In cinquemila al derby per eccellenza di Calabria.
Non c’era sicuramente il pubblico dei derby che furono, l’assenza dei dirimpettai si è sentita, la Curva Massimo Capraro oggi ha risposto alla grande, gran voce, grande cuore e finalmente era piena.
Le tribune un poco meno ma ritengo che i Distinti chiusi stanno procurando danni non indifferenti, a proposito di organizzazione, oggi nessun risultato al Ceravolo, nessuna formazione, eppure gli altoparlanti funzionavano, ricordo canzoncine nenia a tutto spiano prima del fischio d’inizio.
La coreografia è stata bellissima, una grande aquila che sovrasta la città e complimenti a chi l’ha ideata, molto bella e colorata ma soprattutto non era “ala storta”.
Prima della partita un applauso ha ricevuto il socio di minoranza Aiello che sembra essere interessato al Catanzaro, speriamo bene.
In campo andiamo con la maglia rossa, strani quei numeri gialli, qualcuno è troppo piccolo altri sono grandi, chissà lo sponsor se può dirci qualcosa.
I primi dieci minuti vedono il Catanzaro più attento e guardingo rimanere in attesa che il Cosenza si scopra per infilarlo in velocità.
Ma i lupi, impostati con un granitico e poco spettacolare 4-4-1-1 non si sbilanciano e allora il Catanzaro è costretto ad accelerare e lo fa molto bene soprattutto con A. Montella che ha dimostrato tutto il suo valore, alla fine ho contato almeno venti falli dei difensori avversari.
Il Cosenza per quasi tutto il primo tempo è alle corde, i giallorossi attaccano sotto la Capraro e per ben due volte colpiscono i legni della porta di Ambrosi, ci sono anche svariate mischie davanti al portiere rossoblu, ma il Catanzaro non riesce a passare.
Nella ripresa la partita si apre con lo stesso Catanzaro dei primi quarantacinque minuti, un bel fendente di Corapi per poco non consente a Iannelli di deviare alle spalle di Ambrosi.
C’ è qualche punizione di Moschella che tira sempre da qualsiasi posizione per il Cosenza, ma di gioco niente, a loro bastava un punto e con un pò di fortuna l’hanno conquistato.
Del Catanzaro possiamo dire che pur giocando senza due titolari importanti come Caputo e Zaminga ci è piaciuta la grinta e la voglia dimostrata per più di un’ora, ma qualcosa va rivista in ottica play off, Benimcasa non è Zaminga e la corsia si sinistra oggi non ci ha convinto più di tanto.
La matricola capolista è esattamente la squadra che abbiamo visto per tutto il campionato, sorniona, quadrata e classica per la seconda divisione.
Unica nota negativa è la stupidaggine di qualche accreditato del Cosenza che uscendo dal prato verde (non campo) faceva gestacci verso la curva, grande grande…mah!
Rimangono ora due partite per centrare questi meritatissimi play off, purtroppo non li faremo dalla posizione che abbiamo meritato per quasi tutto il campionato, ma sarebbe un peccato, anche per i lupi, non scontrarsi con i giallorossi nella prossima stagione, deltaplani e coreografia, diciamo che almeno abbiamo fatto scuola, l’esperienza sta dalla nostra parte, piano piano impareranno anche loro.
SF