La procura di Cremona ha chiesto il rinvio a giudizio per l’ex allenatore dell’Atalanta Stefano Colantuono, ora allenatore dell’Udinese, per frode sportiva al termine dell’inchiesta sul calcioscommesse. Nel mirino la gara Crotone-Atalanta del 2012.
Colantuono ha firmato un contratto biennale con l’Udinese.
A suo tempo, in occasione della presentazione come mister della squadra bianconera, a proposito dell’inchiesta che lo coinvolgeva disse: «Il mio è un caso illogico: sono stato indagato su qualcosa nella quale sono totalmente estraneo. È una vicenda assurda, lo sa il mio avvocato, lo sa la Procura di Cremona che mi ha già ascoltato».
Per lui era il “boccone amaro” del calcioscommesse: «La società Udinese ha parlato con il mio legale, è stato un mio desiderio. Se volete farlo pure voi (rivolto alla stampa, ndr) vi darò il suo numero di telefono perché la mia carriera si è basata sempre sulla correttezza e sulla lealtà».
Era l’inizio di giugno e allora disse, sbagliando completamente profezia: «Sono convinto che l’accusa verrà archiviata. Ma non voglio nascondere nulla, affronterò anche questa sfida dalla quale uscirò bene. Non ho fatto nulla: il mio nome non compare mai in quella “chat”, c’è solo una sigla forse riconducibile al sottoscritto: mr».
Nato il 23 ottobre del 1962 a Roma, Colantuono cominciò la sua carriera da allenatore nel marzo del 2002 nella Sambenedettese, in quella che allora era la serie C1.
L’anno successivo guidò il Catania in B e dopo una sola annata passò a Perugia, sfiorando la promozione in A, persa nella finale play-off col Torino.
La stessa esperienza Colantuono la visse poi alla guida del Toro nella stagione 2009-10, perdendo la finale col Brescia.
Prima però, il “Cola” ottenne la promozione in A con l’Atalanta nel 2005-06, senza avere fortuna a Palermo dal 2007 al 2009.
Dal 2010 a marzo di quest’anno è stato invece l’allenatore più vincente dell’Atalanta, ottenendo una promozione in A nel 2011 e una salvezza nel 2012, partendo da 6 punti di penalizzazione.