“Papà, sei sveglio? Non riesci a dormire perché hai la febbre anche tu?”
“No, Mattia. Volevo solo vedere come stavi. Tranquillo, prova a riposare. Se hai bisogno chiamami. Tanto…”.
Tanto di chiudere gli occhi non se ne parla, c’è questa amarezza che mi macera l’anima e rende tutto insopportabile. Tante volte ho provato questa sensazione, sempre per lo stesso motivo: il Catanzaro. Non ci posso far nulla, non voglio far nulla. E qualcosa che è parte di me, come il colore degli occhi. Ormai non perdo più tempo neppure a spiegare le emozioni provate per una vittoria (o purtroppo una sconfitta) della mia squadra. C’è chi ti guarda come se fossi appena uscito dal manicomio, ti compatiscono, nel migliore dei casi scuotono la testa. E allora nulla, non perdo tempo a dirgli che sto male per il Catanzaro, non voglio sentire risposte del tipo: “Esagerato, ma è solo una partita di calcio”. Formalmente lo è, ma solo per chi non ha mai provato certe cose, certe emozioni, certe magie.
Non riesco a dormire, penso e ripenso a quel gol preso a un minuto dalla fine, fantastico su quello che si poteva e doveva fare, cerco una via di fuga da questo maledetto dolore, ma non c’è una medicina dell’anima. So già che mi passerà, mentre non passerà mai l’amore per il Catanzaro, la voglia di sbirciare di nascosto sul forum per sapere che cosa stiamo facendo (no, le partite sul web non le voglio vedere), di messaggiare con mio fratello a qualunque ora, tanto ha la mia stessa “malattia”. Passerà questa notte e della Feralpi resterà solo una cicatrice sul cuore e nemmeno di quelle più grandi. Ne ho collezionato parecchie di cicatrici: la prima nello stadio di Terni quando era un bambino di neppure 6 anni ed entrai timoroso, tenendo stretta la mano mio padre. Mi sembrò gigantesco e restai a bocca aperta nel vedere tutta quella gente colorata di giallorosso. “Ma papà, non ci sono i tifosi del Verona?”, chiesi. E lui m’indicò uno spicchio piccolo piccolo, quasi invisibile, delle tribune. “Sono là”, disse. Per tutta la partita restai a guardare quel popolo tifare e cantare, poi li vidi piangere. E a me sembrava strano vedere i grandi piangere. Ecco, da quel giorno la “malattia” del Catanzaro mi scorre nel sangue. E’ parte di me, come il colore degli occhi.
Ho avuto la fortuna di vedere la mia squadra incontrare e battere le grandi del calcio italiano. Poi le notti insonni sono aumentate insieme con le cicatrici: il palo di Sabato contro l’Inter, il gol di Monelli, le lacrime di Rambone e una retrocessione a tavolino da mani pulite, il rigore di Libro, lo sciagurato Di Dio, l’Acireale, gli ultimi posti da record negativo in B, il Pescina, il Benevento e ora la Feralpi. Sono aumentati anche gli anni, ma la cosa che è più aumentata è la voglia di tifare, per sempre, il Catanzaro. Ecco, sul cuore da stamani c’è una nuova cicatrice, ma fino a quando pulserà ci sarà spazio e amore per una cosa che non si può spiegare, che è parte di me, come il colore degli occhi.
p.s. Presidente Noto, la sua è una ferita aperta, specie dopo l’inibizione di un anno. Ecco, la faccia diventare in fretta una cicatrice e dia la risposta che i 10mila del Ceravolo e i milioni cuori giallorossi sparsi per il mondo si attendono da lei: una squadra e una società di cui essere orgogliosi. “Io tifo Catanzaro”, rispondiamo da sempre. Ha toccato con mano quanto è forte questo legame. Vogliamo prenderci la rivincita e finalmente abbiamo un patron e un club che può guardare al futuro. Noi,dopo essere entrati di diritto nella storia del calcio italiano , vogliamo avere un grande futuro. E lei può regalarcelo, ma deve agire da subito, senza aspettare un altro minuto e facendo tesoro dagli errori (chi non ne fa) passati. Quando inizia il nuovo campionato?
Francesco Ceniti
Tutto perfetto, vivo le stesse sensazioni e anch’io da ieri ripeto: quando inizia il prossimo campionato?
Grande Ceniti
Bellissimo commovente coinvolgente. Quel palo di Sabato nella semifinale di coppa Italia contro l’inter . Catanzaro nel cuore da sempre e per sempre
sempre e per sempre forza aquile !!
3-4 acquisti mirati per salire in B
Dopo tanti anni ci avete fatto sognare…il Catanzaro è tornato e il sogno continua perché presto, sono sicuro, diventerà realtà
Grazie presidente Noto, grazie a tutti i calciatori per aver dato tutto in campo insieme al mister e al ds. Ma sopratutto grazie a quei tifosi che hanno affrontato tutte le trasferte per amore e solo per amore del Catanzaro
c’è solo il Catanzaro!
mi domando xche anno mandato un arbitro veneto x una scuadra lombarda
U ficeru apposta!!!
Grazie catanzaro che mi regali sempre emozioni immense……..
Bellissimo articolo FRANCESCO CENITI sei un GRANDE…..
PRESIDENTE NOTO RIPRENDIAMOCI LA STORIA …..
Grazie Francesco perché in un momento così amaro ci hai ricordato chi siamo.
La partita con Salò mi ha ricordato lo spareggio perso a Terni contro il Verona in uno stadio tutto giallorosso. Anche allora eravamo distrutti, ma l’anno successivo, con pochi inserimenti tornammo in serie A.
Forza ragazzi, forza Mister, Forza Presidente, Forza tifosi giallorossi
di tutto il mondo
Fantastico articolo.
Amareggiato è il termine giusto. Ci speravo tanto. Non vedo il Catanzaro da molti anni, l’ultima volta in B a Piacenza 1a2 per loro. In serie A non ne parliamo, vittoria col Toro 2a1, un secolo fa! Ero convinto che saremmo saliti
ieri sera a rai sport c’era quell’omino di ghirelli con una faccia irridente che invitava il Nostro Grande Presidente ad andare in procura se aveva elementi per farlo, che lui lo avrebbe seguito. Non ci sono parole per definire questi personaggi. Non è l’amarezza di non aver superato il turno ma tutto quello che durante la stagione abbiamo dovuto subire.
Noto vuole lasciare il Catanzaro se non gli tolgono l intera squalifica. Mi sembra un incubo
Noooo
Se così fosse, invito tutti quei presidenti come noto a ritirare le squadre dai campionati, che si giocassero tra loro il campionato tutti quelli che restano così si capirà chi è nel giusto e chi no, ci vogliono azioni forti solo così si scoprirà il coperchio finalmente
concordo, gravina ghirelli e gli arbitri in quest’ultimo anno hanno fatto più danni di tutti i loro predecessori messi assieme