Il Catanzaro deve allenarsi al campo di gioco “Mirko Gullì”

L’appello di Gregorio Gullì all’Uesse. “Per il bene della squadra e dell’intera città!”

Catanzaro – Sguardo fisso sul campo che porta il nome di suo figlio Mirko. Lì, piantato a guardare la realizzazione di un sogno che però resta con una specie di risveglio a singhiozzo: brusco, mai completamente tradotto in realtà. Quel signore che osserva quel terreno di gioco è Gregorio Gullì, padre del povero Mirko al quale la provincia qualche mese ha intitolato il campo del Poligiovino alla sua memoria.
Oggi è il “campo di gioco Mirko Gullì”. C’è voluto tanto per riuscire ad ottenere quell’intitolazione. C’è voluto il Club Banelli e le sue iniziative; lo spirito nobile di Giorgio Corona; la volontà e il lavoro degli organi competenti. E’ andata bene ma… “Nessuno mai – afferma Gregorio Gullì – gioca su questo terreno. Il mio sogno e la volontà di mio figlio è quello di vedere il Catanzaro calcare il campo di Mirko. Sembra un pezzo di terra abbandonato a se stesso quando invece potrebbe essere una struttura che potrebbe portare beneficio alla nostra squadra e all’intera società”.
Quello sguardo si fa malinconico e dalle parole esce una volontà chiara che non è sinonimo di egoismo o di inutile protagonismo. “ E’ chiaro che vorrei vedere le Aquile svolazzare sul campo Mirko – continua Gregorio Gullì – perché sarebbe una gioia enorme per me e mio figlio, ma non è solo questo. Vorrei che la città godesse dei suoi beniamini (anche se non stanno facendo bene) e poi ritengo che Catanzaro Lido sia più vicina a Steccato di Cutro. Vero?
Questa squadra ha bisogno del calore della gente e gli stessi tifosi hanno bisogno del contatto con questi giocatori per capirli e sostenerli sempre. Ma non è solo il Catanzaro. Vorrei vedere bimbi correre dietro ad un pallone, vorrei che l’intera struttura venisse sfruttata a pieno”. Facciamo presente al signor Gullì che la Catanzaro Servizi (impresa che gestisce la manutenzione dell’impianto) sta avendo dei problemi: non è una colpa imputabile all’Uesse se le aquile stanno emigrando verso altri lidi.
“Non mi interessa di chi è la colpa – risponde amareggiato Gullì – basta che si prendano provvedimenti. Io voglio fare il bene del Catanzro, voglio il meglio per questa squadra. Ritengo che allenarsi in città (sul campo di Mirko) possa essere d’ausilio alla squadra e all’ambiente.
Chiedo ai signori responsabili della non utilizzazione del PoliGullì di sbrogliare le carte e aprire le porte della struttura. Perché ho dovuto subire le dichiarazioni di Nervo? (Dichiarò che a Catanzaro non ci sono centri sportivi idonei, ndr). Non è come dice lui, abbiamo qualcosa ma dobbiamo farla fruttare. Gullì conclude con il nodo in gola e con la rabbia e l’amarezza di un uomo ferito ma anche di un tifoso innamorato. “Per mio figlio, ma per amore del Catanzaro. Allenatevi al campo Mirko Gullì”.

G.M.

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Redazione

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