I calici di Cesena-Catanzaro

Prosegue il viaggio al seguito delle Aquile di Nicolò Ditta, esperto del buon vivere.

I romagnoli, gente vera, verace, da sempre grandi cultori della cucina e dello stare bene a tavola.
Non aspettiamoci grandi e raffinati piatti perchè non è questa la regione adatta, ma se cerchiamo una cucina poco appariscente ma molto sostanziosa allora prepariamoci a un gran pranzo!

Se volessi usare un motto per definirla potrei dire “pochi ma buoni”.
Pochi ingredienti, pochi piatti, ma tutti di sostanza e tutti che hanno un loro “Perché”. Certo l’espressione non è la più felice che si possa usare ma credo renda bene l’idea di cosa voglio dire.
Da gran produttrice di grano l’Emilia e la Romagna fondano la sua tradizione culinaria sulla pasta. In particolare i garganelli, o li provate con il classico ragù, oppure secondo un’usanza locale, in brodo di cappone con un’abbondante spolverata di parmigiano meglio se stravecchio (3 anni circa).
Abbinamento classico un bel Sangiovese di Romagna! Senza dubbio la scelta migliore.
Attenzione a distinguere il Sangiovese di Romagna dal Sangiovese “normale” (l’uva del chianti del Brunello e di tutti i grandi di Toscana). Questo clone è molto più beverino e semplice come vino, meno tannico del normale sangiovese e più immediato. Se vi piace un vino poco impegnativo, che va giù bene e che costa relativamente poco, questo è il vino che fa per voi!

Sua Altezza la Piadina.
Se pensiamo che farina, acqua, un pizzico di bicarbonato, sale, strutto o un goccio di latte, impastati e stesi a formare dei cerchi piatti cotti sulla lastra di ferro, possono diventare un’icona culinaria al pari della cassata in Sicilia o dei bucatini all’amatriciana, bene, se pensiamo questo, pensiamo alla Piadina!
Così semplice e quasi banale nella sua preparazione diventa parte stessa della convivialità quando la si mangia in compagnia di fronte non ad un bicchiere di sangiovese di Romagna, ma di fronte ad una (o più) bottiglie di Cagnina di Romagna.
Provatela e mi direte.

Il secondo d’obbligo sono le grigliate di carne. Non dimentichiamo però i formaggi che hanno nello squacquarone il loro portabandiera.
Non ho parlato di vini bianchi anche se devo citare l’Albana di Romagna (una delle poche DOCG bianche) perché volevo parlare dell’Albana di Romagna in versione passita. È il degno e tipico modo di concludere il pasto in romagna, magari accompagnandolo con una ciambella che inzupperemo, anche se non si dovrebbe fare, ma a noi non importa, la Romagna è terra di convivialità e di informalità. E con gli amici tutto è permesso!

Cin Cin Catanzaro

Nicolò Ditta

PS
Per informazioni critiche richieste o suggerimenti tranne soldi o bottiglie di vino scrivetemi pure ad uctrapani@uscatanzaro.net

Autore

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