”Il tifoso non tifante”

In un triste prologo primaverile si tenta di capire

Il tifoso non tifante è indifferente alla sua squadra
ci tiene assai a dire “forza aquile” ma poi non grida allo stadio
è come un ateo praticante seduto in chiesa la domenica
si mette apposta un po’ in disparte per dissentire dalla “predica”

Il tifoso non tifante è solo un titolo o un’immagine
per cui sarebbe interessante verificarlo in un’indagine…

Intervistate quel tifoso
che non ascolta mai l’altrui parere
oltre al suo in ogni istante
sentiamo come si giustifica

Il tifoso non tifante
è come un sasso che non rotola
tiene le mani nelle tasche
e i pugni stretti quando nevica
prepara un viaggio per una trasferta ma non parte
pulisce casa ma non ospita
conosce i nomi dei giocatori che taglia con la lingua elettrica

Il tifoso non tifante conserva intatta la sua etica
dalle sue droghe si rinfresca con una bibita analcolica
ha collegato la stampante ma non spedisce mai una lettera
si è comperato un mangiacarte per sbarazzarsi della verità

Il tifoso non tifante
è sempre stato un uomo fragile
poteva essere un’aquila ed è rimasto un pollo

Telefonate al suo informatore
che contatta perché è una fonte “ufficiale”
Lui dice sempre cose certe
e non lo si può mai contraddire

Il tifoso non tifante
con un sapone che non scivola
si fa la doccia dieci volte
e ha le formiche sulla tavola
prepara una trasferta ma non parte
pulisce casa ma non ospita
conosce i nomi dei calciatori
che taglia con la lingua elettrica

Prepara una trasferta ma non parte
pulisce casa ma non ospita
lo fa svenire un po’ di sangue
ma poi è per la sedia elettrica

Onore a Bersani ed a lui vanno le mie scuse se mi sono permesso di utilizzare il suo “verbo”, modificandolo ad hoc, ma mai come adesso lo stesso si addice ad una situazione alla quale assistiamo da anni, senza avere il coraggio o la forza di dire “basta”!
La mia memoria ritorna ai tempi della scuola, quando con la primavera alle porte, il professore dava spazio alle ultime interrogazioni “salva anno” a coloro che erano i maggiori indiziati per la “salvezza”… Ricordo del sudore freddo, dei foglietti imboscati, dei compiti “passati”, insomma dell’impegno a fare di tutto per “salvarsi”…
Ricordo anche dei compagni rassegnati che accompagnavano con un sorriso le proprie “esibizioni” scadenti, come se il loro destino fosse già segnato. Tutto ciò purtroppo mi ricorda il Catanzaro dell’ultimo biennio insieme all’ignavia di tutti coloro che avrebbero potuto fare o almeno dire e non hanno né fatto, né detto. I dissenzienti da questo stato di cose sono stati emarginati o etichettati come disfattisti imputando loro il fatto di non uniformarsi ad essere “Tifosi non tifanti”.

E ti ritrovi con i soliti tristi allenamenti di fine stagione, i soliti debutti dei “giovanissimi interessanti”(???) da lanciare (dove?) nella prossima stagione, i soliti punti fermi da riconfermare e i soliti “anziani” che potrebbero essere una ricchezza ecc. ecc. bla,bla, bla, bla e con i soliti giocatori che meritano di andare via… perché meriterebbero di più!!!!!!!!!!!! (Perché? Il Catanzaro farebbe schifo?)

Nell’encefalo di tutti si rincorrono i vari “perché”, ma la mente stanca da tanti quesiti, si riposa a causa della spossatezza della resa incondizionata dettata dal pericolo di poter essere dei “Don Chischotte” vaganti. Ma, cento volte meglio “Don Chischotte” che “Tifoso non tifante”!

Non voglio correre il rischio di fare l’errore che condanno, ma offenderei l’intelligenza dei cortesi lettori se dicessi che fino a quando la matematica… bla … bla … bla, ma almeno mi piacerebbe che tutti capissero che la prossima stagione [di B o di C1… (non si sa mai?!?)] si programma da ora. Solite parole le mie, soliti riscontri dalla realtà, soliti arrivi tardivi nel mercato di riparazione, solite pianificazioni figlie della peggiori approssimazioni. Mi piacerebbe avere dichiarazioni più veritiere da parte degli addetti ai lavori. In questo silenzio assordante, si avesse il coraggio di dire cosa si vuol fare del Catanzaro targato 2006/2007. Ne avremmo il diritto. I misteri della proprietà, le parole dette e non dette, le riunioni stucchevoli e infruttuose, le colpe assegnate e le frettolose assoluzioni di questo o quello, tutto ciò non è edificante e non porterà mai a nulla. A Bari, nell’ultima sfortunatissima trasferta, è stata la prima volta nella mia vita, che dopo l’autogol di De Angelis, ho assistito ad un boato anomalo di risate. I supporters baresi, oltre alla fisiologica esultanza, mixavano risate grosse e grasse a sottolineare la goffa esibizione del difensore giallorosso, un bonsai di due stagioni da perdenti recidivi. Giordano, negli spogliatoi a sottolineare che bisogna lavorare bene nelle ultime gare per salvare la dignità. Ma cos’è questa dignità oggetto sconosciuto o al massimo smarrito anche in questi primi tristi tepori primaverili?

E allora che gli uomini liberi si dessero una mossa. Che gli addetti ai lavori dicessero subito cosa vogliono fare senza lasciare questo aspetto alle frettolose e ingarbugliate soluzioni estive,o ancora peggio, autunnali o invernali. Sembra che si stia facendo dolosamente di tutto per annientare l’entusiasmo di una tifoseria che ambisce semplicemente ad un po’ di serenità e chiarezza.

Non c’è nulla di male nel dire la verità. Quest’ultima vince sempre. E non si chiede chiarezza per giudicare o per condannare, ma per capire, anche perché se c’è comprensione, è più facile fornire un proprio modesto contributo. La B sta per cadere come un castello di sabbia costruito di proposito in riva al mare e per ben due volte! Addio orpelli di vanità, legati a telecamere nazionali e sciarpe troppo eleganti e poco giallorosse! Addio nomi altisonanti che poco si sposano con la sostanzialità del valore tecnico. Ed eccoci (con tutto il rispetto e l’ammirazione del caso) a Gallipoli, Manfredonia e rieccoci a Cava dei Tirreni !!!!!! Signori miei, nessuno ha paura, ma che si capisca da parte di chi deve capire che in queste realtà i “Tifosi non tifanti” e gli “scrutatori non votanti”, hanno vita breve peggio che in serie “B”. Paradossalmente, ma poi non così tanto, è più difficile essere campioni in questa serie. Qualcuno troppo frettolosamente disse a coloro che gli avevano permesso di accedere alla serie cadetta che non erano da B. E’ vero. Pasquale Lo Giudice sta per veleggiare verso la “A” con il Catania e Piero Braglia sta per accedere ai playoff promozione con la Sangiovannese, ripeto (con tutto il rispetto), con la Sangiovannese. Nessuno vuole che il passato ritorni, ma chi ha sbagliato e dimostrato di perseverare con testardaggine nell’errore, dovrebbe recitare un sano “mea culpa” e fare un grosso bagno di umiltà (parola ahimè ai più sconosciuta).

Chiedo scusa se non riesco proprio ad essere un “tifoso non tifante”, non fa parte del mio essere, ognuno nella propria vita è libero di essere come meglio crede per cui il mio non vuole essere un sermone (detesto i vari “farisei” che popolano il nostro presente), al contrario vuole essere uno sprone per tutti (anche me stesso), per pretendere, per avere il coraggio e la forza di alzarsi, alzare il viso al cielo e gridare la propria presenza a chi si sta cibando della cronica indifferenza.
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Forza Magico vero Catanzaro, noi ti amiamo.

Giuseppe Mangialavori

Autore

Giuseppe Mangialavori

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