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Il Catanzaro attende i rinforzi (perché la B non aspetta…)

L’editoriale di Francesco Ceniti

Calma piatta sul mare giallorosso. Archiviata con qualche fatica la festa promozione (rigurgiti di gioia sono comprensibili dopo 14 anni d’amarezze), la tifoseria del Catanzaro inizia a guardare al futuro. La serie B non ammette tentennamenti e sarebbe un peccato arrivare all’appuntamento tanto atteso con un vestito non adatto. Insomma, la squadra va potenziata (su questo non c’è dubbio) in ogni reparto. Certo, il mercato non scade tra pochi giorni e dunque è giusto che le scelte siano ponderate, ma non culliamoci troppo. Non vogliamo insegnare il mestiere a nessuno, tanto meno a due persone qualificate come Gianni Improta e Pasquale Logiudice. La nostra è soltanto un’osservazione che poi, guarda caso, è la stessa fatta dal tecnico Piero Braglia: la rosa va completata prima del ritiro.
Non è possibile gestire il tutto come in serie C, quando la stragrande maggioranza degli acquisti è stata fatta pochi giorni nell’imminenza dell’inizio del campionato. Non è un caso se nelle prime giornate del torneo appena concluso, il Catanzaro abbia lasciato per strada molti punti nonostante giocasse un bel calcio: i meccanismi non erano stati rodati in estate e alcune sbavature fisiologiche venivano pagate a caro prezzo. Nulla di male fin quando gli avversari hanno più o meno gli stessi problemi e non si possono permettere di schierare dei fenomeni. In serie C, infatti, le risorse economiche a disposizione delle società non sono certo infinite e il livello tecnico volge al basso. Per nostra fortuna, aggiungiamo. Perché i giallorossi hanno potuto così pagare un dazio minimo all’apprendistato per poi, una volta raggiunto l’optimum tattico specie in difesa, risultata la migliore del girone dopo un inizio disastroso, spiccare il volo verso la promozione.
Questo calcolo ragionato non può valere per la serie cadetta dove i giallorossi si dovranno confrontare con società forti di blasone e portafoglio che da anni aspettano di ritornare in A. Squadre che faranno di tutto per allestire formazioni granitiche. Arrivare ai nastri di partenza con una rosa incompleta o ancora in rodaggio sarebbe disastroso. E da questo punto di vista deve servire alla nostra dirigenza l’esperienza fallimentare di Pescara e Avellino, appena retrocesse dopo aver vinto l’anno scorso – guarda caso – il girone B della C1. Entrambe le squadre sono state costruite male e con poca convinzione: gli irpini hanno puntato tutto su giovani di belle speranze prelevati nelle serie miniori cercando poi di completare la rosa con qualche prestito (azzeccato come l’attaccante Kutzov) e ingaggio di calciatori esperti (quasi sempre svincolati). Un cantiere sempre aperto anche per via delle decisioni prese dal tecnico Zeman (che ha messo fuori rosa molti calciatori) che ha minato la stabilità di una formazione di suo già mediocre. E nonostante la passione del pubblico, il campionato dei biancoverdi è stato un calvario.
Il Pescara ha lottato un po’ di più, ma anche per gli abruzzesi le fondamenta d’argilla sono state fatali: nuovi acquisti con il contagocce e nessuno davvero importante. L’unico buon colpo è stato il prestito di Calaiò, ma da sola la punta ha potuto fare ben poco. I continui cambi di panchina, poi, sono stati deleteri.
Storia diversa, invece, per le due neopromosse del girone A: AlbinoLeffe e Treviso hanno centrato la salvezza con relativa tranquillità. Addirittura i primi erano all’esordio assoluto nella serie cadetta, ma la dirigenza si è mossa con oculatezza. Gustinetti aveva chiesto dopo La promozione dei rinforzi in ogni settore ed è stato accontentato in breve tempo senza dissanguare le casse societarie. Così il tecnico ha lavorato con pazienza fin dai giorni del ritiro e i lombardi non hanno accusato il salto di categoria. Una situazione fotocopia è avvenuta a Treviso: la squadra che aveva stravinto il campionato è stata ritoccata in meglio con degli acquisti effettuati in giugno e luglio, quando molti giocatori sono alla ricerca di un contratto sicuro. Non solo, i veneti non hanno rinunciato a vendere alcuni pezzi pregiati (come Foggia) per intascare un po’ di soldi subito reinvestiti.
Insomma, il nostro suggerimento è di piazzare quanto prima i colpi necessari tenendo conto che domenica prossima il campionato di B finisce.
Come sempre la storia insegna: due anni fa il Catanzaro aspettò l’ultimo giorno utile per acquistare la punta tanto attesa. Alla fine optò per Ingenito. Sappiamo tutti com’è andata a finire. Nella passata stagione Parente e Poggi presero subito Giorgio Corona. Anche in questo caso conosciamo l’esito della vicenda. Noi riteniamo che il Catanzaro non ha necessità di stravolgere la formazione, ma almeno sei acquisti di categoria siano ineludibili. Ecco, ci piacerebbe conoscere i loro nomi in tempi rapidi. Questo sarebbe il miglior modo per iniziare la nuova avventura e darebbe nello stesso tempo impulso alla campagna abbonamenti. E allora: che la samba giallorossa inizi…

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Redazione

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