In questa immagine c’è tutto ciò che rende il Catanzaro una fede, non solo una squadra. C’è la squadra sotto la curva, a ringraziare chi non ha mai smesso di crederci. Ci sono i 461 tifosi a Carrara, un manipolo di guerrieri che ha colorato di GialloRosso il centro nord, che ha cantato per 90 minuti, che ha dimostrato cosa significhi davvero appartenere a un ideale.
Bandiere al vento, mani alzate, cori che superano il risultato. Questo è il patrimonio più grande del Catanzaro: la sua gente.
E per questa gente, la squadra ha il dovere di ritrovare le sue certezze, quelle che hanno reso speciale questo cammino fin dall’inizio del campionato. Certezze di gioco, di spirito, di consapevolezza nei propri mezzi. Servono ora più che mai per affrontare le ultime cinque gare con la fame di chi vuole scrivere un finale degno di questa maglia.
Un finale della stessa intensità, dello stesso orgoglio, dello stesso Amore che si vede in questa foto. Perché questo popolo merita il meglio. Merita un Catanzaro all’altezza del suo cuore.
Forza Aquile. Per chi c’era. Per chi c’è sempre. Per chi ci sarà.
Harp
Il problema in questo momento sono le forze fisiche e mentali che stanno venendo meno e sara’ molto dura fino alla fine .
Cerchiamo tutti di vedere le cose da una prospettiva diversa che ci faccia scendere in campo più sereni: con una squadra con soli 3-4 giocatori di categoria ed un fuoriclasse siamo salvi e ci stiamo giocando i playoff. Il resto è tutto lardo (sugna) che cola.
hai ragione. ma proprio per questo motivo, a obiettivo principale ormai raggiunto, se scognamillo ( che è spompato) sta facendo errori su errori che ci stanno costando punti, sarebbe il caso di tenerlo in panchina un paio di partite per farlo recuperare. Così com’è ora non serve. e se non recupera non servirà neanche dopo.