Intervistiamo

Il riflesso allo specchio

Scritto da Redazione
Considerazioni sparse sul mercato del Catanzaro a poche ore dalla partita che potrebbe cambiare il senso di un intero campionato
 
 

Si è concluso da qualche giorno il calcio mercato. È stata una campagna che ci ha tenuti col fiato sospeso, impazienti di conoscere ogni accenno di movimento. Il motivo? Sempre lo stesso: capire le intenzioni della società, e perché no, sperare che il campionato possa ancora riservare qualcosa di positivo senza trasformarsi in un lento trascinarsi verso il baratro.

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Ora finalmente possiamo tirare un sospiro di sollievo e analizzare le nuove reclute di un Catanzaro chiamato a lottare per uscire indenne da un girone di ritorno per niente semplice.

Prima considerazione: chi attendeva l’arrivo di giocatori dai nomi altisonanti e con carriera già avviata, probabilmente sarà rimasto deluso. Nessun colpaccio da Preiti&Co. Questo è un dato di fatto. 

Tuttavia è stato un mercato con una  logica ben precisa: nessuna rivoluzione, interventi mirati, giocatori giovani, contratti pluriennali e copertura dei ruoli da rimpinguare dopo le partenze e le rescissioni.

Partiamo dal più giovane, Franck Cedric. Camerunense, 21 anni, ala destra. È arrivato in prestito dalla Roma, dopo una prima parte di stagione disputata col Taranto. Poche presenze (4), molta panchina e tanta voglia di mettere in mostra le doti emerse durante il periodo trascorso con la Roma Primavera. Dalla società capitolina è arrivato in prestito anche il portiere Tomas Svedkauskas, 22 anni, un ragazzone lituano di 1,85 m. Sarà il secondo di De Lucia. 

Seguono in coppia, stavolta dall’Akragas, i 22enni Matteo Zanini, terzino sinistro ormai trasformato in mezz’ala, e Guido Gomez, punta centrale, apprezzato ad Agrigento per le sue punizioni da cecchino. Si tratta di una vecchia conoscenza di mister Zavettieri che lo ha allenato la scorsa stagione nelle fila della Juve Stabia.

Il primo si è legato al club giallorosso fino al 2019, l’altro fino al 2018. Di sei mesi con opzione per il rinnovo è, invece, il contratto di Marcello Mancosu, 24 anni, esterno offensivo che può giocare sia a destra che a sinistra, ma all’occorrenza anche punta centrale. Marcello ha già avuto modo di giocare, anche se per pochi minuti, contro uno dei due fratelli, entrambi calciatori professionisti, lunedì scorso durante la gara contro il Lecce.

Promettente il difensore Alex Sirri, 25 anni, centrale proveniente dall’Arezzo che ha firmato fino a giugno 2018. Già due partite in giallorosso e la netta sensazione che lì dietro il Catanzaro abbia trovato un uomo di sostanza.  

Senza addentrarci in analisi sulle qualità dei singoli, possiamo tranquillamente affermare che è stato un mercato proiettato al futuro. Dall’estrema difesa al reparto avanzato, ogni settore è stato arricchito di elementi giovani, funzionali, sui quali poter lavorare anche nel medio-lungo periodo.

A completare il quadro degli innesti c’è stato il rientro di Bensaja dopo il lungo tira e molla fra Pescara e Catanzaro, bilanciato dalle partenze di Grandi volato in B a Latina, Baccolo al Teramo e Tavares al Catania.

tavaresProprio su quest’ultimo vorrei aprire una parentesi. Era arrivato in estate con un curriculum interessante e col preciso intento di recitare un ruolo da protagonista all’interno di un gruppo che avrebbe dovuto giocarsi uno dei posti utili per gli spareggi promozione. 10 gol nella passata stagione al Messina, rappresentavano un biglietto da visita eloquente, e invece in 18 presenze è riuscito ad andare a segno solo in 2 occasioni contro Andria e Catania. Poco, anzi, per niente incisivo.

Palle sprecate, appoggi sbagliati, gol divorati a porta vuota. Osservandolo, specie nell’ultimo periodo durante il quale subentrava quando la partita era ormai agli sgoccioli, mi sono trovata davanti un giocatore dall’errore facile, senza corsa e con poca resistenza.

In diverse occasioni, anche trovando la posizione e il momento propenso per calciare in rete, non riusciva a concretizzare. Era sotto gli occhi di tutti l’incertezza, l’esitazione e il blocco non appena toccava palla. Passando dal particolare al generale, è provato che i fattori che influenzano una prestazione possono essere molteplici, ma il principale è la mente.

Tavares si è mostrato poco deciso, privo di inventiva, rigido e legnoso. Ha raccolto fischi a volte esagerati che non possono non aver pesato e inciso, ma non possono nemmeno aver rappresentato il motivo principale di un girone d’andata così deludente.

Eppure a Catania, dove è arrivato in prestito, Diogo è tornato a segnare contro la Reggina su azione di contropiede cogliendo un passaggio, stop e rete. Potremmo essere di fronte al classico film già visto, quello di tanti altri come lui, passati da Catanzaro ed esplosi una volta lontani dal Ceravolo.

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La piazza è ambita e il pubblico severo, pretende tanto e ha aspettative alte, ma la domanda che mi pongo è: non sarà diventato troppo?

Siamo un popolo di romantici e sentimentali noi catanzaresi. Citiamo sempre la serie A quasi come se parlassimo di un amore perduto quando invece spolveriamo i racconti di una realtà dalla quale ormai ci separano 30 anni.

Non occorrerà forse ripensare le nostre pretese? Non dovremmo prendere atto che mentre il calcio cambiava, noi restavamo fuori da quel cambiamento, immobili, cristallizzati, fermi nelle nostre convinzioni e imbevuti di ricordi?

Credo che dovremmo perdere l’abitudine di criticare di default e assumere quella di accompagnare e sostenere tenendo ben presente che i ragazzi in campo sono qui anche per loro scelta (particolare da non sottovalutare), e cosa più importante, indossano quella maglia, la nostra. Fargli comprendere cosa significhi indossarla. Ecco il nostro compito. 

In conclusione, se la squadra è la nostra rappresentazione in campo, non sarà il caso di pensare che finora i risultati siano il nostro riflesso allo specchio?

Dora Dardano

Autore

Redazione

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12 Commenti

  • Scusa ma veramente a catanzaro si sono visti in passato attaccanti che sono esplosi proprio qui e che altrove non hanno fatto granché. A tal proposito ti prego di citarmi qualche esempio,di attaccanti esplosi fuori da catanzaro perché onestamente non me ne ricordo.

  • Brava ottimo articolo…..semplice e chiaro,le critiche nel calcio ci stanno fanno parte del "gioco" ma dovrebbero essere costruttive e non distruttive ( lo dichiarato spesso nei post).dobbiamo metterci in testa che il calcio in fondo e un sport con tutte le sue passioni e questo è vero,ma se a Catanzaro tanti giocatori vanno via e poi diventano campioni una domandina Io me la faccio.<br />
    Sembriamo il pubblico del Colosseo che con il pollice danno la sentenza di morte o di vita di un gladiatore.

  • Per me il mercato è stato affrontato in modo intelligente e lo sostiene implicitamente calciomercato. Com che ha abbassato a 6 il voto solo perchè abbiamo venduto baccolo

  • Brava ottimo articolo…..<br />
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    semplice e chiaro,le critiche nel calcio ci stanno fanno parte del "gioco" <br />
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    ma dovrebbero essere costruttive e non distruttive

  • Ho sentito stranieronellanotte. Ha ragione. Bisogna costruire un nuovo impianto da 50 mila posti a villaggio palumbo e togliere la sede da catanzaro portandola a Taverna. E’ urgente

  • bhe nemmeno io ricordo centravanti che hanno fallito a catanzaro e poi esplosi altrove e di centravanti grandi il catanzaro ne ha avuto tanti..da fanello,bui,pellizzaro,spelta,cozzella,chiarella,bivi,lorenzo,petrini mariani etc etc…….anzi vi ricordo che palanca fuori da catanzaro è stato sempre un fiasco ed ha fallito ovunque in quanto riguarda il discorso della tifoseria tiro un velo pietoso perchè convinto che chi scrive non sa nemmeno cosa sia il tifo dentro tutti gli stadi dalla serie a alla serie d<br />
    unica differenza che siamo passati da una tifoseria rispettata d tutti ad una tifoseria di livello parocchiale

  • Secondo il redattore dell’articolo Catania o Messina non sarebbero piazze esigenti che mettono pressione ai calciatori. Ma per favore!<br />
    La colpa ovviamente è dei tifosi, non della società che deve infondere tranquillità, sicurezza ed organizzazione invece di cambiare quattro allenatori in un mese.

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