Adesso è ufficiale. Dopo anni di tribolazioni, improvvisazioni, gestioni spartane e “intanto partiamo…poi si vedrà…”, questo Catanzaro ha un progetto. La notizia del contratto triennale per Francesco Cozza è un segno di sicurezza, di stabilità e di programmazione. Al di là dei meriti del tecnico di Cariati, non dimentichiamolo è al debutto da allenatore ed è riuscito a costruire una squadra senza nessuna base di partenza, da quanto tempo non ci immedesimiamo in una figura certa di allenatore, una persona su cui puntare e anche con cui arrabbiarci quando non siamo d’accordo? Da una vita. Quanti allenatori abbiamo cambiato da quanto siamo precipitati nei gironi (infernali) della serie C? Sicuramente gli statistici potranno rispondere ma lasciando da parte gli almanacchi c’e davvero da farsi venire il mal di testa. Con un allenatore giovane, ambizioso con una carriera di rilievo da calciatore, possiamo davvero costruire qualcosa di importante. Io so per certo che molte squadre di categoria superiore lo stanno facendo seguire e una di queste è la sua Reggina ma lui ha sposato il progetto-Catanzaro, non ha mai avuto attritti con il presidente e ha sempre difeso i giocatori e questo è alla base di un gruppo solido.
Il presidente Cosentino si è dimostrato uomo di parola. Sapevamo tutti che avremmo dovuto fare più punti possibile fino a dicembre e poi la squadra sarebbe stata puntellata e questo sta avvenendo già durante le feste come tutte le società che si rispettano e non sull’onda di una partita di campionato andata male. E qui torna la parolina magica “Programmazione”. Sirignano è già con noi, ha già debuttato ed è uno di quegli acquisti che fa al caso nostro. Giocatore di categoria, determinato, con voglia di scrivere qualcosa nella sua carriera.
Non mi esalta l’acquisto che tutti danno come colpo mercato, ossia Giampà, e mi spiego. La forza di questo Catanzaro è data dal fatto che la squadra è composta da giocatori giovani che hanno voglia di affermarsi e da giocatori meno giovani che hanno bisogno di rilanciarsi e che si giocano una delle ultime possibilità di rientrare nel calcio che conta. Giampà ha militato sia in A che in B. Lo fa ininterrottamente da dodici stagioni e a febbraio compirà trentacinque anni. Ma avrà la forza di ripartire dal basso? Di andare a giocare su terreni improbabili e in stadi con dependance annesse con il cartello con scritto “Spogliatoio”? Di sobbarcarsi viaggi lunghissimi in pullman? E’ vero anche che è di Girifalco, che è nato calcisticamente a Catanzaro e l’ho apprezzato molto quando si fece il suo nome in uno dei momenti critici della nostra storia come possibile acquirente. Vuol dire che il legame c’è ma, per uno come lui, giocare in Seconda Divisione potrebbe essere meno facile del previsto.
Noi tifosi catanzaresi abbiamo il palato buono e quindi ci lasciamo un po’ incantare dai nomi. Ci siamo dimenticati dei due tremendi anni di B con P&P? Veniva gente con esperienza in serie A ma che non aveva più niente da dire e da dare e le conseguenze le abbiamo pagate per anni… Non tutti sanno che nell’estate del 2004 noi avevamo preso Quagliarella. Lo aveva chiesto Piero Braglia, altro ex rimpianto, che lo aveva avuto a Chieti. Lui era disponibile al trasferimento e aveva quella fame che lo ha portato dove si trova adesso. Solo che alla fine spuntò Cammarata e tutti ci siamo fatti incantare dal nome, dalla serie A e così hanno fatto gli ineffabili dirigenti del tempo. Come è andata a finire, ahinoi, lo sappiamo tutti. Cammarata segnò un solo gol poi andò via e sparì dalla circolazione. Quagliarella… Comunque vorrei tanto essere smentito da Giampà e sarò il primo a chiedere scusa ma non aspettiamoci troppo. Non è André Iniesta… Quadri è uno di quei giocatori sempre sul punto di esplodere ma che non esplodono mai. Speriamo la faccia a Catanzaro. Potrebbe però essere quel tassello che ci manca. Quel regista da ultimo passaggio in grado di lanciare in gol Masini e Carboni. Quel ruolo tra le linee adesso lo sta svolgendo Esposito. Ma solo l’impegno non basta.
Il 2011 è stato un anno che potrebbe mettere k.o il Re della Plaza de Toros ma non noi tifosi del Catanzaro che ormai siamo abituati a tutto… Umiliati, finiti, morti, risorti, riammazzati dalla stupidità dei vertici federali, rinati grazie alla legge dalla nostra parte ma anche alla pervicacia di questo signore della provincia di Reggio Calabria con le fattezze dell’Omino Bialetti ma che per noi è diventato un vero e proprio Super Eroe. Come definire altrimenti uno che si è accollato i debiti provocati dall’Armata Brancaleone degli anni passati, che ha messo in piedi una squadra ambiziosa, che ha preso a cuore le sorti di una società che non rappresenta la sua città, anzi lui fa parte di quella generazione che tra Reggio e Catanzaro non vedeva certo gemellaggi; che sta andando avanti con entusiamo nonostante le solite promesse da marinaio della classe politica e imprenditoriale di Catanzaro? Ma i Distinti non dovevano riaprire a settembre? E il campo di Giovino? Io continuo a vedere allenamenti al Ceravolo e l’inverno è ancora lungo… Ora con la crisi in Giunta tutto sarà più difficile ma lui va avanti…
Detto questo non è che nei primi sei mesi di gestione il reggino di nome Cosentino che ha preso il Catanzaro non abbia fatto sbagli. Li facciamo tutti, chissà quanti ne troverete leggendo questo articolo. Io continuo a pensare che una società come si deve abbia bisogno di un Direttore Generale che funga da raccordo tra presidenza, tecnico e giocatori. Il buon Angelo Sorace mi sembra defilato… E’ anche altamente probabile che il presidente sia in contatto con uomini di calcio che, per diversi motivi non possono apparire. E così si spiegherebbero certe mosse di mercato.
E poi la Coppa Italia di Lega Pro. Intanto i complimenti per la qualificazione e, fermo restando la priorità del campionato, non mi dispiacerebbe andare avanti e magari portare un trofeo in una bacheca un po’ impolverata… Però non posSo dimenticare quella stupida polemica nata per i biglietti di Catanzaro-Ebolitana. Caro Presidente, fare quei prezzi per una partita di pomeriggio a metà settimana con in campo la terza squadra e in un periodo come questo che stiamo vivendo è stato un errore. Le conseguenze sono state immediate. Stadio deserto e freddezza da parte della tifoseria. Ma sarebbe stato sufficiente ammettere lo sbaglio e non ordinare un silenzio stampa che ha fatto correre il rischio di rovinare quanto di buono era stato costruito. Per fortuna non è andata così e le altre partite hanno visto una sua parziale retromarcia. Insomma, un errore ammesso implicitamente.
Capitolo trasferte. Mi ero già espresso in un precedente Ponte Bisantis su un ritorno da Fano in pullman. In un torneo con tanti impegni infrasettimanali non è indicato fare trasferte lunghe e invece da Giulianova, a dicembre, si è usato di nuovo il classico torpedone con il risultato di arrivare a notte fonda e alla vigilia del derby con la Vigor. Ricordo che il grande Barcellona perse un anno e mezzo fa dall’Inter per un viaggio in pullman fino a Milano per via del vulcano islandese che fece chiudere gli aeroporti di mezza Europa. Ed era il Barcellona. Io sono sempre in giro per aeroporti e spesso incontro squadre di caratura inferiore alla nostra o anche di sport minori. Presidente, costerà un po’ di più, ma i risultati ripagheranno con gli interessi…
Le cose buone, e ci tengo a ribadirlo, sono state infinitamente di più e le ultime mosse vanno nel senso giusto. Adesso i tifosi devono fare la loro parte. Diamo fiducia al presidente e alla squadra e riempiamo il Ceravolo alla ripresa del campionato. L’avversario è il Melfi, quindi scarso richiamo, ma è l’occasione per conquistare i primi tre punti del 2012. Fra un anno dobbiamo essere in una categoria più su. Ci si potrebbe arrivare anche con la riforma dei campionati ma per non lasciare nulla di intentato vinciamo questo di campionato. Senza play off. Quelli ci fanno venire l’orticaria…
Giuseppe Bisantis