Ricordi dolorosi come quello di Vitaliano Orlando, il papà di Danilo «un ragazzo eccezionale che non c’è più». La memoria di Vitaliano si è aperta per ricostruire l’orrore di quella notte, tra gli svincoli di Altilia e di Rogliano. Un racconto interrotto spesso dal pianto. A parlare è il papà di Danilo in un’intervista apparsa oggi sul quotidiano la Gazzetta del Sud.
«Eravamo su quel furgone. Danilo guidava, aveva sostituito al volante Rosario Cavallo dopo l’ultima sosta a Sala Consilina. Pioveva a dirotto su Cosenza. Ricordo che all’improvviso caddero dei detriti dalla montagna, quindi, una massa di fango che ci fece sbandare. Il veicolo si girò su sè stesso e finì la sua corsa contro il muretto laterale. Neppure il tempo di tirare un sospiro di sollievo per il pericolo scampato che una colata di fango ci seppellì. Io ebbi solo il tempo d’avvertire l’odore della terra impastata ai detriti prima di perdere conoscenza. Mi risvegliai sulla barella ma solo in ospedale, qualche ora dopo, mi dissero che Danilo non ce l’aveva fatta, che non c’era più…».
La Procura di Cosenza ha istruito il processo per duplice omicidio colposo in cooperazione nei confronti di otto persone, tra funzionari e tecnici dell’Anas e un dirigente
del Comune di Altilia. Si tratta di: Cesare Cosentini, 80 anni, di Roma, progettista; Bernardino Cipolloni, di Roma, direttore dei lavori; Giuseppe Cavaliere, 51 anni, di Lamezia, Nicola Megale, 44, di Maratea, Angelo Gemelli, 40, di Laurignano (responsabili del Centro manutenzione Anas di Cosenza); Josè Librandi, 39, di Rossano, direttore dei lavori e capo reparto del posto di manutenzione dell’Anas; Luigi Oliva, 84 anni, di Napoli, già ingegnere capo dell’Anas; Eugenio Bevacqua, 49, responsabile dell’ufficio tecnico del comune di Altilia.
L’articolo completo è sulla Gazzetta del Sud, a firma di Giovanni Pastore