Lo stadio di Pontedera non è il “Meazza”, ma dal centro nord e da Catanzaro in centocinquanta si presentano al “Mannucci”, carichi d’entusiasmo per sostenere la propria squadra del cuore. Quelli giunti da Catanzaro ritrovano vecchi amici, poi arrivano gli Ultras, che non sono tanti, e allora il magico connubio avviene: tutti, ragazzini, ragazzi, donne e gente più avanzata negli anni diventano Ultras per un giorno. Per novanta minuti, malgrado la partita nel suo contesto non entusiasmi più di tanto, il settore ospiti intona cori a ripetizione e il sostegno alla squadra non manca mai. Alla fine i ragazzi in maglia bianca con banda trasversale giallorossa ringrazieranno applaudendo.
Il Pontedera è squadra in forma e temuta per via degli ultimi risultati che l’hanno vista protagonista contro la capolista Frosinone. Inoltre, gode di un vantaggio da non sottovalutare assolutamente, il terreno sintetico, e dispone della coppia più prolifica del torneo, il duo Arrighini-Grassi, che vanta ben 23 reti ed è ben supportata da un Settembrini pimpante.
Mister Brevi non cambia l’atteggiamento della squadra rispetto al Perugia. Ma per forza di causa maggiore (assenza di Marchi per squalifica) e per scelta tecnica, cambia alcuni uomini. La sorpresa principale è che Russotto parte dalla panchina. Rientra Rigione al posto di Bacchetti. Vitiello è riproposto nella difesa a tre con Ferraro e Rigione ai lati. Catacchini, dopo la febbre di domenica scorsa, si riprende la corsia di destra. Con la rinuncia di Russotto, rientra Fioretti al centro dell’attacco e Germinale va a fare il secondo attaccante largo a sinistra con Madonia che agisce dietro ai due.
La partita è contratta sin dall’inizio perché le due squadre si temono. Il Pontederà gioca un buon calcio che si basa soprattutto nella ricerca in profondità dei suoi rapidi attaccanti. Nel primo tempo ai granata questo schema di gioco riuscirà mai. Bindi deve intervenire due volte solo per respingere conclusioni pericolose da fuori area. Un segnale evidente della solidità difensiva di questo Catanzaro e della difesa meno perforata del girone. Il reparto è puntuale e preciso, con un Vitiello leader che dirige benissimo tutto il pacchetto arretrato insieme a un maestoso Ferraro.
Leggermente in difficoltà appare Rigione, con l’attenuante di giocare per la prima volta con questo nuovo modulo. Dalla trequarti in su i problemi rimangono. La manovra del Catanzaro è poco fluida, sia per la bravura degli avversari che pressano sui nostri portatori di palla, sia per la necessità dei centrocampisti di verticalizzare immediatamente affrettando l’appoggio, perché dalle corsie laterali i terzini non colgono il momento giusto per l’inserimento. A fine primo tempo, contiamo una pericolosa conclusione di Fioretti mentre la squadra di mister Indiani chiama in causa Bindi due volte.
La ripresa inizia con un altro piglio per i giallorossi che cercano di pressare maggiormente. Fioretti prima e Madonia (migliorato a inizio ripresa) dopo vanno vicini il goal, poi Germinale di testa su azione d’angolo sfiora il palo. Paradossalmente, proprio in questa fase, quando il Catanzaro pressa con i suoi centrocampisti (ma con i terzini ancora bloccati), il Pontedera trova la profondità per vie centrali. Arrighini calcia a botta sicuro ma Bindi respinge di piede alla Garella.
I toscani, galvanizzati dall’occasione mancata, cercano l’affondo decisivo. Allora Brevi ordina l’ingresso immediato in campo di Russotto. La squadra non arretra il suo baricentro, dimostra di non aver paura e comincia ad essere padrone del campo con autorevolezza. Dieci minuti dopo entrerà anche Morosini. Con Russotto in campo cambia subito qualcosa. Le ripartenze e la velocità dell’ex under 21 mettono in difficoltà gli avversari che restano anche in 10. Sabatino, a differenza di Catacchini dall’altra parte, prende coraggio e inizia a inserirsi con più frequenza fornendo un’alternativa in più a Vacca, Benedetti e allo stesso Morosini che debbono smistare palloni. Sabatino è bravo in un affondo e riesce quasi a portarsi a tu per tu con il portiere avversario. Infine è ancora Germinale che arriva in ritardo su un bel cross del nostro terzino sinistro. Nell’area granata si creano mischie pericolose e una conclusione di Morosini lambisce il palo, ma alla fine il risultato non si schioderà da quello di partenza.
È un risultato giusto per quello che si è visto in campo. I giallorossi continuano a puntare al consolidamento di una posizione di prestigio nella griglia play off. Ieri non è mancato lo spirito di squadra e il pareggio è da prendere come un risultato positivo, anche alla luce di quello che hanno fatto le altre contendenti. Il rammarico? Vedere Russotto sin dall’inizio e i due terzini appoggiare il centrocampo anche in fase di costruzione della manovra.
Nel primo caso dovrà essere Brevi a spiegare se la scelta è stata tecnica o se il ragazzo ha qualche problemino fisico. Invece, per la questione dei laterali, si dovrà attendere il recupero di Di Chiara e il rientro dalla squalifica di Marchi che sembra molto più utile di Catacchini con questo modulo.
Non è più il Catanzaro attendista di gran parte dell’andata, ma non è nemmeno un Catanzaro arrembante. Il mister conosce lo stato dei suoi ragazzi meglio di chiunque, e pertanto le scelte vanno rispettate. Se i fatti gli daranno ragione lo sapremo solo alla fine. Per il momento il Catanzaro può ripartire dai 150 tifosi di ieri e sperare che al “Ceravolo” domenica ci sia lo stesso entusiasmo. Perché a questa squadra si può rimproverare tutto, ma la maglia a fine partita è sempre sudata.
Forza Giallorossi
Salvatore Ferragina