Tutti sulla corda, domenica ricomincia il campionato. Sì, perchè Catanzaro, Perugia e Vigor Lamezia giocheranno le ultime dieci giornate (ma per gli umbri c’è ancora il turno di riposo da scontare) partendo da una posizione di sostanziale parità. Non sarà il campionato più tecnico di sempre, ma questo Girone B di Lega Pro è decisamente il più avvicente.
In particolare per i giallorossi potrebbero rivelarsi decisivi i prossimi quattro turni del torneo. La squadra di Cozza se la vedrà in casa con Campobasso e L’Aquila, poi con la Vibonese in una vicinissima trasferta e infine con l’Isola Liri di nuovo al Ceravolo. Quattro partite difficili, ognuna per un motivo diverso, ma certamente alla portata del Catanzaro umile e determinato e che abbiamo imparato a conoscere in questo girone di ritorno.
Ma perchè le prossime quattro partite sono così importanti? Perchè la possibilità di giocare quattro turni “casalinghi” consecutivi – mentre le dirette concorrenti sono impegnate in scontri durissimi e spesso lontano dai propri stadi- è una manna dal cielo per una squadra che punti alla vittoria del campionato.
Una grande occasione dunque, a patto che il fattore campo risulti determinante. È giunto il momento che il pubblico catanzarese dia fondo a tutta la propria passione, occupando gli spalti del Ceravolo e quelli del Razza di Vibo come domenica scorsa contro il Perugia. Negli anni passati, lo sappiamo bene, aver avuto un pubblico grandioso non è servito a molto se non al nostro ego di tifosi. A volte la squadra era troppo debole, altre volte lo era chiaremente la società. Oggi c’è la netta sensazione che tutto sia cambiato. La squadra è forte almeno quanto la proprietà e quell’assurda paura della grande partita, l’incredibile sindrome da “treno mancato”, sembra finalemente svanita. Sarà merito del lavoro di Ciccio Cozza, del carattere dei ragazzi che scendono in campo o della personalità del presidene Cosentino… ma oggi al Catanzaro il suo pubblico può solo fare bene. Domenica abbiamo assistito a scene che non si vedevano da tempo. Tifosi giunti dalle grandi città del nord e dai piccoli centri della provincia, tifosi abituali e tifosi lontani per troppo tempo hanno letteralmente spinto il Catanzaro alla vittoria. Lo hanno fatto urlando, cantando, saltando di gioia o imprecando di rabbia, in definitiva rendendo il Ceravolo una sorta di fortino, tanto per usare un’immagine cara ai cronisti sportivi.Oggi la storia del dodicesimo uomo in campo ha valore anche a Catanzaro, oggi anche il pubblico giallorosso può essere determinante… a pensarci bene si tratta quasi di una rivoluzione. Il presidente Cosentino ad Aprilia ha espresso il desiderio di rivedere seimila spettatori contro il Campobasso, la prima delle quattro partite “in casa”: richiesta decisamente legittima. I club organizzati, i singoli tifosi, tutti coloro i quali hanno a cuore il Catanzaro devono sin da oggi offrire il proprio contributo perchè sia coinvolta più gente possibile. I siti delle compagnie aeree low cost, c’è da scommetterci, verranno presi d’assalto da tutti i tifosi giallorossi in giro per l’Italia e l’Europa. C’è bisogno della stessa corsa al biglietto di una settimana fa, dell’identico flusso ordinato e colorato verso lo stadio, della stessa autentica passione. Nel 2012 il Catanzaro esiste e lotta alla grande sul campo, chi l’avrebbe mai detto solo qualche mese fa… Ora tocca a chi sta sugli spalti, a noi tifosi, l’ennesimo miracolo.
Fabrizio Scarfone
f.scarfone@uscatanzaro.net