In un Ceravolo desolato, il Catanzaro riesce a vincere. Per la squadra di Cuttone era importante conquistare i tre punti per respirare aria diversa anche se non completamente tranquilla.
Marchano e Falconieri, adeguatamente supportati soprattutto dalle rinate fasce laterali giallorosse, hanno firmato il successo. Anche se nelle interviste post gara, il mister giallorosso ha voluto sottolineare che gli elogi per i presenti non sottintendevano il biasimo per gli assenti (puntualizzazione alquanto scontata …), è stato lampante come la manovra del Catanzaro, soprattutto grazie a Brutto e Morleo, abbia avuto una maggiore spinta.
L’approccio alla gara? Sempre molliccio, sempre lo stesso. Sembra proprio che le Aquile siano allergiche al primo scorcio di gara e lo affrontino con una sufficienza che non si addice a certe situazioni. Bene per il Catanzaro che la Sangiuseppese/Neapolis non abbia saputo approfittare della situazione, ma ritengo che il discorso debba essere riaffrontato dal mister. Comunque tutto è bene quel che finisce bene, anche se, in riferimento al campionato e al mantenimento della categoria, è ancora presto per cantare vittoria.
Malgrado il totale (giustificato) disinteresse generale, il 3-0 rifilato ai campani servirà a preparare le prossime gare con una fiducia ritrovata.
Sarebbe opportuno che al risultato si aggiungesse da parte di chi di dovere, il vecchio caro cartello “lavori in corso”. Quantomeno al fine di far vedere all’addormentato popolo giallorosso, che si sta lavorando per risalire la china. Un lavoro di comunicazione edificante e propositiva, non può essere pianificato solo all’ultimo istante, con la solita acqua alla gola e la squadra del futuro non può essere costruita solo alla fine tra rifiuti vari e un budget non meglio precisato.
La situazione del calcio catanzarese non si deve e non si può leggere solo ed esclusivamente da una classifica, ma mai come adesso, la classifica identifica l’anonimato assoluto che sostanzia i colori giallorossi.
La situazione dello stadio, ripetiamo, è ancora in alto mare. Si è in attesa del solito disdicevole ping-pong delle responsabilità. Dal capitolo società (dopo il passaggio di consegne, non è trapelata la benché minima news), alla squadra che si impegna nell’intento di portare a casa una salvezza (traguardo che se solo fosse stato messo in discussione ad inizio della stagione, chiunque avrebbe gridato allo scandalo), tutto ristagna nel torpore.
La solita, scontata e triste tarantella delle responsabilità è cosa risaputa (soprattutto in Italia), quindi, da queste colonne e nel totale ossequio dei ruoli di ognuno, si raccomanda a tutti coloro che ricoprono determinate mansioni il rispetto per il nome “Catanzaro”.
Al Sig. Sindaco Olivo ed ai suoi collaboratori (che sin dal periodo lodista hanno partecipato e fatto nascere l’F.C. assegnandone la proprietà), a tutta la Società F.C. Catanzaro (organigramma ufficiale e non… compresi), al tifo organizzato, ai Presidenti, vicepresidenti onorevoli vari dei club sul territorio e al tifo non organizzato e per finire (ma non per ultima) alla stampa: diamoci una bella mossa!!! Questo tempo che passa infruttuoso è solo pregno di pettegolezzi sterili finalizzati alle chiacchiere e ai veleni personali. Bisogna capitalizzarlo meglio.
E’ da adesso che si deve pianificare il futuro, sempre che lo si voglia fare sul serio, altrimenti si starà sempre in attesa dell’ “angel sceso da cielo in terra a miracol mostrare”, del “principe” con a fianco della bara tutti i nani/pigmei (che in sé conservano la presunzione di ritenersi giganti) in religiosa attesa del “bacio” da parte del salvatore dal mantello dorato (e al momento non si odono neanche gli zoccoli del suo destriero…).
Che innanzitutto ognuno faccia il proprio dovere per ridestare il bell’addormentato sui tre colli. Amministrazione Olivo/Stadio, Società: al momento tutti bocciati. Cercate di rifarvi e di salvare il salvabile, Stadio Nicola Ceravolo in primis.
Diteci chiaramente some stanno le cose. Il vero non può essere patrimonio per pochi “eletti”(in tutti i sensi…), non può essere taciuto per poi essere palesato solo parzialmente quando oramai è troppo tardi.
Giuseppe Mangialavori