Le scadenze si avvicinano, l’ora della verità pure. Ore convulse attendono i tifosi del Catanzaro. Il contributo straordinario del Comune e la “colletta” degli imprenditori sono arrivati sul conto corrente della “Tribuna Gianna” che dovrebbe procedere alla ricapitalizzazione del 46% di quote del pacchetto azionario. Il 54% circa rimane saldamente nelle mani dei soci Aiello, Bove, Soluri e Catalano, i quali dopo aver più volte manifestato l’idea di lasciare, non sembrano ora intenzionati a farlo. Solo Catalano, con un comunicato diffuso ieri, ha ribadito questo proposito, prendendo nettamente le distanze dagli altri soci. Lo scoglio intorno a cui sembra ruotare in queste ore la partita è la maggioranza del pacchetto azionario che, anche senza le quote di Catalano, sarebbe detenuta dagli altri tre. Dagli ambienti istituzionali filtra una forte irritazione per questo atteggiamento di chiusura di Aiello, Bove e Soluri che pretenderebbero un riconoscimento economico per uscire di scena.
Proprio per questo motivo il sindaco Olivo ha convocato oggi i soci per un incontro che è in corso alla Camera di Commercio, alla presenza anche del presidente dell’associazione “Tribuna Gianna” Buccolieri. Tra le ipotesi in pista anche la possibilità che, in caso di chiusura da parte degli azionisti del Catanzaro, il sindaco decida di ritirare clamorosamente il contributo concesso all’effeccì via “Tribuna Gianna”. Il nodo resta comunque l’esistenza o l’arrivo di un acquirente che possa rilevare, tutto o in parte, il pacchetto azionario restituendo un futuro a questa squadra. Le voci di imprenditori interessati si susseguono, ma non ci sono ancora conferme. Nel frattempo, in società si lavora alla documentazione necessaria per l’iscrizione. Dopodomani è in arrivo l’ispezione Co.Vi.Soc, il 25 andranno raccolte tutte le liberatorie dei giocatori, il 30 è la scadenza ultima per regolarizzare tutto e procedere all’iscrizione e all’eventuale domanda di ripescaggio.
Red
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Inizia finalmente la settimana decisiva per il futuro del Catanzaro. “Finalmente” perché non ne possiamo più di questo squallido teatrino, con i soliti protagonisti della vita politica e imprenditoriale catanzarese intenti a giocare a rimpiattino per evitare di assumersi la responsabilità di quello che potrebbe accadere. L’ultima trovata in ordine di tempo è la “Tribuna Gianna”, un’associazione-traghetto “varata” ad hoc per solcare i mari in tempesta dell’oceano FC.
In un mondo normale, la trattativa per il passaggio di una società da una proprietà (o pseudo tale) ad un’altra avverrebbe privatamente con cessioni di quote davanti a un notaio. In alternativa, se non si ha disponibilità economica per andare avanti, si cede la società o, se non c’è un compratore interessato, si fallisce. A Catanzaro no. A Catanzaro si va dalle istituzioni ad elemosinare soldi per poter proseguire. E le istituzioni, tra bisogno di apparire e ricerca di consenso con una spruzzata di sano tifo, si inventano di tutto. Tavoli, trattative, collette per pagare le trasferte e amenità varie, tanto da trasformare la società in una sorta di azienda partecipata, con un bilancio che, alla voce entrate, vede i contributi da enti pubblici al primo posto.
Nella classifica dei contribuenti, il Comune di Catanzaro è ovviamente in testa per distacco. Ma quello che dovrebbe essere un intervento straordinario o una sponsorizzazione ad una realtà che funziona, che ha un valore sociale, che produce un ritorno di immagine per l’istituzione stessa, sta diventando ogni anno una solida piattaforma su cui la proprietà del FC costruisce una stagione.
Se finisse così anche quest’anno sarebbe inaccettabile. Neanche i tifosi potrebbero piegarsi a una soluzione del genere, solo in nome di una passione inguaribile e più volte tradita. Urge trovare una via d’uscita definitiva e chiara, una proprietà vera e forte. Altrimenti la toppa sarebbe peggiore del buco.
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