Per mesi le telecamere piazzate dalla guardia di finanza su disposizione della Procura di Catanzaro hanno ripreso gli “strani” movimenti all’interno del dipartimento Attività produttive della Regione Calabria. Ora il pm Carlo Villani, prossimo al trasferimento al ministero della Giustizia, ha chiuso il cerchio su 50 impiegati pubblici che avrebbero falsamente attestato la loro presenza in ufficio.
Truffa aggravata e falso, queste le ipotesi di accusa. Il sistema svelato dalle indagini era molto semplice, le telecamere hanno immortalato dipendenti che passavano più badge nel lettore ottico che registra le presenze, altri, invece, “timbravano” e poi uscivano dalla sede del dipartimento. Tra gli indagati figura anche un dirigente al quale la Procura contesta l’omesso controllo.
Qualora le accuse ipotizzate dalla Procura dovessero trovare conferma per i 50 “furbetti” del dipartimento regionale c’è il rischio di perdere il posto di lavoro. Il decreto legislativo 150 del 2009, che contiene le norme per il personale delle pubbliche amministrazioni, prevede il licenziamento disciplinare nei casi di «falsa attestazione della presenza in servizio mediante l’alterazione dei sistemi di rilevamento della presenza o con altre modalità fraudolente».
I “furbetti” della Regione, 50 indagati
Truffa e falso per gli impiegati che avrebbero falsamente attestato la loro presenza in ufficio. Nel mirino anche un dirigente per omesso controllo. E adesso rischiano il posto di lavoro