L’AQUILA  Troppo netto il divario fra l’Aquila e il Catanzaro, una sorta di Davide contro Golia. Il Catanzaro sbanca l’Aquila e continua ad inseguire i cugini del Crotone, pur non giocando benissimo. L’Aquila si è opposto ai calabresi con impegno, con tanto agonismo, ma il divario tecnico e le individualità dei giallorossi alla fine hanno fatto la differenza.
Contestazione a fine gara in casa abruzzese, il pubblico se l’è presa con Gentilini, ma il problema dei padroni di casa è legato ad una società assente, funestata da problemi, e da una situazione finanziaria pesante. E’ stato il Catanzaro a fare la gara sin dalle prime battute, ma l’Aquila si è sempre chiuso con estrema attenzione e soprattutto ha corso pochissimi pericoli. Il Catanzaro è stato, soprattutto nel primo tempo, troppo lento e compassato. La formazione di casa si presenta con il classico modulo 4-4-2 con Sassanelli tra i pali, Marcuz, Chionna, Agostini e florindo a comporre il pacchetto arretrato, Ettori, Tomei, Rizzioli e Morelli sula mediana ed il tandem Ragatzu, Martelli in avanti. Modulo speculare anche per gli ospiti che si affidano a Lafuenti in porta, Dei, Pastore, Zattarin e Ascoli in difesa, Toledo, Briano, De Simone e Ferringo a centrocampo, Corona e Morello in attacco.
Ma passiamo alla cronaca del match. Ferrigno, uno di quelli che dovevano verticalizzare, nella prima mezz’ora combinava pochino, solo un sussulto al 13′, quando il fantasista pescava Corona ma il suo fendente era fiacco, e per il numero uno abruzzese era un gioco da ragazzi bloccare la sfera a terra. Insiste il Catanzaro, Braglia invita i suoi a cercare le corsie esterne, ma i giallorossi latitano sulle fasce, fanno pochino, non trovano mai le corsie giuste, e soprattutto i tempi. Morello in avanti cincischia e a questo punto ci pensa Briano dai venticinque metri a sfiorare il vantaggio, ma il suo bolide va di un niente sul fondo.
L’Aquila sta lì ben accorto sulla propria metà campo. La squadra di Gentilini non si fa mai vedere dalle parti di Lafuenti, solo un colpo di testa di Marcuz al 40′ che fa la barba al palo. Braglia cerca la vittoria, rientrare in Calabria senza i tre punti sarebbe letale per le speranze dei giallorossi e così il tecnico ex Chieti butta dentro subito Luiso. Tocca al toro di Sora cercare, col suo opportunismo, di scardinare l’attenta difesa aquilana. E’ proprio Luiso al 43′, dopo un raid indovinato di Dei, a schiacciare a botta sicura, ma è grande la risposta di Sassanelli, che si allunga e devia in angolo.
Nella ripresa crescono i ritmi della gara. Il Catanzaro alza il baricentro, e finalmente gli esterni Dei e Ascoli iniziano a spingere parecchio. Al 6′ Briano per Ferrigno, finalmente in cattedra, gran botta da fuori e ottima risposta anche del portiere aquilano. Il Catanzaro vuole la vittoria a tutti i costi. Tocca a Corona al 12′ su calcio piazzato a sfiorare il montante.
Il gol è nell’aria e arriva al 19′. Luiso è astuto. Riceve palla da uno spiovente del sempre diligente Dei, e viene a contatto con Tomei. L’arbitro è ben appostato e assegna il rigore che Corona trasforma con maestria. Il gol è come una manna per la formazione ospite che gestisce con facilità la situazione. Il Catanzaro dietro non rischia praticamente nulla. Gentilini prova a rinforzare la prima linea, ma in avanti gli abruzzesi non sono mai incisivi, Lafuenti passa un pomeriggio piuttosto tranquillo, anzi è sempre la squadra di Braglia con Luiso due volte e Pastore con un gran colpo di testa a mancare lo 0-2, che chiuderebbe definitivamente le sorti della gara.
Prima della fine la squadra di casa ha però un impeto d’orgoglio. Ci provano prima del 90′ Agostini, Rizzioli e Maruz di testa, ma la mira dei tre giocatori abruzzesi non è delle migliori. Disperazione in casa aquilana, la C2 è davvero dietro l’angolo. Il Catanzaro non solo consolida la propria posizione in piena zona playoff, ma spera ancora nel primato, e intanto la nutrita rappresentanza giallorossa può davvero continuare a sognare, malgrado il gioco espresso nel primo tempo non sia stato bello e gradevole.
Luigi Brondi