Abbiamo aspettato qualche giorno prima di esprimerci sullo scioglimento del Comune di Reggio Calabria, in merito al quale sentiamo di avanzare una riflessione partendo dalla solidarietà e dalla vicinanza a tutti i suoi cittadini, vittime della mala politica e feriti nella dignità. A farci prendere tempo, in realtà, anche l’intervento del consigliere comunale e assessore regionale del Pdl, Domenico Tallini che si perde in fantasiose teorie secondo le quali, lo scioglimento del consiglio comunale di Reggio Calabria come atto preventivo per evitare che la presunta continguità mafiosa diventi vera e propria infiltrazione debba portare allo scioglimento in maniera preventiva anche di consigli come quello di quello Napoli, Palermo e addirittura Crotone. Cerca di convincerci che il Consiglio dei Ministri ha voluto sciogliere il Consiglio comunale di Reggio per “questioni politiche” e che con il “caso Reggio” si crei un pericoloso precedente: la discrezionalità nello scioglimento delle amministrazioni dove – contiguità o infiltrazioni, poco importa – è evidente la commistione, l’intreccio, la prepotente invasione degli affari criminali che poco hanno a che fare con il governo della cosa pubblica nell’interesse della collettività. Se non ci fosse da ridere ci sarebbe da piangere pensando ai “pericolosi precedenti che minano l’assetto democratico dello Stato repubbicano”. Quasi che sciogliere il consiglio comunale di Reggio Calabria per contiguità mafiose non fosse comunque un atto repressivo, nonostante la mancata indicazione di crimini e reponsabili, magari con esposizione in pubblica piazza. Siamo veramente davanti alla costruzione di arrighe difensive improbabili articolate con l’unico scopo di fare da scudo al governatore Scopelliti che di Reggio Calabria è stato sindaco prima di Demetrio Arena e con la propria gestione amministrativa ha necessariamente contribuito ad estendere la maglia dei rapporti diciamo “malati e viziati” in cui è rimastra imbrigliata senza via di fuga l’amministrazione successiva. Piuttosto che ingegnarsi su come scagionare il suo dante causa, Tallini rifletta – in buona compagnia di tutto il centrodestra – sul pericolo che incombe sul Comune di Catanzaro: sarebbe quello che ha portato allo scioglimento del consiglio comunale il modello Reggio che la coalizione di maggioranza a Palazzo de Nobili si è proposta orgogliosamente di portare nel capoluogo di Regione? No, grazie. Preferiamo vivere. Scegliamo di lavorare per restituire dignità alla politica come servizio, rafforzando legalità e trasparenza che sono i pilastri della nostra azione amministrativa, perchè prevenire è meglio che curare. E per questo, proprio riflettendo sulla indiscutibile contiguità tra l’amministrazione comunale di Reggio Calabria e Regione Calabria – molti gli amministratori, i funzionari e i dirigenti “trasmigrati” da un Ente all’altro con lo stesso pericoloso modus operandi al seguito – sarebbe il caso che il governatore Scopelliti si dimettesse “a scopo preventivo”. Il centrosinistra deve adoperarsi con tutte le forze per imprimere questa svolta alla vita democratica di una regione che merita di rinnovarsi e rinascere a partire da moto di speranza che ha dimostrato la spledida piazza della manifestazione unitaria di sabato a Catanzaro, dove non ci è sembrato di scorgere nè Tallini nè il sindaco Abramo appiattiti sulle posizioni della classe dirigente che ha prodotto il modello Reggio. Bisogna dire basta con indignazione alla politica del malaffare, quella che si impone comprando i voti, che procede con il fiancheggiamento delle organizzazioni e dei giudici apparentemente corrotti, che prosciuga la linfa vitale di una comunità orgogliosa che merita di rinascere. E noi lavoreremo per questo.
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