La città forte e ventosa, la rupe inespugnabile che ha resistito eroicamente a numerosi assedi, lo svettante nido delle aquile sta capitolando sotto i colpi dei suoi stessi abitanti.
Quod non fecerunt barbari, fecerunt Barberini è proprio il caso di dire, ispirandosi alla famosa e sarcastica frase latina che venne coniata dai romani per commentare gli scempi edilizi di cui si resero colpevoli Papa Urbano VIII, Barberini per l’appunto, ed alcuni membri della sua famiglia.
Da un po’ di tempo, proprio sul sito anticamente occupato dalla storica porta di Pratica, fanno bella mostra di sé due appariscenti condutture in tubazioni variopinte che, senza voler entrare nel merito delle autorizzazioni rilasciate e dei liquidi trasportati oltre che del loro punto di innesto in qualsivoglia collettore, costituiscono uno scempio paesaggistico ed ambientale, trasformando, tout court, quel suggestivo panorama in una emulazione delle favelas brasiliane.
Invitiamo i competenti organi comunali, colpevoli di una disaffezione verso la Città che meriterebbe di essere meglio indagata e contrastata, a volersi attivare per l’eliminazione di questo sfregio e di qualche altro insulto visivo quali, ad esempio, gli orribili serbatoi in resina blu e, soprattutto, auspichiamo che l’intera venga bonificata e risollevata dall’imperante degrado in cui versa attualmente.
OSSERVATORIO PER IL DECORO URBANO DI CATANZARO