Finalmente! Eâ finita la stagione e, quello che più conta (solo per alcuni), da oggi si mette la parola fine anche alle elezioni amministrative. Insomma, non ci saranno più scuse vere o scuse taciute, si dovrà parlare di futuro.
In molti aspettavano questa liberazione. Una liberazione (ci si augura) dalle umiliazioni, dalle sconfitte, dai teoremi, dai pettegolezzi e dalle faide interne/esterne alla società . La storia è un cantiere che non si chiude mai. Resta sempre aperto per ovviare alle menzogne con le quali il genere umano cerca di sporcarla. Ma prima o poi il cantiere svela gli arcani che sembravano i più irraggiungibili. Non ci interessa più conoscere quelli che hanno contraddistinto questi anni bui (anche perché li conosciamo benissimo), i più bui del Catanzaro Calcio, a noi interessa il futuro.
Il più delle volte chi scrive e non solo, si è trovato costretto a parlare a senso unico e non già per propria volontà , ma per volontà degli accadimenti stessi che hanno imposto analisi monotematiche a chi narrava i fatti, quindi ci esimiamo dal ripercorrere la via crucis e evitiamo di attribuire a questo o quello le colpe. Lo facciamo per due semplici ragioni. La prima è che lâintelligenza dei nostri lettori ha già carpito quali siano state le responsabilità di questi anni di tenebre, la seconda è che nel rispetto di quel âcantiereâ di cui sopra, prima o poi tutto verrà a galla in modo palese.
E a proposito di âvenire a gallaâ, le nostre congratulazioni vanno a Pasquale Logiudice che approda in serie âAâ con il âsuoâ Catania. Qualcuno, a conclusione della cavalcata vincente del Catanzaro in B, gli aveva detto che avrebbe avuto bisogno di âfarsi le ossaâ e lo aveva liquidato con una sufficienza disarmante. Il tempo dà sempre le risposte: questo âqualcunoâ⦠è tornato mestamente in C1 e con âle ossaâ rotte, Pasquale Logiudice è andato in A, ripeto, in serie A.
Non possiamo ancora sapere chi dirigerà la navicella giallorossa, ma ci auguriamo che se dovesse essere ancora questo âqualcunoâ, abbia la capacità di ravvedersi dagli orrori grossolani commessi e metta da parte presunzione ed orgoglio. Il âprofessionismoâ non è certificato dai titoli, ma dai fatti che gli stessi partoriscono.
E parliamo di quello che è accaduto allâombra delle Torri Garisenda e degli Asinelli.
Al DallâAra, una cornice di pubblico delle grandi occasioni. Tutti a celebrare una giornata speciale con lo slogan: âTutti allo stadio per un calcio pulitoâ, con la tacita speranza da parte di Alfredo Cazzola, che la giustizia sportiva, un giorno possa restituire il maltolto e ricollocare i Felsinei nella massima serie. Intorno alle 13,00, da Piazza Malpighi, a sottolineare la richiesta (più che lecita), un vero e proprio maxi-corteo dei tifosi rossoblu.
Il buon Cittadino getta nella mischia i giovani. Ottime le prove fornite da Mangiacasale e da Cocuzza distintosi (prima di essere sostituito a causa dellâespulsione di Adami) soprattutto per le sue capacità balistiche. Il suo calcio di punizione parato a fatica dal portierone bolognese (ovviamente ci riferiamo a Pagliuca e non ad un certo Manittaâ¦), avrebbe meritato maggiori fortune. Fino a quel momento il Catanzaro aveva tenuto testa al Bologna, ma in dieci contro undici il divario tra le compagini è stato evidente. Anania ha fatto il suo dovere e, francamente, bisogna considerarlo incolpevole sui gol subiti.
Dicevamo allâinizio, cala il sipario sul campionato di B e soprattutto (finalmente!) anche sulle elezioni amministrative. Forse si potrà riparlare di calcio, forse si potrà ambire a qualcosa che vada oltre lâultimo posto cronico in graduatoria, forse. Non è dato ancora sapere quali possano essere i protagonisti della tanto agognata rinascita giallorossa, sia per quello che riguarda i quadri societari, sia per quello che potrà essere il Catanzaro del futuro in senso tecnico. Si vocifera, ma nulla più, e mentre lâItalia pallonara si prepara ai mondiali conditi da batoste targate Rossi/Borrelli (speriamo che il tutto non si sostanzi nella solita commedia allâitaliana) i legali di Moggi consigliano allâex guru del pallone di non presentarsi innanzi alla giustizia sportiva (più ammissione di colpa di cosìâ¦). Lo stesso non potrà esimersi dal farlo con la giustizia ordinaria.
Il calcio è una cartina al tornasole di una nazione, di un popolo. Nel calcio così come nel giuoco si possono scorgere le umane debolezze e le umane virtù. Il questa Italia educata alla stima della furbizia invece che al culto dellâintelligenza e della professionalità , tutti stanno affacciati comodamente al proprio balcone virtuale, pronti a esclamare:â hai visto che se lâè cavata?â, pronti ad assistere al trionfo dellâingiustizia a danno dei fessi, a tutto danno dei cosiddetti âcreduloniâ. Questo per quanto riguarda il âsistema Moggiâ e le italiche vergogne bianco/nero-viola ecc. ecc. che neanche la maglia azzurra potrà mai cancellare, qualsivoglia possa essere il risultato sui rettangoli verdi tedeschi.
Allo stesso modo da oggi stiamo anche noi affacciati al balcone (non ci è dato di poter fare altro) per vedere cosa si farà dellâU.S. Catanzaro S.p.A. e come si intenderà agire per riconquistare la stima (che parola grossa!) dei propri sostenitori. Ai furbi, qualsiasi divisa indossino, ai furbi, qualsivoglia cravatta abbinino, rispondiamo con un sorriso di compassione dicendo loro: saremo complici solo degli onesti, mai vostri schiavi!
Restituiteci il nostro Catanzaro, quello vero che tanto onore ha portato alla nostra amata Terra. Avanti nostro Catanzaro, sempre con te!
Giuseppe Mangialavori