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I duellanti, Ponzio Pilato, le tante vergogne e una proposta: i tifosi sponsor

L’editoriale di Francesco Ceniti

Sono passati due giorni dall’ultimo incontro utile per la cessione del Catanzaro. In questo lasso di tempo la situazione è precipitata: giocatori decisi a mettere in mora la società, Mimmo Cavallaro pronto a dimettersi dall’incarico di presidente-traghettatore, Tallarida e Signifredi spazzati via dagli eventi con il loro carico di promesse ed erre mosce. Sulle ceneri di una gloriosa società si ritrovano a camminare i duellanti: Giovanni Mancuso e Claudio Parente. Ora, siccome qui non si sta disquisendo di noccioline, ma di una squadra di calcio, è bene che questi signori abbiano chiaro un po’ di cose. Per maggiore completezza questa sorta d’appello sarà anche indirizzato ad altri personaggi che fino a oggi sono rimasti beatamente alla finestra. Procediamo con ordine.
La querelle Mancuso-Parente è iniziata l’anno scorso, dopo il fallimento della gestione Cavallaro (il direttore sportivo). Una cosa è chiara: ognuno giudica l’altro responsabile dei fallimenti ottenuti. Fin qui poco male, sono affari loro. Quello che, invece, ci riguarda è la sorte del Catanzaro. Ci troviamo in una fase di stallo: Parente si dice disposto a rilevare il 100% delle azioni o, in caso contrario, cedere le sue quote a Mancuso. Se non ricordiamo male, Mancuso ha sempre dichiarato di voler uscire dal Catanzaro. Non rammentiamo una sua dichiarazione del tipo “vendo a tutti escluso Parente”. Quindi sono inutili altri giri di parole: o Mancuso accetta la proposta del suo socio di minoranza (come afferma nell’ultimo comunicato) oppure la rigetta. In quest’ultimo caso, però, deve motivare il suo diniego con carte inoppugnabili e assumersi l’onere della ricapitalizzazione. Poi può anche cercare un altro acquirente. Questa risposta definitiva deve arrivare al massimo entro domani mattina. Non esistono motivi per ulteriori rinvii.
La due parti, infatti, devono incontrarsi, trovare la migliore soluzione e decidere chi sarà a restare al timone del Catanzaro. Il via libera deve anche essere verbalizzato in una scrittura privata. Solo così il “duellante vincitore” si sentirà autorizzato a muoversi liberamente nell’ultimo giorno del mercato. Parliamoci chiaro: i problemi societari possono anche risolversi tra due settimane, quelli della squadra no. Se nessuno dei due farà subito un passo indietro, allora la responsabilità del fallimento di questa stagione andrà equamente diviso. Sarebbe un comportamento irresponsabile: non si può buttare al vento l’ennesimo campionato per motivi personali. Non si può giocare con le sorti di una squadra solo per fare un dispetto a un’altra persona. Il Catanzaro attuale, nonostante quattro mesi d’incertezze, una rosa incompleta, problemi svariati, è in piena corsa per accedere ai play off. Abbiamo visto tutti la gara di domenica scorsa: anche il più ottuso degli ottusi avrebbe intuito le reali possibilità dei giallorossi. Quindi lasciare passare il mercato senza interventi sarebbe una iattura.

Purtroppo i margini di manovra sono davvero minimi. Se questa situazione si è incancrenita la colpa non è solo dell’attuale dirigenza. Il nostro primo pensiero è rivolto al sindaco Abramo. Forse è convinto che si stia litigando per un quadro o per un’azienda privata. Togliamogli questo dubbio: il Catanzaro è un bene della città. Come è quanto (se non di più) del Politeama. Quindi l’indifferenza dimostrata dal primo cittadino è inspiegabile. Certo, non spetta al Comune rilevare la società, ma come minimo avrebbe dovuto stare vicino alla squadra, cercare una soluzione, fare da mediatore. E invece abbiamo registrato un assoluto silenzio. Caro sindaco, quando il Catanzaro gioca rappresenta l’intera città. Prenda esempio dai suoi colleghi più famosi, sempre in prima fila a difendere i colori della squadra locale (come fecero Falcomatà e Mancini).
Se il nostro sindaco ha preferito comportarsi da Ponzio Pilato, ancora peggio hanno fatto gli imprenditori locali (su questo punto Mancuso ha ragione). Molti devono il loro benessere alla comunità catanzarese, ma per la loro squadra non hanno mosso un dito. Non serve aggiungere altre parole. Anzi, ne basta una: vergogna.
Concludiamo con una proposta: abbiamo letto con attenzione i vostri messaggi. Ci hanno commosso: è l’ennesima dimostrazione di quanto questi colori siano importanti. Si è di nuovo dato corpo all’ipotesi di una partecipazione diretta dei tifosi. Secondo noi non è possibile ricorrere all’azionarato popolare per risolvere i problemi futuri. Però una cosa possiamo farla: se sarete d’accordo si potrebbe aprire un conto corrente e iniziare una raccolta fondi. Ogni famiglia potrebbe versare cento euro, ma andrebbero bene anche 10, 5 e persino 20 centesimi. Questi soldi a fine stagione sarebbero girati a chi s’impegnerà (non solo a parole) a ridare lustro all’Us Catanzaro. Insomma, di certo non diventeremo i padroni della squadra, ma quantomeno avremo dato il nostro personale contributo. Non si tratterebbe di un regalo, ma piuttosto di una sponsorizzazione molto particolare: quella dei tifosi. Se sarete d’accordo, noi di UsCatanzaro.net porteremo avanti quest’idea e cercheremo di coordinarla. Ovviamente siamo disposti a cedere il passo se ci fosse una proposta che raccolga un consenso più ampio. Fateci sapere scrivendo in redazione o postando dei messaggi sul forum. Proviamo ad aiutarci da soli.
Francesco Ceniti

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