Il Rompicalcio

Gli ammutinati del ”Ceravolo”

Lo sciopero dei calciatori è uno schiaffo alla storia del Catanzaro Calcio
Ci mancava lo sciopero dei calciatori. Il pozzo in cui il Catanzaro da un ventennio sta scivolando costantemente sembra non avere fondo. Ogni anno si aggiunge qualche metro di picchiata ma non se ne vede la fine. Ogni volta ci si illude di aver trovato un appiglio per risalire fino alla bocca e cercare di uscirne in qualche modo. Stavolta il lavoro della trimurti Aiello-Pitino-Auteri sembrava una solida fune cui aggrapparsi. Eppure, arpionato il primo posto in classifica a suon di gol, arrivano i tre punti di penalizzazione. Centrato il titolo d’inverno con un filotto di record, ecco la novità assoluta nella lunga e gloriosa storia del Catanzaro Calcio: l’ammutinamento dei giocatori. Che rifiutano di tornare ad allenarsi dopo le festività natalizie e si ripresenteranno solo dopo Capodanno a una settimana dalla sfida col Cassino.

DANNI D’IMMAGINE – Un gesto forte, senza precedenti. Ancor più forte se si considera che viene da un gruppo che primeggia in classifica da 4 mesi e da una piazza che ha ancora la sua importanza a livello nazionale. La notizia ha già fatto il giro delle principali redazioni sportive. A una settimana dall’apertura del mercato, il danno d’immagine per la società giallorossa è enorme. Il Catanzaro ha bisogno di rinforzi per puntare all’obiettivo-promozione. Lo sciopero dei calciatori è il peggior segnale che si potesse mandare all’ambiente, alla tifoseria, alle concorrenti, ai calciatori che potrebbero vestire nel prossimo futuro la maglia giallorossa.

CACCIA AI COLPEVOLI? NO GRAZIE – Schierarsi da una parte o dall’altra non avrebbe senso per chi cerca lucidamente di orientarsi nella labirintica vicenda pallonara catanzarese. Anche perché le parti in causa sono più d’una. La società è spaccata. Da una parte Aiello e i nuovi piccoli azionisti; dall’altra i vecchi soci Bove e Soluri, oggi in minoranza, che “stranamente” e strenuamente resistono ben inchiodati alle loro poltrone, senza che se ne capisca il motivo (visti i danni prodotti dalle loro gestioni e i soldi che, loro stessi, dicono di aver dilapidato per il Catanzaro). Anche la squadra è spaccata. Da una parte i cosiddetti “senatori”, a Catanzaro da più di un anno, che evidentemente hanno pendenze irrisolte con le gestioni precedenti e pretendono che Aiello risolva queste situazioni; dall’altra i giovani e i “nuovi” che sicuramente non possono vantare (non fosse altro per questioni temporali) lo stesso tipo di crediti dalla società.

IL NODO TIFOSERIA – A prescindere dai media che devono raccontare, senza parteggiare, la tifoseria ancora una volta è chiamata a recitare la sua parte. Additata troppo spesso, incredibilmente e incoscientemente, come responsabile di insuccessi sportivi o gestionali, solo la tifoseria può alzare voce chiedendo chiarezza. Ad Aiello che è chiamato a garantire la gestione economica e sportiva per la stagione in corso e per il progetto che dice di voler costruire. Ai calciatori che, con il loro gesto, hanno mandato un segnale pesante, senza però spiegarne le motivazioni di fondo. “Chiedete ad Aiello”, dicono i calciatori. Eh no, cari ragazzi. Lo schiaffo lo avete dato voi alla tifoseria che ha sempre cercato di tenervi fuori dai discorsi societari, sostenendovi sempre, anche dopo le sconfitte.

AIELLO E I GIOCATORI – A questo punto, urge che calciatori e presidente, insieme ad Auteri e Pitino si spieghino e spieghino agli attoniti tifosi che cosa sta succedendo. Aiello dica se è tutto a posto, oltre a sbandierare sempre che la società ha qualche problemino. Questi problemi sono il frutto della sua gestione o delle gestioni precedenti? Lo dica chiaramente, facendo nomi e cognomi. Tanto lo sanno un po’ tutti che da Pittelli-Coppola in avanti, la società ha accumulato tanti e tali di quei debiti da essere penalizzata in classifica più volte e da rischiare il secondo fallimento questa estate. Perché, purtroppo, se le rimostranze della squadra dipendessero (e sicuramente dipendono) anche dalle precedenti gestioni, gli effetti ricadrebbero su questa stagione in corso, pregiudicando il fantastico campionato che il Catanzaro sta disputando.

CARO PRESIDENTE – Caro Presidente, i “suoi” giocatori stanno scioperando per i loro “diritti”. Lei è il loro datore di lavoro. Lei ora viene additato come responsabile. Ed è il responsabile. Serve chiarezza e polso fermo per reggere a una situazione destabilizzante. Dia delle risposte, ai tifosi, ai calciatori, ai giornalisti. Caro Presidente Aiello, la sua gentilezza è quasi disarmante. Ma qui le stanno facendo la guerra. Da tutti i fronti. Indossi l’elmetto e disegni la strategia. Altrimenti anche le sue truppe, i fiancheggiatori e i neutrali saranno costretti a deporre le armi.

Autore

Redazione

Dal 2002 il portale più letto e amato dai tifosi giallorossi del Catanzaro

Scrivi un commento