“Io sono qui solo da un anno, ma Catanzaro vive una realtà stagnante da 20 anni. E mi arrabbio perché tirate fuori certi discorsi, che esulano dall’aspetto tecnico, solo quando i risultati del campo non arrivano. Dovreste parlare sempre e solo di questo. Perché solo risolvendo determinati problemi si potrà ricominciare a fare calcio. Mi dispiace vedere che, al contrario di Catanzaro, in molte realtà calcistiche, piccole e senza storia, si possa fare bene”.
Nicola Provenza, 25/06/2009
Ci aveva visto lungo Nicola Provenza. Con la sua solita pacatezza orgogliosa, aveva lanciato un messaggio molto chiaro a tutto l’ambiente giallorosso poco prima di essere “scaricato” nei convulsi giorni di inizio luglio. Per dirla con una scorciatoia giornalistica, “senza una società si continuerà a navigare a vista”. Il Provenza-pensiero è oggi più che mai d’attualità. È il pensiero della stragrande maggioranza dei tifosi del Catanzaro. Dopo la disfatta col Pescina, domenica il “dottore” salernitano tornerà a calpestare l’erba del “Ceravolo” per un Catanzaro-Gela che ha già il profumo del rimpianto.
Se n’era andato, rimettendo il suo mandato, in un momento di grave crisi societaria. Torna sui tre colli oggi in un momento altrettanto difficile. Il Catanzaro è sempre in crisi. Ma Provenza non se la passa meglio. Anche il Gela ha subito una flessione nel girone di ritorno, assai più marcata rispetto a quella del Catanzaro di Auteri. Dopo 11 giornate i siciliani avevano già incamerato 27 punti ed erano in vetta alla classifica. Nelle successive 19 partite, fino al pareggio interno di domenica scorsa contro il Barletta, il Gela ne aggiunti complessivamente 18, di cui solo 12 in tutto il girone di ritorno. Un crollo verticale che ha fatto scivolare la squadra di Provenza lontano dalla vetta e a 5 punti da una zona play-off ormai quasi irraggiungibile. Il testa a testa che si profilava all’andata tra giallorossi e biancoazzurri si è dissolto. Il Catanzaro giocherà di nuovo i play-off da favorita. Il Gela potrà perseguire il progetto triennale, stilato a inizio anno, che non prevedeva un campionato di alta classifica in questa stagione.
Provenza arrivò a Catanzaro sottovoce nell’estate del 2008, accolto bene dall’ambiente giallorosso. Con una squadra costruita in fretta, tenne testa per oltre un girone al Cosenza, con un calcio piacevole ed equilibrato. Ammutolì i 12.000 del San Vito sul campo, prima che lo facessero i deltaplani dal cielo. Con la lunga striscia di imbattibilità (21 partite) e la serietà dimostrata quotidianamente in campo e fuori, arrivò ad essere amato, tanto che gli Ultras gli dedicarono un inedito striscione a Barletta. Ma a gennaio, nel momento-chiave della stagione, le esangui casse societarie non gli portarono rinforzi tali da poter contrastare lo strapotere del Cosenza. Con Pippa e Falomi, tra infortuni e mugugni, si arrivò alla solita disfatta nei play-off.
Domenica Provenza tornerà a Catanzaro e riabbraccerà amici e tifosi. E troverà ancora in pista gli stessi soci che lasciò a luglio. Se li ricorda, mister? Aiello, Bove e Soluri. Quelli che parlavano ognuno una lingua diversa. E quando comunicavano insieme, scrivevano in un’altra lingua ancora. Quelli che l’hanno scaricata e quelli che ogni tanto incontra in tribunale. Quelli che ci facevano perdere i play-off già nel millennio scorso. Quelli che, non avendo rispettato pagamenti di stipendi, promesse, scadenze fiscali, quest’anno come l’anno scorso, ci hanno regalato e ci regaleranno ancora multe, penalizzazioni e umiliazioni. Quelli che stanno trascinando il Catanzaro verso un baratro senza ritorno. Quelli che l’hanno messa da parte l’anno scorso e che lei, per questo, dovrebbe ringraziare. Come noi ringraziamo lei per la serietà, la gentilezza, la professionalità. Sperando di non dover ripetere l’anno prossimo queste stesse parole per Gaetano Auteri, il suo degno, degnissimo erede. Bentornato mister.