Sono 342 le reti messe a segno nelle prime 9 giornate di serie C1. Una cifra importante, la quinta di sempre per questo campionato, che da quando ci sono i tre punti a vittoria e i playoff (1993- 94) ha avuto una chiara impennata nel numero di gol. Domenica câè anche stato il record stagionale di segnature: 49, contro le 42 della settima giornata.
Rispetto agli ultimi tre anni, però, si segna meno. Esattamente, rispetto a un anno fa, mancano 32 gol e rispetto ai due tornei precedenti ne mancano 37. E ancora una volta, è il girone A quello più carente: al Nord sono state segnate 164 reti, contro le 178 del Sud. Eâ vero che al girone B mancano 30 gol rispetto al 2000- 2001 ( 208 gol in 9 giornate: record storico), 20 rispetto allâanno scorso e 10 rispetto a due anni fa, ma è soprattutto al Nord che si fa fatica ad andare in gol.
A dividere i due gironi câè soprattutto un aspetto tattico molto particolare. Al Nord infatti la prudenza pervade parecchi allenatori rispetto ai loro colleghi del Sud, che non temono di schierare le squadre con il tridente. Nelle prime 9 giornate hanno sempre giocato con tre attaccanti Acireale, Foggia e Lanciano; il Crotone soltanto al debutto aveva due punte e poi ne ha sempre proposte tre, mentre il Catanzaro dopo una fase iniziale di assestamento ha sempre giocato con tre attaccanti. E alcune volte hanno giocato a tre anche Paternò, Sambenedettese e la capolista Viterbese.
Proprio Guido Carboni, tecnico della squadra prima in classifica, prova a spiegare questa tendenza: «Questo girone è molto equilibrato, tutti cercano qualcosa in più per provare a vincere. Anche le partite sono molto equilibrate e a deciderle sono spesso le giocare dei singoli, quindi più attaccanti ci sono e meglio è» . La Viterbese però si sta esprimendo bene anche con il 4-4-2: «Sì, è vero, dipende da come stanno i giocatori. Quando ho a disposizione Frau, Martinetti e Santoruvo tendo a farli giocare insieme, perché si conosco da tempo e si completano molto bene» .
La squadra che schiera tre attaccanti veri è il Foggia, che propone il trio PellicoriâGreco-De Zerbi sullâonda del tipo di gioco che il tecnico Francesco Marino ha proposto anche lâanno scorso, vincendo il campionato. Un tipo di gioco particolare, perché De Zerbi è un trequartista che fa lâattaccante.
Ma Marino giocava in questo modo anche a Paternò, dove ha vinto la C2 ( stagione 2001- 2002) con Pagana ad appoggiare i due attaccanti.
Sul tridente lavora da anni Piero Braglia, oggi a Catanzaro. La sua chiave di lettura è curiosa: «Con i tre attaccanti… ci si difende meglio. Perché quando sei in difficoltà , basta rilanciare lungo e subito puoi creare una situazione offensiva pericolosa, mettendo lâavversario in difficoltà » .
Il Catanzaro ha un tridente particolare: «Noi teniamo gli esterni molto vicini alla punta centrale; sulle fasce lascio andare i centrocampisti. In questo modo davanti câè più spazio alla fantasia e siccome ho giocatori importanti, i gol arrivano: Corona sta benissimo, ma devo tenere fuori uno come Biancone che sarebbe titolare ovunque». Per Braglia i tre attaccanti sono anche una conseguenza dello schieramento difensivo: «In difesa noi giochiamo sempre con tre elementi, con tre centrali, perché non mi fido molto dellâuno contro uno di due difensori contro due attaccanti» .
Tre punte non vuol dire tanti gol.
LâAcireale insegna: la squadra siciliana gioca regolarmente con tre attaccanti, ma ha segnato solo 8 reti, delle quali ben 7 in trasferta. Eppure la squadra di Maurizio Costantini, avendo la miglior difesa della C1 ( 4 reti al passivo come la Viterbese), è quinta. Il tecnico spiega: « Abbiamo scelto di giocare in questo modo lâanno scorso, perchè avevo i giocatori adatti, che sanno coprire bene il campo. Credo che in generale si sia capito che i pareggi non servono e che quindi si rischia un poâ di più per vincere» . Il cammino dellâAcireale però, numeri alla mano, sembra incredibile: «Lâimportante è creare tante occasioni, poi i gol verranno. Noi in due partite in casa contro Foggia e LâAquila non abbiamo segnato, ma abbiamo creato una ventina di occasioni» .
Lillo Puccica non ha mai cambiato il Lanciano in avanti: le tre punte sono di rigore; semmai, il tecnico ha rivisto la squadra abruzzese in difesa, giocando a volte a tre e a volte a quattro. Fedele al tridente anche Giampiero Gasperini del Crotone, che ha ridisegnato spesso la squadra, ma alle tre punte non ha mai rinunciato, proponendo anche soluzioni piuttosto originali: domenica per esempio il tecnico dei calabresi ha rinunciato alla punta centrale e ha adattato in quel ruolo un esterno come Pagliarini.
Nelle ultime giornate gioca con tre attaccanti la Samb, miglior attacco del campionato (16 gol come lâArezzo). Sauro Trillini ha provato a lungo la difesa a tre, lâha sperimentata con successo a Viterbo e così adesso può permettersi anche i tre attaccanti, che sono molto mobili e vanno spesso a incrociarsi. Passo indietro invece per Maurizio Pellegrino, che nelle prime giornate ha schierato il Paternò con tre punte e adesso è passato al 4- 4- 2.
Nicola Binda