Avrebbero concordato la soluzione di un processo in sede di giudice di pace, per accogliere il ricorso di una sanzione amministrativa. Per questo, tre persone sono state raggiunte da un avviso di conclusione delle indagini preliminari con contestuale invito a presentarsi per rendere interrogatorio. Dovranno rispondere di corruzione per un atto contrario ai doveri di ufficio e corruzione in atti giudiziari. L’avviso di garanzia riguarda un giudice di pace in servizio a Crotone, E.G., 60 anni; L.B., 54 anni, residente a Botricello, in provincia di Catanzaro, gia’ noto alle forze dell’ordine per essere stato coinvolto nell’inchiesta “Puma”, e D.S., 40 anni, di Botricello. Secondo l’ipotesi emersa nel corso delle indagini, condotte dal sostituto procuratore di Salerno, Carmine Olivieri, i tre avrebbero concordato l’esito di un processo, “dietro la promessa – scrive il magistrato campano – della dazione di un agnello, effettivamente eseguita”. Nello specifico, nel corso di un controllo la Capitaneria di porto di Crotone aveva elevato, a gennaio del 2005, una sanzione amministrativa a D.S., per un importo di 1.033 euro per pesca abusiva. Quest’ultimo avrebbe chiesto la mediazione di L.B., il quale avrebbe chiamato il giudice di pace e concordato la condotta da tenere, anche rispetto al “regalo” che lo stesso giudice avrebbe dovuto ricevere. A quel punto, pochi mesi dopo, il giudice di pace ha accolto l’opposizione di D.S. annullando la contravvenzione. La vicenda, pero’, sarebbe finita nelle intercettazioni dell’inchiesta “Puma”, che avrebbe svelato l’interesse di alcuni clan della ‘ndrangheta nella gestione di alcuni villaggi turistici, arrivando sul tavolo della Procura di Salerno competente per territorio, considerato il coinvolgimento del giudice di pace crotonese. Il tutto fino all’emissione del provvedimento che vale anche come avviso di garanzia nei confronti delle tre persone protagoniste della vicenda.
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