiunge “ufficialmente” il Ceravolo. Chi ha orecchie per sentire e occhi per vedere, tragga le proprie conclusioni. Se a questi precisi input non seguiranno fatti, avremo anche i nostri nasi da tappare, per evitarci di respirare puzza.
Di calcio, innanzi a tutto ciò, come giustamente ha detto l’ottimo Provenza, oggi non ne parliamo, perché quella disputata contro la Vibonese non è stata una partita di calcio e chi scrive è totalmente d’accordo.
Giuseppe Mangialavori
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