L'emigrante

Habemus allenatorem

Il nuovo Francesco, pardon Ciccio, che ci piace!
…o lo havevamus sempre avuto? La squadra ha acquisito molta sicurezza nei propri mezzi, sapendo anche fare i conti con i propri punti deboli. Il Catanzaro di oggi vanta un organico di spessore che migliora di partita in partita. Il gioco è più fluido, la manovra più snella, le occasioni da gol non mancano, il tasso tecnico di alcuni elementi è da applausi, insomma c’è tutto il sale del calcio nel gioco e nella squadra plasmati dal nostro allenatore.

Certo si può parlare di episodi fortunosi, di traverse miracolose, di rigori ineccepibili, ma quelli resteranno argomenti da domenica sera in poltrona. Quello su cui, invece, c’è da riflettere è sul come Ciccio sia riuscito a trovare l’assetto migliore. Nel periodo più nero, dei rapporti fra il mister e la tifoseria, gli argomenti più in auge spaziavano dal “s’è fissato con il 3-4-3” al più comune dei luoghi comuni “è presuntuoso”, ondeggiavano da un “ha sbagliato cambio ma ha vinto” a un più classico “si i distinti erano aperti ni l’averamu pulizzatu a metà ottobre”. E adesso a ben guardare, non c’è rimasto nessuno che abbia dubbi sull’allenatore.

Va sottolineato che il merito di quanto il Catanzaro abbia preso coscienza dei propri mezzi è proprio di Ciccio. Possiamo giocarcela fuori casa contro la prima in classifica (pure con 1 infortunato e 2 espulsi) e siamo sicuri che ce la giochiamo perchè ce la sappiamo giocare. Abbiamo giocatori di carattere e di spessore, abbiamo un gruppo molto coeso nonostante i tanti cambi della vecchia rosa, che vinse lo scorso anno la seconda divisione. Ci siamo convinti della bontà del lavoro di Ciccio con i risultati, non con le parole.

Mò c’abbiamo n’altra fissa: “na sapimu jocara”. Andiamo a vincere perchè ce l’ha insegnato Ciccio, e se non vinciamo vabbeh è il calcio… chi c’ha paura mò, noi o il Frosinone?

Davide Greco

 

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Davide Greco

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