27-6-1971.
Napoli, stadio San Paolo. 10 minuti alla fine. Braca, Gori, Mammì. Colpo di
testa. Gol. Il Catanzaro è in serie A, per la prima volta nella sua storia, e
una regione intera può festeggiare, orgogliosa dei suoi eroi. In quel caldo
giorno di giugno, a separare il Catanzaro dal sogno c’era proprio il Bari. Che
la massima serie l’aveva già assaporata con una quindicina di campionati di A
(in particolare a cavallo degli anni ’30-40) e che l’avrebbe ritrovata in
seguito nei ruggenti anni ’80-’90. Ed è ancora il Bari che domani sera
proietterà nuovamente una città affamata di calcio nell’Olimpo del pallone.
Forse non sarà un ritorno in grande stile, visti i cinque punti di
penalizzazione che costringeranno gli uomini di Braglia a un’affannosa
rincorsa, ma poco importa. Anche il Bari rientra in serie B dalla porta di
servizio, dopo esserne appena uscito, dopo soli due mesi, dopo un’estate di
vicissitudini. Le vicende del Napoli e dell’Ancona hanno riportato i pugliesi
tra i cadetti, una posizione che va già stretta a una piazza abituata a ben
altri palcoscenici, ai Boban e ai Platt, ai Ventola e ai Cassano. Una piazza
ormai disillusa, stufa della famiglia Matarrese, croce e delizia di un’intera
città , odiata a Bari e detestata nel resto della Puglia.
LA
SQUADRA – Dopo i fallimenti di Tardelli e Pillon nelle ultime due stagioni
e la bruciante sconfitta (poi rivelatasi indolore) nello spareggio contro il
Venezia, la proprietà barese si è affidata a una triade di nomi nuovi e
giovani. Nel ruolo di direttore sportivo la società ha chiamato Fausto Pari,
mediano e bandiera della storica Sampdoria di Vialli e Mancini. Ad affiancarlo
l’ex attaccante di Lecce e Bari Palmieri, appena ritiratosi. La panchina,
invece, è stata affidata a Guido Carboni, quarantunenne tecnico di Arezzo,
nella passata stagione alla guida della Viterbese, dopo la parentesi al Genoa
(B) e le esperienze di Olbia (C2) e Pisa (C1). Sempre a un passo dalla gloria,
Carboni non è mai riuscito a centrare la promozione con le sue squadre. Proprio
con la Viterbese, il sogno si è fermato all’ultima partita, la finale
play-off di Crotone persa nettamente. Il nuovo Bari è imperniato proprio su
molti uomini di fiducia del tecnico toscano, volti conosciuti anche dai tifosi
giallo-rossi per aver sottratto al Catanzaro quattro punti su sei nella passata
stagione. Da Viterbo sono arrivati infatti i due centrali difensivi Bianconi e
Sibilano, i due promettenti centrocampisti Gazzi e Berardi, l’attaccante
Santoruvo. Insieme a loro il Bari ha preso Goretti, atteso al rilancio dopo gli
ultimi anni bui ad Ancona, Reggio Emilia, Bologna e Perugina; ha investito su La
Vista, talentuoso gioiellino ascolano; ha pescato dalla Fiorentina Carrus e
Scaglia per un centrocampo completamente nuovo. Rinnovato anche l’attacco con
gli innesti di Luigi Anaclerio, rientrato insieme al portiere Gillet dal
Treviso, del vecchio capitano del Paternò Beppe Pagana, prelevato
dall’Acireale, del promettente 19enne Romanelli, arrivato dalla Lucchese,
oltre al già citato Santoruvo. Ma la tifoseria mormora, pronta già a
contestare un mercato calibrato più sulla C1 temuta che sulla B riconquistata.
Sicuramente per i nuovi arrivati sarà difficile non far rimpiangere gente del
calibro di De Rosa, Neqrouz, Cordova, Spinesi, tanto per fare qualche nome.
“Nomi” illustri, che però non hanno salvato il Bari dalla retrocessione.
Ora i fedelissimi di Carboni hanno tutto un campionato per smentire gli
scettici.
IL
PRE-CAMPIONATO – Gli ultimi fuochi del mercato non hanno portato i botti
attesi, anche per la difficoltà incontrata dai dirigenti bianco-rossi nella
cessione di alcuni elementi poco utili alla causa del nuovo tecnico (Battistini,
Pizzinat, Brioschi e Mora che ha rifiutato il Catanzaro). In questo primo
scorcio di stagione, Carboni ha puntato tutto sul suo collaudato 4-4-2, anche se
un paio di assenze in vista della gara di domani potrebbero portare a un 3-5-2.
Il portiere è Gillet, eterna promessa belga, finalmente pronto per il ruolo di
titolare. In difesa la coppia Sibilano-Bianconi è supportata ai lati da Dodou e
dalla promessa Anaclerio (Michele), 22enne terzino sinistro del vivaio
bianco-rosso. A centrocampo molte le alternative, ma la sicurezza-Gazzi in
cabina di regia. Accanto a lui agisce Goretti, o Carrus che può giocare anche a
sinistra. Sulle fasce il cacofonico duo formato dal capitano Bellavista, jolly
della squadra, e dal nuovo acquisto La Vista, talentuoso, con Scaglia pronto a
subentrare. In attacco la coppia titolare dovrebbe essere formata dal confermato
Motta e da Santoruvo, con Pagana e l’uruguayano Lipatin come guastatori.
Contro il Catanzaro, viste le assenze di Scaglia e Bianconi squalificati, Doudou
affiancherà Sibilano al centro della difesa, con l’arretramento di Bellavista
a terzino destro e l’inserimento di Carrus sulla fascia sinistra di
centrocampo. Difficile il ricorso al 3-5-2, poco provato in un pre-campionato
non troppo convincente, culminato nell’eliminazione dalla Coppa Italia. Il
Bari in tre partite ha perso in casa contro il Messina (2-1) giocando una buona
gara, ha vinto 2-1 con l’Acireale senza entusiasmare, infine ha subito un
pesante 4-0 a Crotone, ma Carboni e la rosa della prima squadra erano rimasti in
Puglia a preparare l’esordio di campionato.
Probabile formazione
(4-4-2): Gillet; Bellavista, Doudou, Sibilano, M. Anaclerio; La Vista, Gazzi,
Goretti, Carrus; Santoruvo, Motta.
I
PRECEDENTI – Finalmente domani sera tornerà in scena una delle grandi
classiche del sud, che manca ormai da quasi sedici anni. L’ultimo confronto,
nell’ottobre del 1988, fu uno squallido 0-0, mentre, nella stagione
precedente, il rigore di Perrone a cinque minuti dalla fine pareggiò il
momentaneo vantaggio giallo-rosso siglato da Palanca, togliendo un pezzo di
serie A al Catanzaro. La partita casalinga col Bari è stata sempre uno scoglio
ostico. Su 14 incontri il Bari ha vinto solo una volta, a San Silvestro del 1977
(2-3 con i gol di Palanca e Nicolini, la doppietta di Penzo e il gol di Scarrone
per i pugliesi), ma ha costretto il Catanzaro alla divisione dei punti in ben 8
circostanze. Delle 5 vittorie giallo-rosse, 4 sono risicate e una sola rotonda
(3-0 nel 1962 con i gol di Raise, Miceli e Rambone). 12 i gol messi a segno dal
Catanzaro, solo 6 dal Bari.
I
TIFOSI – Lo zoccolo duro della curva è formata dagli Ultras Bari, in
rotta con la società e la famiglia Matarrese ormai da qualche stagione. Furiose
alcune recenti contestazioni (famoso lo striscione esposto “Bari vs Matarrese”)
e sempre più desolanti i vuoti in uno stadio-gioiello troppo grande per le
attuali velleità della società bianco-rossa. Storiche le rivalità con leccesi
e tarantini e le amicizie con salernitani, andriesi e reggini. Da verificare i
rapporti, interrotti ormai da troppi anni, storicamente non proprio idilliaci
tra la tifoseria barese e quella giallo-rossa. Sarà una costante che
accompagnerà per tutta la stagione gli UC in giro per l’Italia.