Quando, all’inizio di giugno, ci allarmammo nell’apprendere della firma di un protocollo d’intesa l’Umberto I di Roma che di fatto apriva la strada all’istituzione dei corsi della facoltà di Medicina nella città di Cosenza, fummo facili profeti. Abbiamo intuito con largo anticipo il precipitare di una vicenda che vede il suo epilogo ai giorni nostri con la decisione del Tribunale amministrativo regionale di bocciare il ricorso dell’Università “Magna Graecia” contro l’istituzione dei corsi delle professioni sanitarie da realizzare a Cosenza in collaborazione con l’Università La Sapienza di Roma.
Una decisione che gonfia il petto d’orgoglio alla classe dirigente e politica cosentina che guarda lontano: all’istituzione della facoltà di medicina all’università della Calabria. Come sostenuto, del resto, proprio dal leader del Movimento diritti civili, Franco Corbelli che da un lato auspica il superamento di “logiche e guerre elettorali e di campanile, tra Catanzaro e Cosenza” e dall’altro chiede che venga digerito con onestà intellettuale, “il grande valore che rappresenterebbe la facoltà di Medicina all’Unical per l’intera Calabria, per l’offerta formativa di questa regione”.
Davanti all’ennesimo depotenziamento della città capoluogo di regione, cadere nei fraintendimenti di natura municipalistica è facile, perché ogni territorio ha la giusta aspirazione a progettare il meglio possibile per la propria comunità.
Ma i malumori da campanilismo non solo certo solo una prerogativa dei catanzaresi che, comunque, si ritroverebbero a cedere il passo ad una realtà accademica tutta da costruire, quando la facoltà di Medicina a Catanzaro rappresenta una consolidata tradizione culturale e, ovviamente medica, ha saputo creare competenze e professionalità d’eccellenza, radicandosi nella realtà territoriale per diventare parte integrante del tessuto economico e sociale della città.
Non una città qualsiasi, si badi bene, ma il capoluogo di regione che per definizione di pone al servizio di tutta la regione nella sua configurazione direzionale e di centralità politico-amministrativa.
A questo punto, davanti alle evidenti prospettive della battaglia per l’istituzione anche della facoltà di Medicina a Cosenza, i consiglieri regionali di Catanzaro, di ogni estrazione ideologica, diano prova tangibile della propria esistenza politica in difesa delle prerogative della propria città. Se ci sono, facciano un colpo: ci sembra proprio sia arrivato il momento giusto.