Dopo
il successo sul Bari allâesordio, il Catanzaro
affronta nel primo turno infrasettimanale del campionato unâaltra storica
rivale meridionale. Il âCeravoloâ riapre i battenti
per ospitare il Catania, unica delle tre squadre
siciliane a non essere riuscita ad agguantare la massima serie al termine della
scorsa stagione. Archiviata la gestione Gaucci, la
società etnea è passata nelle mani di Pulvirenti, ex
patron della vicina Acireale, portata a un passo dallo
storico doppio salto in B dopo il trionfo di Catanzaro nella finale play-off di
due anni fa. Pulvirenti ha cambiato tutto,
rivoluzionando squadra, società e tecnico. Lâobiettivo non troppo nascosto è
raggiungere Messina e Palermo nellâOlimpo del calcio, lì dove mai la Sicilia ha
avuto tre squadre. Lì dove il Catania manca da venti
anni. Era il campionato 1983-84, lâultimo di nove campionati di massima serie dei rosso-azzurri, esattamente trenta anni dopo la prima
promozione in A. Il Catanzaro era appena retrocesso. Al
Catania non bastarono i due stranieri Luvanor
e Pedrinho. Lâultimo posto in quella stagione segnò
lâinizio di un lento declino che in dieci anni avrebbe portato i siciliani alla
sparizione dai campionati professionistici con il fallimento del 1993. Adesso a
Catania hanno ripreso a sognare.
LA SQUADRA â La rivoluzione Pulvirenti
è partita dal tecnico. Il dopo-Colantuono si chiama Massimo Costantini, tecnico
dellâAcireale e primo tassello del mosaico granata travasato in rosso-azzurro. Presidente
e allenatore hanno voluto con loro a Catania anche il portiere Polito, i difensori Lo Monaco, Paschetta e Suriano, il mediano Anastasi e il
fantasista Russo. Ma la rivoluzione non si è fermata
qui. Lâunico vero giocatore confermato rispetto alla passata stagione è Fabio Firmani, oltre al terzo portiere Romano e al rincalzo
svizzero Padalino. Tutti gli altri componenti
della principesca rosa siciliana sono volti nuovi di grande spessore. Il nuovo
guardiano della porta rosso-azzurra è Armando Pantanelli,
artefice della promozione del Cagliari in A. In difesa
sono arrivati Manfredini dallâUdinese (ultima
stagione a Firenze) e Bianco dal Treviso. La ciliegina
sulla torta è stato lâacquisto di Fresi, lâanno scorso
a Perugia, un lusso se si considera che il difensore
sardo ha giocato 181 partite in serie A (segnando 16 gol, 8 dei quali tre anni
fa in una splendida stagione a Bologna) e ha vestito le casacche di Inter e Juventus. A centrocampo il Catania ha puntato sulle geometrie del belga Walem, atteso al rilancio dopo lâultima deludente stagione
a Torino, e sui muscoli di Miceli, ex del Piacenza, mentre il jolly Mariniello è approdato alla corte di Pulvirenti
dopo la grande stagione di Foggia che gli è valsa qualche comparsa in A col
Lecce prima di un infortunio. Da tenere dâocchio due giovani talenti provenienti
dalla serie C: il fantasista Caserta, ex trequartista dellâIgea Virtus (autore
di uno splendido gol al Catanzaro due anni fa), e il mediano Danucci, promessa del Martina. Lâattacco è di grande qualità grazie allâarrivo dal Torino di Ferrante,
capitano e bandiera granata, 140 partite e 40 gol in serie A. A fargli da
spalla ci saranno Bruno, la scorsa stagione diviso tra
Ancona e Bari, e Vugrinec, anchâegli in cerca di
riscatto dopo la deludente annata a Bergamo, dove non è riuscito a ripetere le
splendide stagioni leccesi. Pronti a sfruttare ogni
minima occasione (come nellâultima gara contro il Vicenza)
Baggio e Kanjengele,
arrivati da Vicenza e Sambenedettese. Insomma uno squadrone che punta senza mezzi termini alla promozione.
Anche perché quasi tutti i pilastri della squadra sono ormai
nella fase calante della loro carriera. Giusto il tempo per regalarsi
ancora unâesperienza in serie A.
SUL CAMPO â Costantini ha
confermato il suo super-collaudato 4-3-3 in tutta la
prima parte della stagione, culminata con lâeliminazione dalla Coppa Italia,
nonostante le due vittorie contro Avellino e Catanzaro (2-0, gol di Ferrante e Vugrinec). Con Vugrinec e la
coppia titolare Ferrante-Bruno in campo, il modulo si è spesso trasformato in
un 4-3-1-2, comunque abbastanza simile. Il tecnico era
partito con un undici abbastanza standard, provato a ripetizione nel
pre-campionato e puntellato dagli innesti in corsa di Fresi
e Manfredini. Davanti a Pantanelli
giostravano Mariniello e Suriano
(poi Manfredini) sulle fasce e Bianco e Paschetta (cui è subentrato Fresi) al centro. A centrocampo
le chiavi del gioco erano affidate a Walem con Miceli
e Firmani ai lati. In attacco Ferrante e Bruno
supportati da Vugrinec. Ma lâinaspettata batosta di Arezzo (3-1 e Catania mai in partita) ha spinto Costantini a meditare sulla condizione di alcuni senatori e
a cambiare molte pedine nel vittorioso esordio casalingo contro il Vicenza,
complici gli infortuni e la squalifica di Ferrante. Così ha trovato spazio la
fedele vecchia guardia acese, con gli innesti di Lo Monaco, Paschetta, Anastasi e Russo al posto di Mariniello,
Fresi, Miceli e Vugrinec. Fuori Ferrante, per le due
giornate di squalifica inflittegli dal giudice sportivo dopo lâespulsione di Arezzo, e Bruno per infortunio, la coppia Baggio-Kanjengele non ha fatto rimpiangere i titolari. Il congolese ha realizzato il gol della vittoria, ma la grande sorpresa è stata la splendida partita di Caserta,
preferito a Firmani. Insomma, una rivoluzione nella
rivoluzione che da una parte mette in risalto il grande organico del Catania, dallâaltra allarma per la scarsa condizione di
molti big. In questa situazione, indovinare la formazione che Costantini schiererà al âCeravoloâ
diventa un esercizio difficile. Probabile lâinnesto di Fresi, se recupererà dal
malanno che gli ha fatto saltare la gara col Vicenza,
quasi scontate le conferme di Caserta e Anastasi,
mentre potrebbe rientrare Bruno. Dovrebbe accomodarsi ancora in panchina Vugrinec, reduce da un guaio muscolare più diplomatico che
reale. Per il Catanzaro significherebbe ritrovarsi
ancora davanti quello stesso Orazio Russo che due anni fa con un cross maligno
spianò allâAcireale la strada della C1.
Probabile formazione (4-3-3): Pantanelli; Lo Monaco, Bianco,
Fresi (Paschetta), Manfredini;
Anastasi, Walem, Caserta;
Russo, Bruno (Baggio), Kanjengele.
I PRECEDENTI â La sfida col Catania è una
grande classica con precedenti in tutte le categorie, tranne che in serie A.
Dopo le prime sfide negli anni â30 (tra cui una in B nel â36-37 finita 1-1) e
una in C nel â48-49, le due squadre si ritrovano frequentemente negli anni â60
e â70, disputando otto sfide tra i cadetti. Poi, lâultima gara in B il 2 marzo
del 1986, una vittoria dei giallo-rossi per 2-1, prima
dei 5 incontri in serie C (1 di C1 e 4 di C2) alla fine degli anni â90.
Lâultimo confronto è del 1998, disputato al âCarleiâ
di Lamezia e concluso in parità , 1-1, con i gol del
rosso-azzurro âcatanzareseâ Brutto (con gestaccio annesso ai suoi ex tifosi) e
il pareggio giallo-rosso di Marsich. In tutto il Catania ha vinto al âCeravoloâ
solo 2 volte (per 1-0), entrambe in serie B. Il bilancio fra i cadetti è di 5
vittorie giallo-rosse, 3 pareggi e 2 vittorie rosso-azzurre.
10 i gol realizzati dal Catanzaro, 7 dal Catania. La
curiosità è rappresentata dalla presenza in campo di Costantini
e dei suoi fedelissimi ex acesi, rivali
del Catanzaro nelle ultime due stagioni. Mentre il tecnico catanese
può essere considerato la vera bestia nera dei giallo-rossi.
Câera lui in porta quando Palanca, nel 1988, calciò sul palo un rigore
allâultimo minuto di uno storico Catanzaro-Triestina.
Peccato che fosse un terzino!
I TIFOSI â Il Catania gode di una tifoseria molto calorosa, acerrima
rivale di Palermo e Messina. I gruppi che guidano la curva Nord sono gli
Irriducibili e i Sostenitori, oltre agli A.N.R.
sistemati in tribuna. Gli ultras catanesi
si sono spesso resi protagonisti di episodi di
violenza ingiustificata. Ã ancora viva nel ricordo degli sportivi la tragica
morte di Antonino Currò,
giovane tifoso messinese, ucciso da una bomba-carta
lanciata dal settore rosso-azzurro. I rapporti con la tifoseria giallo-rossa
sono sempre stati tesi e sono peggiorati dopo lâinfame
agguato catanese in unâarea di servizio a Cassino due
anni fa.
Ivan Pugliese