La tanto “attesa” fumata bianca ieri sera non c’è stata. Ancora un rinvio nella trattativa che dovrebbe portare Franco Quartaroli alla guida dell’Effeccì, nonostante il Comune sembri fermamente intenzionato a chiudere la partita e scongiurare il secondo fallimento della legislatura. I nodi da sciogliere sono ancora molti, non solo gli stipendi dei calciatori per i quali l’orafo piemontese avrebbe fissato un tetto di 3.000 euro mensili. Alcuni dei ragazzi giallorossi – Di Meglio l’esempio più eclatante – hanno dei contratti più cospicui e dovrebbero accettare una spalmatura dell’ingaggio. Ma lo scoglio non è solamente quello. I problemi principali riguardano il monte debiti, le quote societarie e le garanzie tra le parti.
Quartaroli sarebbe disposto ad accollarsi meno della metà del monte-debiti, stimato intorno ai 2,5 milioni di euro. Una quota decisamente inferiore al valore delle azioni che andrebbe ad acquisire (tra il 51 e il 60%). In particolare, rileverebbe solo le pendenze nei riguardi dello stato (non quelle verso fornitori) per le quali richiederebbe una rateizzazione di lungo periodo. Una soluzione che ha già salvato diverse società e che l’Effeccì non ha mai ritenuto di dover sfruttare. Ma a quel punto chi coprirebbe il debito residuo? Chi sarebbero gli azionisti di minoranza con almeno il 40% delle quote? I vecchi soci? Le istituzioni? La Tribuna Gianna? I vecchi soci non sono in grado di destinare all’Effeccì ulteriori risorse economiche. Aiello e Soluri si sono disimpegnati, lasciando i buchi prodotti anche dalla loro gestione. Bove non si sa che fine abbia fatto. Restano Catalano, Santaguida e Ruga, i quali hanno manifestato in più occasioni la loro impossibilità di acquisire ulteriori quote societarie oltre al 13-14% complessivo che attualmente detengono. Figuriamoci se vogliono accollarsi i debiti delle precedenti gestioni.
Resta naturalmente da capire come si comporteranno le istituzioni, in primis il Sindaco, che ieri ha presenziato alla riunione senza riuscire a chiudere il cerchio. E qui subentra lo scoglio-garanzie. Quartaroli avrebbe stimato in circa 1 milione di euro il budget necessario per la stagione, chiedendo ai soci di minoranza (eventuali) di garantire la loro quota (in base alle azioni detenute). Ma soprattutto l’aspirante presidente avrebbe richiesto un sostanzioso contributo garantito dalle istituzioni per far fronte al debito. Peccato che la Tribuna Gianna debba necessariamente disimpegnarsi (come già annunciato) per non restare col cerino nelle mani del presidente Buccolieri. E il Comune non possa più destinare alla causa Effeccì ulteriori risorse, dopo il mare di contributi pubblici che negli ultimi due anni hanno tenuto in vita una società già morta. Sarebbe perlomeno imbarazzante, se non vergognoso, e si continuerebbe sulla strada della “municipalizzata”, ripetendo lo stesso errore davanti agli occhi di un’opinione pubblica stufa di questa storia. Chi darà a Quartaroli tutte queste garanzie? E soprattutto, quali garanzie il Comune ha chiesto a Quartaroli, visti i suoi precedenti non proprio confortanti nella gestione di società di calcio?
È più immorale che una società che non paga niente da due anni fallisca o che sopravviva ancora una volta con i soldi dei cittadini?
Red