Il macellaio arrestato per stupro: “Non ho violentato la donna polacca”

La donna polacca che non avrebbe avuto un lavoro dal Pungillo, infuriata lo avrebbe minacciato con frasi del tipo “Te la farò pagare molto cara”.

“Te la farò pagare molto cara”. Queste le parole che, secondo il racconto fatto al gip da Saverio Pungillo, indagato per violenza sessuale, la presunta vittima dello stupro avrebbe detto all’uomo il giorno in cui si sarebbe consumato l’abuso – a dire di lui inesistente – per via del fatto che egli non poteva darle il lavoro né la sistemazione che lei chiedeva. Pungillo, macellaio catanzarese di 35 anni finito in carcere in esecuzione di un’ordinanza di custodia cautelare, è comparso ieri davanti al giudice Antonio Giglio, affiancato dal suo avvocato, Antonio Servino. L’uomo ha risposto all’interrogatorio di garanzia, respingendo ogni accusa e dando una versione dei fatti opposta a quella fornita da V. B. P., polacca di 30 anni, da tempo stabilitasi a Santa Maria di Catanzaro, che ha denunciato lui ed anche Cosimo Passalacqua, catanzarese di etnia rom, di 40 anni, ugualmente finito in manette mercoledì, su richiesta del pm Simona Rossi che coordina le indagini dei carabinieri, ma condotto agli arresti domiciliari poiché gli vengono contestate accuse minori, di avance continue che avrebbe rivolto alla parte offesa. Pungillo ha raccontato di aver conosciuto la 30enne perché gliela aveva presentata un amico, l’uomo con cui lei stava. Quando la storia dei due era finita, sempre stando al racconto del macellaio, V. B. P. lo avrebbe cercato spesso, lui come altri conoscenti, chiedendogli di aiutarla a trovare una sistemazione. Ma il 35enne non aveva la possibilità di sistemarla e, anche quella fatidica sera del 13 agosto 2008, quando la giovane andò in macelleria da lui, le ripetè la stessa cosa. Lei, a quel punto, sempre stando al resoconto dell’uomo, avrebbe avuto una reazione inconsulta, ricoprendolo di insulti e minacciandolo testualmente che “gliela avrebbe fatta pagare”. Anche l’avvocato Servino, dal canto suo, ha parlato di una “calunnia infame da parte della donna a Pungillo”, soprattutto considerato che “quel che lei dice stride con altri riscontri investigativi”, come ad esempio il referto medico effettuato sulla donna il giorno del presunto stupro in cui non sarebbe stata evidenziata violenza. Anche se è durato molto meno, ieri si è tenuto anche l’interrogatorio di Passalacqua, che è difeso dall’avvocato Antonio Rania. Le accuse nei confronti del rom sono molto meno gravi di quelle mosse al coindagato, ma comunque il 40enne le ha respinte con decisione, ripetendo che lui aveva solo dato una sistemazione temporanea a V. B. P., presentatale sempre dallo stesso amico che la fece conoscere a Pungillo, ospitandola in casa per un breve periodo, ed alla presenza di moglie e figlia. Nessuno degli avvocati ha presentato istanze al gip. I legali attendono di studiare approfonditamente le carte, per poi rivolgersi al tribunale del riesame.

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Redazione

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