Egregio Signor Questore
come era prevedibile anche a Catanzaro piovono le conseguenze di scellerate scelte che, per ovviare al serio problema del sovraffollamento delle carceri, fa ricadere gli oneri della vigilanza ai fermati e agli arrestati in attesa di direttissima, solo ed esclusivamente sugli operatori del locale U.P.G. e S.P.
Infatti, in atto i nostri colleghi espletano il normale turno di servizio, non a controllare il territorio, a prevenire e reprimere i reati nel centro cittadino, ma da ben tre giorni a vigilare un fermato presso i locali dell’U.P.G. e S.P. del centro polifunzionale.
Chi ha il compito di vigilare l’arrestato deve anche provvedere alla traduzione di quest’ultimo presso il Tribunale e tale delicato compito non termina nel momento in cui si arriva in Tribunale ma, comporta una vigilanza continuativa fino a quando il giudice non ne dispone la custodia in carcere o la remissione in libertà.
Oltre alla incresciosa conseguenza del dettato normativo, che impone una revisione seria dei compiti dei nostri Agenti delle Volanti, un problema serissimo sorge sotto il profilo della tutela del personale operante e della incolumità del personale vigilato.
Non ci risulta infatti che siano state poste in essere le condizioni minime per assicurare la serietà della vigilanza e il mantenimento minimo essenziale per la tutela della dignità dell’arrestato.
E’ vero, e Lei lo sà, che l’unico fondamento per la realizzazione dei fini dell’Amministrazione è il senso di abnegazione e di sacrificio di noi operatori.
Ed è anche vero che gli arrestati, se hanno fame, vengono “accuditi dai propri carcerieri” in assenza totale di direttive amministrative e di tutele normative.
Che dire poi della assenza di utilizzo delle nostre camere di sicurezza, dell’assenza della video sorveglianza, dell’assenza di iniziative per la risoluzione di un problema che grava unicamente sulle spalle dei colleghi.
IN ATTESA DI UN MIRACOLO!!