Un derby, per giunta a Santo Stefano, non è mai una partita normale. Non fosse bastato il divieto di accesso (mai comunicato ufficialmente) per i tifosi residenti in provincia di Catanzaro e tutti gli appelli prima della gara, ecco serviti 90 minuti con una coda thrilling finale, equivalente a un tempo supplementare.
La prima svolta dopo 20 minuti
Ma partiamo dall’inizio: subito dopo uno scampato pericolo (traversa di Kourfalidis) c’è un lancio di Bonini in profondità. Pittarello prende bene il tempo a Caporale e si mette col corpo davanti alla palla, lanciandosi verso l’area e lasciandosi l’avversario alle spalle, che lo trascina a terra intorno ai ventidue metri dalla porta cosentina.
L’arbitro arriva immediatamente e, senza pensarci due volte, sventola il cartellino rosso davanti allo sguardo sbigottito del difensore rossoblù. Sono passati appena venti minuti e il derby ha la sua prima svolta: le proteste della panchina silana, con il signor Aureliano che va a parlare con Alvini dicendogli che per lui quella era una chiara occasione da rete, non servono a nulla e si riprende il gioco dopo esattamente quattro minuti (segnateveli: ci torneremo più avanti). Ovviamente questa è una espulsione che non può essere valutata dal VAR.
Passano un paio di minuti e Bonini con un colpo di testa prende il palo su angolo di Pontisso: la palla danza sulla linea e passa tra il corpo e il braccio di Micai, che la smanaccia fuori con Mazzocchi che rinvia. In Serie B non c’è la goal-line technology e scatta perciò la review del VAR: in un minuto è chiaro dalle immagini che il pallone non ha varcato per intero la linea di porta.
Verso la fine del primo tempo arriva un’ammonizione per D’Orazio, capitano bruzio al rientro da titolare, che colpisce sul piede Compagnon, che l’aveva superato con una finta. Ecco il momento del recupero: sono solo 2 minuti e non almeno 5, cioè quelli persi in totale dopo l’espulsione di Caporale e per la review dopo il palo di Bonini.
La ripresa, prima del recupero
Passano quattro minuti e c’è un’entrataccia a centrocampo di D’Orazio su Petriccione: potrebbe essere il secondo giallo per il capitano rossoblù, ma l’arbitro non fischia nemmeno fallo, tra le proteste di Caserta, e interrompe il gioco solo perché Petriccione rimane a terra.
Pochi minuti dopo, ammonizione per il brasiliano Charlys che atterra lo scatenato Compagnon che l’aveva appena superato e si avviava verso l’area avversaria. Al 64-esimo Kourfalidis sembra toccare col braccio un cross in area di Cassandro, ma né arbitro, né VAR intervengono. Arriva subito dopo la prima ammonizione per i giallorossi: Brighenti fa un “blocco in movimento”, stile basket, ai danni di D’Orazio in ripartenza. Nell’azione successiva, Mazzocchi smanaccia in viso proprio Brighenti e becca il secondo giallo per i silani.
Allo scoccare del 76-esimo Scognamillo atterra Strizzolo che l’aveva superato e si avviava verso l’area: puntuale giunge il giallo, che costerà la diffida al difensore nato a San Pietroburgo, alla seconda ammonizione in due partite consecutive.
Il Catanzaro corona il suo assedio con il gol di Pompetti: siamo all’80-esimo.
Il recupero infinito: il VAR toglie …
Mancano trenta secondi alla fine: Ciervo crossa al centro, Pigliacelli smanaccia, la palla s’impenna vicino alla porta e nella mischia Kouan la butta dentro. Nel delirio del San Vito-Marulla, il VAR inizia a lavorare: passano quasi tre minuti e il signor Aureliano è chiamato all’on-field review per capire se c’è quel tocco di mano lamentato dai giallorossi. Scocca il 94-esimo e il direttore di gara annulla la rete.
Il ds dei lupi Delvecchio, ex giocatore delle Aquile, protesta ancora più vivacemente che nell’occasione del rosso a Caporale e anche lui viene espulso. Siamo al minuto 95 e 30 secondi: il gioco riprende e Petriccione chiede all’arbitro quanto manchi. La risposta di Aureliano è inequivocabile: una mano aperta.
A questo punto, con i 5 minuti assegnati (e ribaditi dall’arbitro) la gara dovrebbe terminare intorno al minuto 100 e 30 secondi. Non si segnalano particolari perdite di tempo: Zilli prende il palo e sul ribaltamento il Catanzaro, a pochi secondi dalla fine, scatta avanti in contropiede. Si tratta di un’occasione ghiotta, in tre contro tre, per chiudere definitivamente la gara: Iemmello apre per Brignola che, invece di servire La Mantia, solo al centro dell’area, tira a lato. Col senno di poi sarebbe stato meglio dirigersi verso la bandierina e perdere il tempo che mancava, cioè 15 secondi al termine del recupero.
Il recupero infinito: il VAR dà …
Il Cosenza batte subito la rimessa dal fondo e la palla arriva intorno ai 23 metri dalla porta di Pigliacelli: Zilli sente il contatto del braccio di Scognamillo su una spalla e cade a terra. La punizione dovrebbe essere l’ultima azione: batte Mauri e la palla s’impenna in area. C’è un contrasto tra Scognamillo e Ricciardi e la palla schizza verso Petriccione che la lancia in avanti verso Seck. Aureliano potrebbe fischiare la fine, ma aspetta che il senegalese tenti un tiro che finisce sull’esterno della porta.
Ci si aspetta il triplice fischio, ma l’arbitro fa il segno dell’on-field review. Scognamillo dice di aver toccato la palla prima di testa, ma la revisione (vedi immagine di copertina) fa vedere che il pallone tocca prima il braccio: rigore per il Cosenza. Ciervo insacca quando sono passati cinque secondi dopo il 105-esimo e si toglie la maglia per festeggiare il pareggio (con ammonizione annessa). Non c’è neanche il tempo per battere la ripresa del gioco e termina questo derby infinito e imprevedibile di Santo Stefano.
Gli errori di Caserta
1) Parte con l’ennesima formazione senza idee
2) Solo due centrocampisti di ruolo , Pontisso morirà prima Petriccione dopo.
3) Sullo 0-0 al 61 toglie Situm e mette Cassandro . Per difendere il risultato ? Dove lo mette ? Esterno alto uno che al calcio non sa giocare
4) Al 69 al posto di Compagnon entra Seck fa una cosa buona e 4 fesserie , al centro qualcosa combina ma a destra è improponibile come Cassandro
5) Scogliamillo e Brighenti sono entrambi ammoniti, ma non c’è spazio per Antonini neppure sullo 0-1
6) All’85 entrano Brignola che poteva entrare al posto di Situm o di Compagnon al posto di Buso che forse abbiamo perso e Lamantia ma quest’ultimo non al posto di Iemmello ma al posto di Pittarello che continuava a lottare tant’è che è merito suo il passaggio da cui è scaturito il goal
Peggio di così. E queste cose le avrei scritte anche se avessimo vinto , perché il fato non ha voluto che vincessimo