I nostri giovani e la vergogna della scuola SSIS

Ennesimo scandalo della nostra povera Italia.

La Ssis Scuola di Specializzazione per l’insegnamento secondario  è nata nel 1990 in risposta agli accordi europei stipulati a Lisbona come evoluzione della formazione della professione docente in Europa. Per frequentarla in Italia occorre sostenere un test di ammissione (circa 100 euro per partecipare al concorso), che consiste nel superamento delle prove formulate in base alle classi di concorso per cui si vuole ottenere l’abilitazione.

I test della prova di ingresso alle Ssis vertono sui programmi ministeriali dell’ultimo concorso a cattedre, che risale al 1999. La durata della scuola di specializzazione per l’insegnamento è di due anni; il costo per frequentare la Ssis è di circa 5mila euro e i corsi prevedono un tirocinio presso un “insegnante accogliente” all’interno di una scuola e 35 esami da sostenere nel suddetto biennio.

Attualmente in Italia sui banchi frequentano il IX ciclo quasi 12mila iscritti al biennio 2007-2009, ma questi giovani rischiano di veder vanificati i propri sforzi perché potremmo non essere inseriti nelle graduatorie.

Queste ultime, infatti, sono state chiuse con l’ultima Finanziaria (Min.Fioroni) e trasformate in graduatorie “ad esaurimento”, con il ritorno ai vecchi concorsi a cattedra, tutto ciò dopo che in 12000 hanno pagato la prima rata di circa 1000 euro ed hanno già iniziato i corsi.

Proprio questo negherebbe l’accesso a questi studenti che ancora devono sostenere l’esame di stato finale. Il condizionale è d’obbligo perché da più parti si era ipotizzato un provvedimento ad hoc per cercare di risolvere la situazione superando una sorta di limbo legislativo.

Ma ad oggi nessuna soluzione è ancora stata individuata.

Esiste un sito  http://nonociclo.wordpress.com/ dove tutti questi studenti del IX ciclo cercano di informarsi e di informare sulle promesse dei politici, ovviamente non ancora mantenuta,  come sempre avviene prima delle elezioni tutti cercavano di accaparrarsi dei voti facendo “false promesse”, da quì si cerca di organizzare eventuali manifestazione di massa a Roma ed eventuali ricorsi al TAR per cercare di ottenere gli stessi diritti di coloro che hanno affrontato i cicli di studio precedenti.

Francesco VALLONE

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Redazione

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